A raccontare brevemente il plot di The Sinner c’è da restare quanto meno incuriositi. Cora (una ritrovata Jessica Biel) è una giovane donna sposata, che lavora in un’azienda di famiglia e madre di un figlio piccolo. Un giorno apparentemente come tutti gli altri si reca al lago per trascorre una piacevole giornata con la famiglia, se non fosse che Cora, improvvisamente, col coltello con cui tagliava la frutta al figlio, comincia a pugnalare ripetutamente il corpo di tale Frankie Belmont che si trovava poco distante da loro. Senza un motivo, senza una spiegazione, senza un movente che possa spiegare il folle gesto. I due, tra le altre cose, non si conoscevano neanche. E allora perché Corsa si è resa protagonista di un delitto così atroce? Cosa c’è dietro tutto questo?
The Sinner: la fede, i simbolismi e il mistero
La nuova serie USA Network, ideata da Derek Simonds e basta sull’omonimo libro di Petra Hammesfahr, parte con premesse interessanti andando subito controcorrente rispetto ai crime e ai mistery drama. Qui non c’è da scoprire chi ha ucciso una persona ma bensì il motivo per cui questa persona ha tolto la vita ad un’altra in modo così brutale davanti a decine di testimoni. La cosa si fa ancora più misteriosa perché chi ha commesso il crimine non è un mostro o un serial killer ma una donna, madre, apparentemente ‘normale’, senza evidenti alterazioni psichiche. Qualche segno di insofferenza, però, lo ha dato a vedere prima di compiere il delitto. La si vede con lo sguardo assente mentre cena con la famiglia oppure allontanarsi un po’ troppo dalla riva restando in apnea. Episodi che presi così non significano granché, se non che nel passato di Cora, come mostrato da alcuni flashback, si nasconde una rigida educazione religiosa e di obbedienza alla severa madre che chiede alla figlia di pregare il più possibile con la speranza di guarire la sorella più piccola nata malata.
Gli autori di The Sinner giocano col mistero, lavorando molto di sottrazione. Cora rimane per ora un personaggio indefinito, ancora tutto da esplorare. Si insiste di più nel calcare la mano mettendo in evidenza i segreti più nascosti di Cora piuttosto che dare uno spessore maggiore al personaggio. I flashback del periodo dell’infanzia, se in un primo momento possono affascinare, tirati per le lunghe, dovessero ripetersi con la stessa tematica anche negli episodi seguenti, potrebbero essere un grosso limite. E’ chiaro che la fede permea la serie fin dal titolo e che tutti i simbolismi presenti sono di tipo religioso, ma una prosecuzione della serie basata solo su elementi del genere si prenderebbe rischio non da poco. Il detective Ambrose, invece, che indaga sull’omicidio, interpretato da Bill Pullman, è costruito su basi interessanti, non tanto per la sua perversione erotico sadomasochista (viene quasi alla mente il Paul Giamatti di Billions) ma per un velata malinconia che lo caratterizza e che lo porta ad entrare appieno nella vicenda di Cora, quasi come se volesse trovarle delle attenuanti nonostante la platealità dell’omicidio commesso.
Per adesso The Sinner si merita una promozione con riserva. Le premesse restano interessanti e lo sviluppo della trama potrebbe portare a risvolti intriganti. Ma, come dicevamo prima, c’è anche un’alta percentuale di rischio dovuta al tema religioso che dovrebbe farci restare in allerta per tutti e gli otto episodi della serie.
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Valutazione globale
Intrigante e misteriosa