Orson Welles ha lasciato più di un progetto cinematografico non finito o mai realizzato. Uno dei suoi più famosi non finiti è The Other Side of the Wind, il cui restauro è stato ultimato da personalità di spicco come Peter Bogdanovich, Frank Marshall e Filip Jan Rymsza. Ora Netflix ha voluto anche fornire ulteriori finanziamenti nonché aggiudicarsi i diritti della distribuzione del prodotto finito.
Di cosa tratta The Other Side of the Wind
Il film vede John Huston nei panni di un regista, rappresentato come un personaggio estremamente forte tra lo stile wellesiano e quello di Hemingway, il quale organizza una festa in occasione del suo 70esimo compleanno. Come ci si può aspettare dal regista di Quarto Potere, la narrazione procede per flashbacks e flashforwards attraverso episodi della sua lunga vita e include i pinti di vista dei vari giornalisti presenti alla sua festa, che cercano di sbrogliare quella personalità tanto mascolina del regista. Al fianco di Huston c’è Bogdanovich stesso (la maggior parte del film è stata girata proprio nella sua casa, dove Orson Welles ha vissuto per due anni), ma anche Dennis Hopper, Claude Chabrol e Oja Kodar, per molto tempo compagna di Orson Welles.
Un lungo lavoro di Orson Welles mai completato
Le riprese e la postproduzione di The Other Side of the Wind sono durate circa sette anni e si sono svolte tra Arizona, Francia, Olanda, Inghilterra, Spagna, Belgio e gli studios della MGM. Nel 1972 Orson Welles aveva dichiarato che il 96% del film era completo e nel 1976 che era ad un passo dalla conclusione. Tuttavia nel 1979, quando soli 40 minuti del film erano pronti, emersero dei problemi legali riguardo i diritti d’autore. Da allora furono molti i tentativi di risolvere la questione dei diritti, conclusasi con un lavoro di restauro del negativo e di completamento di alcune sequenze.
“Questo è un sogno che si realizza!” ha detto Ted Sarandos, il capo di Netflix, “La promessa di essere capaci di riportare al mondo questo lavoro incompleto di Orson Welles senza intaccare la sua originaria intenzione artistica è motivo di orgoglio per me e per Netflix”.
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Fonte: Empire