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Un sacchetto di biglie: la recensione del film di Christian Duguay

Il regista di Belle & Sebastien – L’avventura continua, il canadese Christian Duguay, torna a dirigere con maestria piccoli grandi attori che si cimentano con una storia vera e universale: il romanzo bestseller di Joseph Joffo Un sacchetto di biglie.

Un sacchetto di biglie: la sinossi

Joseph e Maurice Joffo sono due fratelli ebrei che conducono una vita tranquilla tra la scuola e il negozio di barbiere del papà, ma nella Francia occupata dai tedeschi la situazione precipita: devono un sacchetto di bigliecucirsi la stella di Davide sul petto, iniziano le discriminazioni a scuola e le aggressioni da parte di alcuni compagni. La loro è una famiglia molto unita: hanno due fratelli più grandi e i genitori, Roman e Anna, decidono di farli fuggire da Parigi, ma dovranno rimanere tutti divisi, perché le deportazioni incombono e potranno farcela solo se viaggeranno da soli. Ci vuole una dose non indifferente di astuzia, coraggio e ingegno per trovare il modo di arrivare nella Francia libera, a Nizza. Ma il ricongiungimento familiare durerà poco, poiché ad attenderli ci saranno nuove, grandi difficoltà.

Un sacchetto di biglie: le nostre impressioni

Non è solo un film tratto da un testo classico che si legge nelle scuole francesi da anni (Un sac de billes), c’è lo sguardo atterrito e generoso di un bambino che getta una luce universale sulla narrazione della persecuzione degli ebrei, che diventano il simbolo dei popoli perseguitati nel mondo.

un sacchetto di biglieChristian Duguay, già autore di successo di pellicole come Jappeloup e della miniserie televisiva Il giovane Hitler (nominata agli Emmy Award), rivela qui una asciuttezza rara e dal tocco delicato, tipico del suo cinema ai confini del genere documentaristico, da cui eredita il carattere istintivo e pulito delle sequenze. Si tratta di una prova di regia matura che ha saputo puntare sulle straordinarie riprese in movimento (camminiamo insieme ai ragazzi sulle strade di montagna, nei boschi al buio, tra i campi; corriamo per sfuggire agli spari), sui primi piani dei due giovanissimi ma bravissimi attori e sulla scelta delle scene da montare, fatta da Duguay direttamente sul set.

A dare credibilità e dettaglio a questo manufatto cinematografico ci sono attori notevoli che si sono cimentati in piccole ma decisive parti, come Christian Clavier, Kev Adams, Bernard Campan. Ma gli eroi di questa “epopea luminosa raccontata dal punto di vista dei bambini”, come l’ha definita lo stesso regista, sono i suoi talentuosi protagonisti: Dorian Le Clech (Joseph) e Batyste Fleurial Palmieri (Maurice). Frutto di una lunga ricerca da parte del casting e addestrati ad arte da un coach.

un sacchetto di biglieAlla base di tutta questa avventura c’è stato l’incontro con lo scrittore e protagonista della storia, Joseph Joffo. E’ stato in quel momento che ha scoperto il legame con il suo cinema: “il mito del padre si ritrova in tutti i miei film – spiega – per me la figura paterna è divina, dà sicurezza”, e per questo è diventata centrale nell’adattamento che ha firmato. Un’operazione convincente e avvincente, dove anche l’ambientazione curatissima, la fotografia di Christophe Graillot e le musiche di Armand Amar hanno contribuito alla riuscita.

Un sacchetto di biglie

valutazione globale - 7.5

7.5

Un film profondo e da vedere

User Rating: 2.35 ( 2 votes)

Un sacchetto di biglie: un giudizio in sintesi

Nonostante già la filmografia si sia espressa ad alto livello sull’argomento, parlo di film come Il pianista, Scindler’s List, Arrivederci ragazzi, Un secret, solo per citarne alcuni, si trova una freschezza originale nell’opera di Duguay, che ha scelto di lasciare spazio alla speranza, un insieme che induce lo spettatore a provare la più sincera commozione.

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