- scheda e trailer
- recensione
DATA USCITA: 20 maggio 2017
GENERE: Drammatico
REGIA: Sergio Castellitto
ATTORI: Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla
NAZIONALITÁ: Italia
DURATA: 103′
DISTRIBUITO DA: Universal Pictures International
Trama: Fortunata racconta la storia di una giovane madre, forte e coraggiosa, con un matrimonio fallito alle spalle, che quotidianamente combatte per conquistare il suo sogno: aprire un negozio di parrucchiera sfidando il suo destino, nel tentativo di emanciparsi e conquistare la sua indipendenza e il diritto alla felicità.
L’ultimo film di Sergio Castellitto da un soggetto di Margaret Mazzantini, Fortunata è l’unico film italiano presente nella selezione ufficiale del Festival di Cannes 2017, attualmente in concorso nella sezione Un Certain Regard.
La vicenda rievoca situazioni tipiche da tragedia greca, mostrando una protagonista che si comporta come un’Antigone popolana, in lotta per mantenere la sua dignità in un ambiente dove la presenza maschile è sempre – come in tutti i romanzi della Mazzantini – brusca e meschina. Tra bar di borgata e balli di gruppo cinesi, attraverso parchi coperti di aghi di pino e strade polverose che costeggiano le mura romane di Tor Pignattara, la parrucchiera a domicilio Fortunata e sua figlia Barbara, corrono traballanti su sandali dal tacco troppo alto per entrambe.
La regia sempre più matura di Sergio Castellitto
Sempre più accattivante e delicata la regia di Sergio Castellitto, che matura di film in film, grazie anche alla consolidata collaborazione con il direttore della fotografia Gian Filippo Corticelli. I due hanno già lavorato insieme in: Venuto al mondo (2015), Nessuno si salva da solo (2012) e Non ti muovere (2004).
Castellitto e Corticelli confezionano un film toccante, caldo e bello da vedere. E’ proprio il caldo l’elemento presente in tutte le scene: nel sudore che bagna il trucco e il decolté generoso di Jasmine Trinca, nelle tapparelle abbassate dei sonni pomeridiani, nei vestiti stropicciati, nelle periferie semi deserte dove solo africani e asiatici sembrano trovarsi a proprio agio. I dialoghi bruschi alternati ai movimenti di macchina morbidi danno forza comica e densità drammatica al film.
Un cast brillante tra personaggi passionali e infimi
Molto bella l’interpretazione di Jasmine Trinca che veste i panni di un’insolita donna passionale. Lei, solitamente timida e tutta acqua-e-sapone, diventa una ragazza sguaiata, con i capelli scoloriti e arruffati, un abbigliamento sopra le righe, e il trucco costantemente stropicciato. Una Anna Magnani contemporanea che rimanda alla mamma di Bellissima. Il suo amico e vicino di casa, il Chicano (Alessandro Borghi) è forse l’unico personaggio maschile buono del film, sensibile ma instabile, insegue insieme all’amica un pezzetto di fortuna. Ma cos’è la fortuna? E’ vincere al Superenalotto, o aprire un negozio di parrucchiere, o sopravvivere alle meschinità che ci circondano?
Quando finalmente arriva l’amore nella sua vita, non è salvezza quello che porta, ma ancora una volta una delusione. In questo Stefano Accorsi si conferma – a mio avviso – perfetto nei ruoli dell’uomo-verme. Uomini deboli, vermi o violenti quelli che escono dalla penna della Mazzantini, e così spietatamente ritratti da suo marito in questo loro sesto film insieme.
Fortunata ed il dialogo con l’Antigone di Sofocle
Pur essendo recitato in dialetto, il film è ricco di elementi colti e di archetipi letterari. Molti i richiami alla tragedia di Sofocle, Fortunata è un’Antigone coraggiosa e instancabile. Disubbidisce alle leggi degli uomini, si ribella alla loro meschinità. Disprezzandoli, sputandogli contro. Perché Tor Pignattara non è Hollywood ma neppure Tebe, e quando le donne non possono difendersi dal Tiranno, lo sputo è il più forte dei pugni: è il disprezzo che sa ferire l’uomo nel suo orogoglio.
Fortunata, come sua figlia, ha avuto un’infanzia difficile e porta ancora dentro di segni di un trauma infantile. Riemerge il ricordo del padre tossicomane che lei “accompagnava” da bambina a drogarsi sul lungomare di Ostia, come Antigone accompagnava Edipo non vedente. A differenza di Antigone tuttavia, Fortunata è una MADRE: non può permettersi il lusso di lasciarsi abbattere dalla vita o di impiccarsi con una sciarpa. Dunque anche se sconfitta, prende in braccio la figlia, si mette la sciarpa a mò di collana, e tira avanti traballante. Questa è la sua fortuna.
Fortunata, il film che non mi aspettavo
Mi è piaciuto molto questo film. Mi aspettavo solamente rimmel colato, donne sgangherate e scene di sesso rubato, ma mi sono dovuta ricredere. Grande e piacevole sorpresa per un film che è sia amaro sia sensuale, triste ma colorito, e con un paio di battute significative che gettano un velo di leggerezza romana su una vicenda, ahimè, molto verosimile. Belle infine alcune scene evocative e poetiche che Castellitto e Corticelli hanno inserito nella pellicola e che rendono questo film degno della Croisette. Andatelo a vedere!
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Fortunata
Valutazione globale - 8
8
Una film duro ma sensuale