Con Erased continua il giro del mondo delle produzioni Netflix, che questa volta ci porta in Estremo Oriente, ma con una storia che ha qualche punto in comune (non troppi però) con un’altra recente e molto interessante produzione di Netflix, la tedesca Dark. Qui proviamo ad analizzare per voi i primi due episodi, da 25 minuti l’uno, di questa serie, per darvi una prima opinione ed aiutarvi a decidere se vi può interessare.
Erased – pilot: sinossi
Satoru è un ragazzo timido e introverso, a cui piacerebbe riuscire a scrivere un Manga, ma nella vita si barcamena consegnando pizze. Ma a Satoru capitano anche cose strane, ossia, quando sta per accadere qualcosa di brutto nel posto in cui si trova, viene riportato “indietro” nel tempo di qualche minuto, per risolvere la cosa. La situazione però si complica quando trova la madre morta e viene riportato indietro di ben 18 anni, alla quinta elementare, per cercare di risolvere un mistero che, verosimilmente, ha dato origine a tutto.
Erased – pilot: le nostre impressioni
Erased nasce da un recente manga giapponese, portato come live action prima in un film televisivo nel 2016 e ora in una serie TV, coprodotta e distribuita da Netflix a livello globale. Sicuramente con tutte queste trasposizioni in pochi anni, il prodotto deve aver goduto di un grande successo in madre patria e ora prova ad esportarlo con una tematica che ha un respiro apprezzato internazionalmente, nella propria nicchia di mercato ovviamente, ossia quella della fantascienza che coinvolge i viaggi nel tempo.
L’idea di base dello show non è nemmeno male, con questo strano e indesiderato potere di ritornare di qualche minuto indietro nel tempo per evitare brutte situazioni, così come lo sviluppo della trama che ci porta a fare questo grande salto indietro; entrambe le cose, combinate, riescono a costruire un introduzione davvero efficace a livello narrativo, che incuriosisce lo spettatore, soprattutto perché ha un ottimo ritmo, riuscendo a mettere tutto nello spazio standard di un episodio normale (che qui invece sono 2 episodi in questo formato “anomalo” che ricorda quello delle comedy occidentali).
Quello che però funziona meno è un eccesso di parlato “fuori campo”, almeno in quest’inizio di stagione, ma che pare, vista la costruzione scenica, dover essere una caratteristica distintiva dello show.
Se infatti il formato breve richiama la compattezza del manga, anche questo caratteristico voiceover vuole riprodurre sullo schermo la tipicità presente nella pagina cartacea, ma sullo schermo appesantisce troppo quello che stiamo vedendo, in particolar modo perché viene spesso usato per sottolineare l’ovvio. In una pagina disegnata, la “voce fuori campo” è utile per enfatizzare quei dettagli che altrimenti potrebbero sfuggire, ma a video se ne perde totalmente l’utilità, andando, anzi a diventare fastidiosa, in quanto non c’è il minimo bisogno che il protagonista spieghi ogni due secondi cosa sta vedendo o cosa sta facendo, ci si arriva anche senza questo non chiesto spiegone.
Ci sono inoltre alcune svolte narrative che sono un po’ troppo elementari e telefonate, costruite un po’ per far andare la storia dove dovrebbe andare, ma perdendo di vista un po’ la logica di fondo.
La parte mystery però sembra comunque interessante e intrigante, così come le molte possibilità fornite dal viaggio nel tempo che, se ben usate, possono avere degli sviluppi anche imprevedibili e quindi la visione, anche grazie al formato ridotto (12 episodi da 25 minuti volano via), non credo sia troppo impegnativa.
Erased - pilot
Valutazione globale - 6.5
6.5
Con potenziale, ma un po' naif
Erased – pilot: un giudizio in breve
Erased è un mystery fantascentifico che ha delle buone potenzialità su entrambe i tipi di narrazione che va a mischiare e un formato compatto che aiuta una visione veloce e leggera, che presenta però, almeno inizialmente, alcuni difetti macroscopici, come un uso esagerato e inutile della voce fuori campo e una qualità di scrittura a volte un po’ naif.
Mi sento di consigliarlo a chi ama questa tipologie di storie, però da vedere con qualche riserva, considerando che se gli attori adulti non sembrano troppo in palla, la loro controparte “giovane” nel passato riesce a dare qualche speranza in più, pur mantenendo il classico overacting tipico del mondo nipponico.
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