Esce finalmente nelle sale italiane Dark Night, l’ultimo film di Tim Sutton (realizzatore di film come Pavilion e Menphis). Il film, presentato nel 2016 al Sundance Festival, ha già riscosso in America molte critiche favorevoli. In Italia uscirà il 1 Marzo dopo il riconoscimento alla 73esima mostra del cinema di Venezia con il Premio Lanterna Magica nella sezione Orizzonti.
Dark Night: la sinossi

Dark Night: le nostre impressioni
Dark Night inizia con un primissimo piano sull’occhio attonito di una donna su cui si riflettono le luci stroboscopiche rosse e blu di una macchina della polizia. La scena si allarga sulla ragazza seduta in stato di shock su un marciapiede, la sua canottiera raffigura la bandiera americana. Il film si sviluppa poi con un montaggio di scene quasi disordinato al punto che il girato e il recitato quasi non hanno filo logico. Da subito sappiamo che ci sarà una sparatoria, un massacro, ma non sappiamo chi dei sei personaggi su cui si concentra il film sarà il folle omicida.

La lentezza è un mezzo progettato per cullare lo spettatore nei ritmi del quotidiano; scavare nel subconscio catturando frammenti illustrativi e momenti di vulnerabilità attraverso la routine dei rituali solitari. Ecco dunque la cinepresa seguire il veterano tornato dall’Iraq e affetto da PTSD (Eddie Cacciola); Summer (Anna Rose Hopkins) l’aspirante attrice ossessionata dal proprio aspetto, Jumper (Robert Jumper) il ragazzo che affronta una delusione d’amore, uno skater silenzioso che si tinge i capelli di arancione (come James Holmes la sera che entrò nel cinema di Aurora), un’adolescente sudamericana (Rosie Rodriguez) che lavora nel grande magazzino durante i fine settimana e Aaron (Aaron Purvis) il gamer sociopatico che vive con la madre anziana. Chi di loro è il killer? I sospettati sono i sei ragazzi della porta accanto, che per tutto il film ci tengono col fiato sospeso, in un continuo stato di apprensione.
Il paesaggio rappresentato è quello drammaticamente umano fatto di persone comuni – comuni per la società individualista occidentale, che vivono uno stato di isolamento aberrante. Diversamente da Elephant, a cui il film si ispira ampiamente, non si percepisce violenza o volgarità, né “moventi” che giustificano un’atrocità tanto grande. Si assiste impotenti al disagio contemporaneo, un malessere così comune tra i giovani americani, quanto una vera epidemia.

Dark Night
valutazione globale - 6
6
Un film cupo e introspettivo
Dark Night: un giudizio in sintesi
Per molti giorni mi sono arrovellata ripensando a questo film. Già questo dovrebbe bastare come giudizio positivo. Film come Bowling a Columbine (M. More, 2002), Elephant (Gus Van Sant, 
Il mio pensiero, quando finalmente si scopre l’identità del killer, è stato – cinicamente – quello che mettesse finalmente fine alle loro agonie!
Un film cupo e introspettivo sul disagio dei giovani americani, un atto di accusa contro la moderna cultura americana sull’orlo dell’oblio.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook
Intrattenimento.eu News e recensioni di cinema e serie tv