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The Umbrella Academy

The Umbrella Academy: la recensione della serie Netflix con Ellen Page

Basata sulla serie di fumetti ideata dall’ex cantante dei My Chemical Romance Gerard Way e pubblicata dalla statunitense Dark Horse Comics, The Umbrella Academy è una delle nuove serie approdate su Netflix nel mese di febbraio. Ironica, irriverente, peculiare nel suo genere, presenta tra i più disfunzionali supereroi o sedicenti tale mai visti sugli schermi, in un susseguirsi di episodi che non si possono guardare se non tutto d’un fiato.

The Umbrella Academy: la sinossi

The Umbrella Academy

Il primo ottobre 1989, quarantatré donne in tutto il mondo che fino al giorno prima non sapevano di essere incinte danno alla luce bambini dalle doti straordinarie. L’eccentrico Sir Reginald Hargreeves (Colm Feor), adotta 7 di questi bambini, fondando la cosiddetta Umbrella Academy, dove cerca di formarli come una squadra di supereroi, dando loro dei numeri di riconoscimento, da 1 a 7. Trent’anni dopo, i figli Luther (Tom Hopper), Diego (David Castañeda), Allison (Emmy Raver-Lampman), Klaus (Robert Sheehan) e Vanya (Ellen Page) si ritrovano per commemorare il padre defunto, tanto odiato e temuto. A interrompere la sequela di ricordi dolorosi che l’Umbrella Academy suscita in loro troviamo Numero 5 (Aidan Gallagher), scomparso anni prima, che afferma di essere tornato dal futuro per prevenire la fine del mondo, che avverrà di lì a 7 giorni. La squadra si riunisce così, tra dissapori del passato e rapporti familiari burrascosi.

The Umbrella Academy: le nostre impressioni

The Umbrella Academy

I 10 episodi che compongono The Umbrella Academy possono essere definiti, seppur trattando elementi distinti o focalizzandosi su personaggi diversi, con un solo aggettivo: stravaganti. Sì, perché questa serie è un prodotto interessante sotto vari punti di vista, dalla spiccata particolarità e caratterizzazione.

In un singolo giorno, nascono 43 bambini dalle doti straordinarie, ma solo 7 di loro crescono insieme. Addestrati a obbedire e ad affinare sempre più i loro poteri, i giovani diventa vere e proprie macchine da guerra, a discapito della dimensione umana e personale. Viene chiesto loro di sacrificare tutto, la loro infanzia, il contatto con le persone, il senso di appartenenza e la loro personalità per un fine superiore, imposto loro da un uomo che sembra davvero glaciale, terribile. Le ripercussioni sulla psiche dei protagonisti sono evidenti 30 anni dopo, quando si ritrovano alla Umbrella Academy in occasione della morte del padre. Ognuno di loro si è rifugiato in un porto sicuro, sia esso la Luna, la fama, la droga, l’aldilà, la lotta contro il crimine, la musica. Una volta riuniti, nessuno di loro sa cosa fare, né come approcciarsi l’un l’altro.

La situazione sembra irrimediabile, sia a livello familiare che personale, ma poi arriva Numero 5, ribaltando il risultato. Ora ognuno di loro, pur non volendo ammetterlo, ha uno scopo, e un’ultima occasione di ritrovarsi con i fratelli prima che l’Apocalisse tolga loro ogni speranza. I membri dell’Umbrella Academy perciò si trovano, loro malgrado, a ricoprire il ruolo di supereroi da cui erano scappati anni prima, dimostrando di aver dimenticato quell’addestramento impartitogli anni prima. Il risultato è una serie di rocambolesche e a tratti ironiche sequenze, a metà fra il genere superheroes e la commedia, tra cui spiccano quelle tra Klaus e Numero 5, i dialoghi tra i “cattivi” Hazel e Cha-Cha (Cameron Britton, Mary J. Blige).

Gli eroi dell’Umbrella Academy risultano disfunzionali alla massima potenza, vittime di una vita priva di affetti veri, dell’amore paterno e di sofferenze, ma che intrattengono e stimolano empatia. Perciò il gigantesco Numero 1/Luther viene caratterizzato da un’incredibile sensibilità, lo spavaldo Numero 2/Diego è affetto da balbuzie, il tormentato Numero 4/Klaus è sempre allegro seppur in preda al dolore, la normalissima Numero 7/Vanya è, paradossalmente, la più peculiare di tutti i fratelli. Questa scelta nella caratterizzazione rende il gruppo e le sue dinamiche ancor più paradossali, così che il parallelo, seppur alla lontana, con Misfits, altro esempio di eroi disfunzionali, vien da sé.

The Umbrella Academy

La caratterizzazione dei personaggi e la presentazione che viene fatta di essi è ben strutturata, sebbene ci si focalizzi più su alcuni, facendo presagire una successiva resa di giustizia a chi è stato “trascutato”. Comunque, a ciascuno di loro è stato dato modo di presentarsi allo spettatore, rendendo chiaro il quadro delle relazioni che vi sono fra loro.

Notevole, anche grazie all’interpretazione del giovane Aidan Gallagher, il personaggio di Numero 5, cinico, forte, pericoloso, ma nel corpo di un 13enne, che decide di indossare ancora la divisa dell’Umbrella Academy. Un personaggio, invece, che non è stato presentato bene come il giovane teleporter, ma che rimane di certo impresso, è il medium Klaus, interpretato da un Robert Sheehan a suo agio nella parte di un giovane che preferisce trascorrere la vita completamente annebbiato dalle droghe piuttosto che continuare a vedere spiriti in ogni singolo istante. Dando l’illusione di vivere in una costante spensieratezza, è forse uno dei personaggi più tormentati. Speriamo che la sua storia venga approfondita nella seconda stagione.

The Umbrella Academy

Valutazione globale - 8

8

Disfunzionale, stravagante, interessante

User Rating: 4.4 ( 1 votes)


The Umbrella Academy: giudizio in sintesi

The Umbrella Academy

The Umbrella Academy è un prodotto che si distingue per vari motivi, tra cui fra tutti spicca al contempo per il desiderio di essere un prodotto alla superheroes, senza volerlo essere allo stesso tempo. La caratterizzazione dei personaggi, ben curata e coadiuvata da una sceneggiatura ricca di spirito e colore, fornisce allo spettatore un affresco di un gruppo estremamente disfunzionale di eroi, tormentati da un doloroso passato e uniti, loro malgrado, in una missione che farà mettere loro in discussione ogni cosa, prima che sia troppo tardi. La cura nella fotografia, nella colonna sonora, sono evidenti e particolari, rendendo The Umbrella Academy una serie davvero piacevole, che si spera abbia un seguito a breve.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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