Tutte le volte che ho scritto ti amo, traduzione italiana di To All the Boys I’ve loved Before, è il titolo del nuovo film Netflix, approdato sulla piattaforma il 17 agosto. Il romanzo di cui Netflix ha acquistato i diritti è stato scritto dalla penna di Jenny Han ed è stato una vera e propria sorpresa dal punto di vista editoriale, riuscendo a rendere con spensieratezza le gioie e i dolori di un’adolescente alle prese con i primi amori.
La protagonista di Tutte le volte che ho scritto ti amo è Lara Jean, una timida sedicenne di origini coreane che vive col padre, un dottore, e le due sorelle, la maggiore Margot e la più piccola Kitty. Un giorno, in seguito alla partenza di Margot per il college, la giovane Kitty decide di spedire all’insaputa della sorella delle lettere scritte da quest’ultima ai ragazzi oggetto del suo amore nel corso di vari anni, per dare la possibilità a Lara Jean di movimentare la sua vita e, magari, di trovare un fidanzato. Ed è così che Lara Jean dovrà confrontarsi con la nemica/ex-amica Gen, il giocatore di lacrosse Pete, firmatario di un contratto di “finto fidanzamento”, e Josh, ex della sorella Margot, nonché suo migliore amico e primo vero amore della ragazza, cercando al contempo di trovare se stessa e la sua dimensione.
Tutte le volte che ho scritto ti amo: la trama
Tutte le volte che ho scritto ti amo: le nostre impressioni
Tutte le volte che ho scritto ti amo è un esemplare di quel genere teen drama/coming-of-age movie ormai tanto in voga tra il pubblico odierno: in questo genere di film assistiamo alle vicende che hanno come protagonista un’adolescente alle prese con le prime volte della propria vita, dall’amore, alla delusione, al dolore, cercando di capire in contemporanea la propria natura, capire qual è il posto che il mondo ha riservato loro. Anche in questo caso, questi elementi ricorrenti del genere sono presentati sullo schermo: Lara Jean è una ragazza che ama definirsi “invisibile”, timida, non avvezza alle luci della “celebrità”, che ha una terribile paura, ovvero quella di affezionarsi troppo a qualcuno per poi soffrire nell’eventualità questa persona esca dalla sua vita. In seguito alla perdita della madre, difatti, LJ (come ama chiamarla la sua migliore amica Chris) si è sentita in dovere di crescere in fretta, tenendo a debita distanza le persone.
In seguito alla spedizione delle 5 lettere, però, LJ è costretta ad affrontare il mondo, uscendo da una dimensione fatta di fantasia in cui si era rifugiata. Così la ragazza affronterà i suoi sentimenti, nel tentativo di uscire da quell’armatura emotiva che si è costruita intorno ma senza drammi, affrontando momenti imbarazzanti senza quei risvolti più tragici che ultimamente si tendono a rappresentare nei prodotti con soggetti adolescenti. In maniera spensierata, forse troppo rispetto alla realtà più cruda, fatta di cattiverie pubblicate online e atti di bullismo, la regia di Susan Johnson ci ha dato la rappresentazione della lotta interiore e col mondo dei giovani d’oggi, con una leggerezza forse ingenua, forse necessaria, in un panorama di prodotti che si concentrano invece sugli aspetti più tenebrosi.
Il cast di Tutte le volte che ho scritto ti amo è efficace e convincente: non si può non provare tenerezza verso Lara Jean, simpatia per Kitty, o non farsi sfuggire un sorriso ascoltando le battute di Pete. Una sceneggiatura che non brilla per particolarità ma che si fa veicolo efficace del mondo adolescenziale all’acqua di rose rende Tutte le volte che ho scritto ti amo un prodotto piacevole nella sua basicità.
Fruibile e piacevole nella sua semplicitàTutte le volte che ho scritto ti amo
Valutazione globale - 6.5
6.5
Tutte le volte che ho scritto ti amo: un giudizio in sintesi
In circa 96 minuti di film Tutte le volte che ho scritto ti amo presenta agli spettatori le vicende tipiche dell’adolescenza, fatta di amori e delusioni, di ricerca di se stessi e di dubbi, facendo immedesimare il pubblico più giovane e riportando alla memoria ricordi ai più grandi. Con leggerezza e semplicità viene raccontata la storia di Lara Jean, senza eccedere, senza esagerare, come un prodotto dall’alta fruibilità. Tutte le volte che ho scritto ti amo scorre verso la fine, forse un poco stereotipata, piacevolmente, andando oltre a quella rappresentazione più dark dell’adolescenza, tanto in voga ai giorni nostri, forse più veritiera ma non sempre necessaria.
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