Dopo aver riscosso un numero davvero notevole di nomination ai Golden Globes, ai BAFTA e infine agli Oscar, dopo aver stupito la Mostra del cinema di Venezia dove è stato presentato, La favorita di Yorgos Lanthimos arriva finalmente anche nei cinema italiani. Ad interpretare il period drama del regista greco troviamo tre attrici dispiegare i loro grandi talenti, Olivia Colman, Rachel Weisz e Emma Stone, tutte nominate agli Oscar.
La favorita: sinossi
Inghilterra, 1708. Durante la guerra contro la Francia, la Regina Anna (Olivia Colman) è sia indebolita da una salute compromessa sia poco interessata alle sorti e della politica del suo paese, le cui redini sono invece tenute dalle mani della fidata Sarah Churchill (Rachel Weisz), consigliera e amica intima della regina, che riesce a gestire abilmente i problemi di stato, compresa l’opposizione di Robert Harley (Nicholas Hoult), membro del Parlamento per i Tory e proprietario terriero contrario ai finanziamenti della guerra. Tutto a corte procede per il meglio fino all’arrivo di Abigail (Emma Stone), cugina di Sarah, nullatenente e diseredata in cerca di aiuto e di un’occupazione. Le due finiranno per contendersi duramente il tanto agognato favore della regina.
La favorita: le nostre impressioni
Un period drama può mettere in difficoltà anche gli artisti più bravi, può risultare involontariamente stucchevole, soprattutto se messo al vaglio dei mostri sacri del genere come Barry Lyndon o I segreti dei giardini di Compton House. Ma come insegnano proprio questi capisaldi della storia del cinema, il genere in questione può al contempo offrire delle grandissime potenzialità, che il regista di origini greche ha saputo cogliere, sfruttare e assemblare con grande maestria.
Se davvero il period drama – come ha detto lo stesso Lanthimos – permette di creare una distanza necessaria per vedere e capire meglio la realtà, anche quella presente, il triangolo di relazioni femminili che viene dispiegato ne La favorita è profondamente eloquente. Epopea mordace dell’effetto farfalla, il film racconta, analizza e ripercorre con uno sguardo disilluso quei capricci di corte che possono avere delle profonde e drammatiche ripercussioni politiche. Un semplice capriccio, un cambio d’umore, un bisticcio di troppo sono sufficienti a mutare il corso degli eventi, a influenzare le scelte che potranno un domani comparire sui libri di storia, ad avere conseguenze sulle masse, così lontane dalla sontuosa reggia in cui i personaggi si aggirano, tramando velenosamente li uni contro gli altri.
Con lo sguardo cinico e freddo che caratterizza la sua filmografia, Lanthimos tuttavia abbandona i toni vistosamente tragici de Il sacrificio del cervo sacro, monumento artistico del drammatico e del perturbante, costruendo una trama tenuta ben salda da una tagliente ironia, quella tecnica retorica che lascia intendere un significato ben diverso da quello presente nel messaggio, che risulta essere il fil rouge dell’intero film. È questa la strategia discorsiva che ben si addice all’aristocrazia inglese rappresentata, distorta da inquadrature che ne deformano i contorni. È la strategia che dà forza all’intera, solida sceneggiatura. In una trama di doppi giochi, doppie verità, ipocrisie, malignità la favorita è chi è in grado di gestire gli equilibri terribilmente precari – politici, relazionali, discorsivi – e guadagnarsi le attenzioni di una persona che, per quanto volubile e fragile, ha la prima e ultima parola su tutto e su tutti, anche quando la parola le viene suggerita da terzi (o meglio, terze).
Burattini di una trama in cui loro stessi si ritrovano attorcigliati, guidati esclusivamente dalla brama di potere, sia esso quello politico o delle attenzioni affettive, i complessi e imprevedibili personaggi femminili sono interpretati con un magnetico assembramento di talenti attoriali. La compostezza dell’impeccabile accento britannico avvalora dei dialoghi fendenti ed esilaranti, in cui i tempi comici sono calibrati con grande eleganza, la stessa con cui le attrici cuciono su se stesse i loro ruoli. I personaggi della regina e delle due contendenti trainano lo spettatore, muovendosi all’interno di una scenografia meravigliosa, al ritmo di una colonna sonora di musica classica che costruisce una suspense che fa vibrare le nitide riprese ricche di particolari così come le dissolvenze incrociate, simboli di una verità sempre più sfuggente ed intangibile.
Ironico, crudo e tecnicamente ammirevoleLa favorita
valutazione globale - 8
8
La favorita: giudizio in sintesi
L’ultimo lavoro di Yorgos Lanthimos è una perla cinematografica che abbaglia con un’estetica impeccabile, con una colonna sonora trainante, con uno humor irresistibile, con delle interpretazioni strepitose e cangianti. La favorita diverte lo spettatore con un’ironia che permette di costruire una realtà sfuggente, dai mille volti, quella del microcosmo della corte, che si trasforma gradualmente in un microcaos in grado di ripercuotersi sul mondo esterno. Lo sguardo critico e spietato del regista greco si insinua nelle stanze del palazzo, svelando i suoi segreti e portando alla luce la vera natura di personaggi, la loro avidità, i loro sentimenti, le loro fragilità. Né ritmo narrativo serrato, né le immagine marcatamente espressionistiche e ricche di dettagli lasciano spazio ad un calo di attenzione da parte dello spettatore, regalandogli un’occasione di intrattenimento e di amare riflessioni.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook
costantemente tutto ciò che abbiamo in comprensione e film che impariamo