La seconda stagione di Dirk Gently è arrivata questo weekend su Netflix, dopo il suo passaggio in America su BBC America e ci ha deliziato con dieci episodi ancora più deliranti e complicati rispetto alla prima stagione, lasciandosi molte porte aperte per un futuro del quale, purtroppo, molto probabilmente non vedremo nulla.
Dirk Gently, seconda stagione: sinossi
Al termine della prima stagione tutti i protagonisti erano stati divisi, chi catturato, chi in fuga, chi alla ricerca dei dispersi. La seconda stagione si apre ancora con questa situazione, e con l’aggiunta di un regno “fiabesco” abitato da personaggi abbastanza bizzarri, oltre all’attrazione magnetica di tanti protagonisti verso Bergsberg, Montana, una cittadina tanto dispersa in mezzo al nulla quanto epicentro di misteri e “magia”.
Dirk Gently, seconda stagione: le nostre impressioni
La seconda stagione di Dirk Gently, con riferimento alle tematiche che vengono inserite, cambia molto rispetto alla prima. Certo, resta sempre una serie fantascientifica di base, ma se nella prima stagione erano i viaggi nel tempo e la concatenazione causa/effetto a farla da padrone, con una discreta dose di fatalismo temporale, nel senso che le scelte potevano sembrare libere ma erano sempre concatenate a qualcosa già fatto o già deciso precedentemente, qui ci spostiamo su un altro piano.
La seconda stagione, infatti, si sposta più verso i mondi paralleli, inserendo uno spiccato tono favolistico e fantasy, sopra la base fantascientifica, portandoci a vivere questi due filoni narrativi separati, ma profondamente interconnessi, che portano anche la storia ad allargarsi rispetto alla prima stagione.
Quello che possiamo vedere, in effetti, in questi episodi, è una minore dipendenza dal duo Dirk-Todd e una maggiore presenza in scena, anche da soli, di tanti di quei personaggi che nella prima annata erano stati più “spalle sceniche” o comunque personaggi secondari della narrazione. Chi ha una crescita maggiore è sicuramente Amanda, supportata dal Trio Chiassoso, che non è altro che la sua “corte”: Amanda continua la sua evoluzione in quello che sarebbe (se la serie fosse proseguita) dovuto probabilmente diventare uno dei personaggi principali, il collante e la guida delle persone speciali, gli strumenti per riparare l’universo, così come, dal lato opposto, viene maggiormente delineata la figura del nuovo leader dell’Ala Nera, ossia Ken, che ha avuto pure lui un evoluzione incredibile.
L’evoluzione dei personaggi è sicuramente uno degli aspetti meglio curati di Dirk Gently, che non s’impaurisce nel modellarli, dargli una traiettoria, fargli anche cambiare direzione, e grazie a tutto questo renderli più tridimensionali e sfaccettati. Questa stagione non ha più una coppia di stelle binarie che si ruotano attorno e una massa di satelliti, qui abbiamo visto l’introduzione di diversi centri di gravità nell’universo dello show.
Ciò che invece rimane costante, e sempre di nobilissima fattura, sono i ritmi dello show e la sua comicità. Dirk Gently è una serie da binge watching estremo, non da pause, assomma domande e concatenazioni, distribuisce a pieni mani indizi evidenti e fasulli, mette sempre i protagonisti in situazione di limite e avvolge lo spettatore in questa narrazione forsennata.
Probabilmente avrebbe avuto maggiori fortune, anche in patria, se fosse nata direttamente come una serie streaming, anziché essere una serie di quelle trasmesse settimanalmente.
La comicità invece è il tratto saliente dello show, con questo mix british e americano, di due mondi e modi che non si capiscono e ancor più accentuano l’ilarità, supportata quest’anno anche dall’inserimento di un mondo tanto assurdo quanto i suoi protagonisti, capace di creare figure irriverenti, potenti e iconiche come Panto Trost.
Irriverente e avvolgenteDirk Gently - seconda stagione
Valutazione globale - 8
8
Dirk Gently, seconda stagione: un giudizio in sintesi
La seconda stagione di Dirk Gently è divertente, irriverente, con un ritmo forsennato e riesce a imporre un cambio di registro alla serie che non la fa cadere nella possibile noia da già visto. È tutto nuovo e lo stesso show diventa molto più corale, elevando il livello dei personaggi esistenti e introducendone di nuovi assolutamente interessanti e all’altezza.
La seconda stagione, inoltre, sembra essere una sorta di “ponte” tra una prima stagione più meramente introduttiva, funzionale a presentare protagonisti e universo narrativo, e un seguito più organico, con maggiore complessità e storylines aggiuntive. Purtroppo, sempre che l’Universo in qualche modo olistico non faccia il miracolo, non vedremo mai questa nuova evoluzione. Ma abbiamo ancora un po’ di speranza, in fondo, tutto è connesso.
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