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Una scena di Tuo Figlio

Tuo figlio: recensione del dramma spagnolo disponibile su Netflix

La recensione di Tuo Figlio (Tu Hijo), il film drammatico spagnolo di Miguel Ángel Vivas disponibile sul catalogo di Netflix.

Tuo figlio: la sinossi

Tuo figlio

Siviglia. Oggi. Jaime Jimenez (Jose Coronado) è uno stimato chirurgo, vive con la moglie Carmen (Ana Wegener) e ha due figli adolescenti, Marcos (Pol Monen) e Sara (Asia Ortega). Sono una famiglia apparentemente felice e spensierata, lontana da ombre o drammi sommersi. Tuttavia, una notte, Jaime si ritrova ricoverato nel suo ospedale proprio il figlio Marcos, vittima di un feroce pestaggio nei pressi di una discoteca. Le identità dei responsabili sono però celate da una coltre di omertà tra i giovani testimoni, complicando le indagini nelle prime battute. A questo si aggiunge una dose di negligenza della polizia, cosa che spinge Jaime a farsi giustizia da solo, con un’escalation di efferatezze per trovare il colpevole. Il suo viaggio negli inferi lo condurrà a una verità inaspettata e dolorosa su quanto superficialmente conoscesse Marcos…

Tuo figlio: le nostre impressioni

Dopo il duro revenge movie No habrà paz para los malvados (Non ci sarà tregua per i malvagi), Jose Coronado torna a vestire i panni di un uomo che si spoglia della propria umanità per onorare la sete di vendetta. La sua è una discesa nei bassifondi dell’anima, un declino morale ben restituito dalla prova in levare dell’attore iberico. Molti dei comprimari, però, non propongono la stessa qualità, dando l’impressione che siano tutti mere spalle sfruttate per far risaltare l’intensità di Coronado. In tal senso le prove di Ana Wegener e Asia Ortega nei panni di moglie figlia sono esemplari: maschere dolenti e prive di sussulti particolari.

Jose Coronado

La direzione di Rivas brilla, invece, nella raffinata scelta delle inquadrature e nel coraggio di riprendere senza sconti una delle scene di pestaggio più insostenibili degli ultimi anni (giustificatissimo il divieto ai minori di 14 riconosciuto al film). Tale sequenza si lega poi ad uno dei temi cardine dell’opera, ossia l’impossibilità per le vecchie generazioni di comprendere gli umori e le idiosincrasie di quelle successive. Le grandi svolte nella ricerca di Jaime passano, infatti, per l’occhio imparziale e vitreo di un telefonino, unico filtro per setacciare elementi di verità nella vita del figlio.

La sceneggiatura rude e pessimista scritta dal regista Miguel Ángel Rivas e da Alberto Marini (Rec, Bed Time), racconta quindi una società spagnola illeggibile e spaccata, pervasa da una violenza sommersa e senza risposte dall’autorità. Si tratta, tuttavia, di temi già sviscerati in modo tombale da antecedenti illustri come Il Giustiziere della Notte di Michael Winner, Non è un Paese per Vecchi dei Fratelli Coen ma, soprattutto, Un Borghese Piccolo Piccolo di Mario Monicelli.

Si parla di “tuo” figlio adottando come destinatario lo spettatore stesso, data l’universalità della maschera che indossa Jaime, l’uomo qualunque che decide di farsi giustizia da solo in una società che non capisce e gli è ostile.

Tuo figlio

Valutazione globale - 6

6

Dramma di genere ruvido e ultrapessimista, una storia di vendetta che falcidia un paese non più per vecchi.

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Tuo figlio: giudizio in breve

Jose Coronado Tuo Figlio

Rivas consegna un dramma girato professionalmente e con pochi mezzi, che ben si colloca nella tradizione del cinema di genere spagnolo. Costituisce, però, un’opera minore nel genere revenge, con declinazioni attuali e urgenti purtroppo non supportate da una narrazione sufficientemente compatta e verosimile. In Tuo figlio si riscontrano, infatti, degli spunti di sceneggiatura brillanti (la sequenza del recupero del telefonino con il video del pestaggio), ma anche alcuni poco verosimili o piuttosto prevedibili. Tuo Figlio costituisce, pertanto, un’opera minore nel genere revenge, con declinazioni attuali e urgenti purtroppo non supportate da una narrazione sufficientemente compatta e verosimile. È sconsigliabile a un pubblico sensibile, venendo rappresentata una violenza che lascia davvero poco all’immaginazione.

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About Giulio Mantia

Sono un immoderato consumatore di film improvvisatosi recensore amatoriale. Cerco di scrivere di cinema nei limiti delle mie conoscenze ed evitando di farla fuori dal vaso. Accetto volentieri critiche, osservazioni e confutazioni. Il mio film preferito è senza dubbio Dal Tramonto all'Alba di Rodriguez/Tarantino, un'allegra miscela di delirio e badassment che riesce sempre a rallegrarmi.

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