L’inganno: la sinossi
Virginia 1863. In un bosco che lambisce l’infuriare della guerra di secessione una bambina intenta a cercare funghi si imbatte in un soldato nordista ferito, John (Colin Farrel). Nonostante sia teoricamente un nemico decide di aiutarlo e di sorreggerne il passo claudicante per una ferita alla gamba fino al convitto femminile nel quale risiede. Quella presenza scatenerà dinamiche imprevedibili nella gerarchica e ossequiosa organizzazione che regola la vita delle occupanti, due adulte (Kirsten Dunst e Nicole Kidman) e sei fra bambine e adolescenti (tra cui Elle Fanning).
L’inganno: impressioni sul film
Il nono film di Sofia Coppola è un remake (anche se la regista preferisce definirlo un secondo adattamento), de La notte brava del soldato Jonathan (titolo italiano ma in inglese The Beguilded, 1971), di Don Siegel, basato sul romanzo dello scrittore Thomas P. Cullinan, classificato come southern gothic. Nelle esplicite intenzioni della Coppola il plot rispetto all’originale avrebbe dovuto assumere il punto di vista femminile rispetto a quello maschile della pellicola del 1971. In effetti L’inganno sembra essere una continuazione 
Il talento più grande della Coppola sta in come segue il volto della Dunst, ieratico e naive al tempo stesso, nelle diverse stratificazioni del suo ruolo di insegnante in un contesto completamente formalizzato e nei guizzi di spontaneità tra i quali affiora il suo desiderio, sentimentale ed erotico, oppure la sua frustrazione. Il femminismo della regista presenta però anche aspetti critici: c’è la sensazione che vi sia qualcosa di calligrafico in queste figure femminili sempre eleganti, i cui turbamenti sensuali nonché il ribaltamento del buonismo moralizzante nel suo opposto appaiono anestetizzati rispetto al film di Siegel. E’ come se la figlia di Francis Ford Coppola fosse in qualche misura convinta che la forma possa prevalere sulla sostanza, e che l’eleganza della messa in scena e dell’inquadratura, indubbie (come ribadito anche da Colin Farrell in un’intervista), possa coprire i vuoti di una sceneggiatura, specialmente nella prima parte, piatta e lenta. Anche le fasi più tese e concitate del plot sono in qualche modo schematiche e hanno qualcosa di superficiale. Il finale poi interviene a rafforzare l’idea che l’immagine debba contare più del resto, ma è sempre così?
L'inganno
Valutazione globale - 5
5
Una delusione a metà
L’inganno: curiosità sul film
La villa che ospita il convitto femminile è la Madewood Plantation House (Napoleonville, Louisiana), già location del visual album di Beyoncè Lemonade.
C’è stato un grande sforzo nella riproduzione del contesto storico: vari oggetti sono stati danneggiati o rotti per dare l’idea delle difficoltà del contesto di guerra e l’argenteria è stata ossidata per scurirla.
Le attrici si sono sottoposte a lezioni di bon ton e hanno dovuto imparare tutti i dettagli degli usi e costumi dell’epoca oltre a seguire corsi di dizione per mimare l’accento del sud, aspetto in cui spiccava particolarmente la Kidman.
Kirsten Dunst ha rifiutato l’invito della regista ad effettuare una cura dimagrante in quanto stressata dalle sessioni in palestra e le restrizioni alimentari messe in pratica per un altro suo film, Woodshock.
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