Il genio e la vita di Pablo Picasso sono stati i protagonisti della seconda stagione di Genius, serie tv in 10 episodi, andati in onda a partire del 10 maggio su National Geographic e sul canale 403 di Sky con la produzione di Ron Howard.
Genius – Picasso: la sinossi
Dopo la vita di Einstein, la seconda stagione di Genius ripercorre in 10 puntate la biografia di uno degli artisti più rappresentativi del secolo scorso, Pablo Picasso (interpretato da Antonio Banderas), descrivendone genio artistico e risvolto umano.
La serie ripercorre la vita dell’artista di Malaga dall’infanzia, fino all’età adulta, in un ritratto a tutto tondo dove grandi opere, luci, ombre e amori travolgenti diventano l’essenza stessa della lunga parabola esistenziale di un genio che ha saputo superare ogni barriera e confine, ridefinendo i confini stessi dell’arte e della creatività.
Genius – Picasso: le nostre impressioni
Dopo il successo della prima serie di Genius dedicata al grande fisico Albert Einstein, le aspettative per la seconda stagione, dedicata a Pablo Picasso, erano altissime. Pablo Picasso è stato in assoluto uno tra gli artisti più rappresentativi del secolo scorso. Pittore prolifico, la sua arte ha cambiato per sempre il corso della storia della pittura, influenzando intere generazioni. Fare una serie su una figura così significativa, di cui tanto si è parlato e tanto si è scritto, poteva essere un rischio, che però sembra essere stato superato senza titubanze.
Genius – Picasso, scritta e diretta da Kenneth Biller e prodotta da Ron Howard, restituisce infatti un ritratto credibile e articolato non solo dell’artista ma anche dell’uomo che c’era dietro il Picasso pittore di fama internazionale. La serie si concentra su due momenti fondamentali della vita del pittore: la gioventù, dai passi iniziale nel mondo dell’arte fino ai primi grandi successi raggiunti intorno ai 40 anni, e la maturità che ritrae Picasso tra i 40 e i 92 anni, età della sua morte. Il giovane Picasso è interpretato dall’attore Alex Rich, mentre il Picasso maturo ha il volto di un validissimo Antonio Banderas, che con il grande pittore spagnolo condivide i natali (entrambi sono infatti nati a Malaga).
La parabola esistenziale di Picasso non si articola su un’unica linea temporale, ma si snoda entro una serie continua di salti che, muovendosi tra passato e presente, fanno luce sugli eventi salienti che hanno portato Picasso a concepire opere grandiose e dalla fama imperitura. La serie nel suo complesso conserva, come la precedente, un andamento antologico che ripercorre la vita dell’artista spagnolo inserendola in un contesto più ampio, dove i grandi eventi storici e le vicende più personali diventano parte integrante di un’arte che in Picasso faceva in modo imprescindibile coppia con la vita vissuta.
In questo affresco, nel quale la vita a volte può essere sacrificata in nome dell’espressione più autentica del genio artistico, grande spazio viene riservato agli amori e alle donne amate da Picasso, vera e propria linfa vitale della sua arte. Questa scelta si capisce bene se si conosce la biografia dell’artista malaghese. Picasso adorava le donne e non ci fu nessuna di esse che uscì indenne da una relazione avuta con il pittore spagnolo. Picasso le donne le amava, le manipolava, le tradiva ma soprattutto le ritraeva. Nella sua ampia produzione artistica sono tantissimi i ritratti fatti alle sue muse e amanti, le quali hanno scandito le fasi più significative della carriera artistica di Picasso. Ed è questa cronologia a essere messa in scena nella serie: dal primo amore conosciuto nella Parigi di Montmartre, a Olga, prima moglie del pittore, da Marie-Thérèse (Poppy Delevingne), alla fotografa surrealista Dora Maar (Samantha Colley), fino a Françoise (Clémence Poésy) e Jacqueline (Valentina Bellé), seconda moglie e ultima musa di Picasso. È in particolare alla relazione con Françoise che la serie riserva uno spazio particolare. Durata 10 anni, intercettando il travaglio degli altri amori dell’artista (dalla follia di Dora all’ossessività morbosa di Olga), diviene il paradigma del ruolo che l’amore ha avuto nella vita di Picasso come primaria fonte di ispirazione.
In sole 10 puntate il ritratto che ci viene dato di Picasso è incredibilmente articolato, andando oltre la vita privata dell’artista per gettare uno sguardo sul contesto artistico e culturale in cui Picasso ha potuto dare voce alla sua visione del mondo. Sono tantissimi i personaggi, che hanno fatto grande la cultura del 1900, ad essere transitati nell’orbita della vita del pittore: Matisse, Braque, Coco Chanel, Henri Rousseau, Jean Cocteau, solo per citarne alcuni. Una vita che, al di là di quelli che potrebbero sembrare i toni di un romanzo, ci restituisce l’immagine di un pittore profondamente umano con tutte le sue debolezze e fragilità. Banderas interpreta tutto questo in modo convincente, restituendoci il ritratto di un genio dell’arte, trasgressivo, ironico, capace, oltre ogni stereotipo, di dare vita e colore al proprio mondo interiore.
A ciò si aggiunge la qualità della produzione che non ha lesinato in musiche e fotografia. Le ricostruzioni d’ambiente sono fedeli e accurate, a tratti un vero tripudio per gli occhi, basti pensare alle scene nell’atelier parigino di Picasso o alla prima esposizione pubblica della mastodontica opera di Guernica. A tratti sembra addirittura di essere nel mondo di Picasso, vicini a lui, a scrutare con i suoi occhi vivaci quel particolare che renderà unica e diversa la sua prossima opera d’arte, quel dettaglio apparentemente insignificante, che aprirà nuovi spiragli all’immaginazione perché, come diceva lo stesso Picasso: “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.”
Genius - Picasso
Valutazione globale - 7.5
7.5
Un biopic in grande stile
Genius – Picasso: un giudizio in sintesi
La seconda stagione di Genius, dedicata alla polierdrica figura di Pablo Picasso, descrive appieno la vita, l’arte, il genio e la follia di quello che è stato uno degli artisti più rappresentativi del Novecento, restituendoci un affresco ampio e diversificato dell’epoca di cui il pittore ha cercato di plasmare il volto con la potenza del suo pennello. Da Monmartre alla dittatura franchista, dal successo mondiale agli ultimi anni della vecchiaia del pittore di Magala, è una visione a tuttotondo del secolo breve quella che questa serie resittuisce allo spettatore. E lo fa con una forza espressiva che, se non può certo eguagliare quella dell’artista che ne è il protagonista, fa di tutto per rendere giustizia al genio rivoluzionario che ha cambiato per sempre le sorti dell’arte figurativa contemporanea.
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