In quel di Cannes non sono ancora finiti gli strascichi polemici sul nuovo lavoro del regista Lars Von Trier a distanza di qualche giorno dalla proiezione di The House that Jack Built.
Se Variety e altre testate accreditate al Festival hanno documentato in presa diretta la diaspora di un centinaio di persone che hanno abbandonato la sala anzitempo poiché scosse dalle immagini proposte dal film, nulla di tutto questo è avvenuto l’indomani mattina nel corso della proiezione stampa. Fatto sta che il film del regista di Dogma abbia scosso letteralmente la Croisette, in un senso o nell’altro.
A Lars Von Trier non è stato concesso l’onore di gareggiare per la Palma d’Oro e neanche incontrare i giornalisti in una conferenza stampa. Era troppo alto il rischio di inciampare su un’altra frase scandalo da parte del regista danese, dopo il fattaccio del 2011 sulle affermazioni su Hitler. Meglio evitare, si saranno detti Fremaux e company. E così è stato.
Ma Lars Von Trier, in un modo o nell’altro, ha comunque parlato. Ad intervistarlo privatamente ci ha pensato il sito University Posts dove ha parlato anche di come la pensa sulla censura:
Io sono contro qualsiasi tipo di censura. La mia opinione a riguardo è questa: se puoi pensarlo dovresti essere capace anche di mostrarlo.
Von Trier spiega le ragioni del suo essere anti-censura guardandosi indietro nel tempo. Quando il regista era un bambino, la sua famiglia frequentava campeggi per nudisti (“per questo motivo non ho mai avuto problemi a mostrare le nudità“). Ma, attenzione: Von Trier ci tiene a specificare che nei suoi film, da Antichrist a Nymphomaniac, non inserisce scene di nudo solo per il gusto di provocare:
Nymphomaniac dura in totale 5 ore, no? Sarebbe una tremenda e lunga provocazione. Sono sempre stato accusato di provocare per il gusto di provocare, ma non è vero.
Lars Von Trier svela anche un retroscena sul Gran Premio della Giuria conquistato nel 1996 a Cannes con Le onde del destino. Quell’anno il Presidente della giuria era Francis Ford Coppola che giudicò il film come una delle cose più brutte viste in tutta la sua vita. Von Trier, però, che considera Coppola uno tra i suoi registi preferiti, quando seppe la notizia non la prese affatto male:
Sono felice che abbia provato abbastanza interesse da definirlo il film più brutto del mondo.
Lars Von Trier è così, prendere o lasciare. Non vi è dubbio che ci troviamo dinnanzi ad un regista furbo e scaltro, ma in ogni caso sincero.
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