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Spider-man: Far From Home

Spider-Man: Far From Home: la recensione del film di Jon Watts

Con questo nuovo capitolo della saga dedicata all’amichevole eroe di quartiere, intitolato Spider-Man: Far From Home, si chiude la cosiddetta Fase Tre o Fase dell’Infinito del MCU, il Marvel Cinematic Universe. Ventritreesimo film MCU, Spider-Man: Far From Home è un piacevole prodotto che affresca con chiarezza le difficoltà di un giovanissimo eroe alle prese con l’ingombrante eredità di Tony Stark e con la sua doppia identità, senza mai tralasciare quella nota particolarmente leggera e ironica che caratterizza da sempre le vicende dell’eroe del Queens.

Spider-Man: Far From Home: sinossi

A distanza di 8 mesi dallo scontro con Thanos in Endgame, Peter Parker (Tom Holland) cerca di tornare alla normalità dopo aver affrontato minacce aliene ed essere stato “blippato” per 5 anni insieme a metà della vita in tutto l’universo. Perciò la gita in Europa organizzata dalla scuola sembra essere un’ottima via di fuga per Peter, in compagnia del suo migliore amico Ned (Jacob Batalon) e MJ (Zendaya), a cui vorrebbe dichiarare i suoi sentimenti. Ma a rovinare i suoi piani arrivano Nick Fury (Samuel L.Jackson) e una nuova minaccia aliena che lo vede collaborare con Quentin Beck (Jake Gyllenhaal), un eroe proveniente da un mondo parallelo. Diviso fra il suo dovere di supereroe e tra i sentimenti di un tipico adolescente, Peter farà passi falsi ma farà di tutto per poter rimediare.

Spider-Man: Far From Home: le nostre impressioni

Spider-man: Far From Home

È chiaro sin dalle prime battute di questo Spider-Man: Far From Home che ci troviamo alla chiusa di un lungo filone narrativo che, iniziato silenziosamente nel 2008 per poi svilupparsi e chiarire i suoi intenti sempre più evidentemente fino agli ultimi due Avengers, giunge al termine lasciando una pesante eredità nelle mani di un eroe alle prime armi. Ma non si evince solo questo. Come viene detto in apertura da uno studente blippato 5 anni prima, stiamo passando ad una nuova fase del Marvel Cinematic Universe, fatto di nuove dinamiche, nuove sfide, nuovi eroi e villains ben diversi dal solito. Il tutto però avviene senza mai andare fuori tema, venendo sapientemente collegato a eventi passati presenti nei 22 film precedenti.

Ciò che viene subito messo in evidenza, grazie a una sceneggiatura davvero ben costruita e solida frutto del lavoro a quattro mani di Chris McKenna ed Erik Sommers, è il tono volutamente leggero e da teen movie di questo Spider-Man: Far From Home. Peter, interpretato da un Tom Holland che sembra nato per vestire i panni del cosiddetto “bimbo-ragno” (i più affezionati ricorderanno questo soprannome datogli da Tony Stark), concentra le sue attenzioni per una buona metà del film sulle sue vicissitudini personali, tipiche di un qualsiasi adolescente, tra primi amori, la voglia di leggerezza, di spensieratezza, il tutto sullo scenario di un viaggio in Europa visto come una via di fuga dal dolore per la perdita del mentore Tony Stark e da tali responsabilità che un sedicenne non dovrebbe mai tenere sulle spalle.

Spider-man: Far From Home

In questa prima parte Peter è un ragazzo più normale che mai, alla ricerca di una via di fuga, che però sembra impossibile. Ed è così che iniziamo a vedere quel lato della vita di Peter Parker così caratterizzato nei fumetti e nei film precedenti dedicati al supereroe, ovvero la costante ricerca di anonimato, il nascondere la propria identità. Inoltre, Peter sembra doversi caricare, oltre alla pesante eredità di Stark e il suo sacrificio per lui, degli errori e delle situazioni lasciate in sospeso dagli adulti, provenienti da un mondo che lo a coinvolto in qualcosa di immenso per poi lasciarlo abbandonato al suo destino.

Spider-Man: Far From Home cambia decisamente tono nella seconda metà, diventando un prodotto più cinecomic e più d’azione, diventando un poco più confusionario anche a causa di una regia, quella di Watts, che è sempre stata un filo carente in questo senso. Comunque, questo Spider-man: Far From Home è un prodotto fruibile e piacevole, che scorre senza intoppi fino alla fine, mostrando una conoscenza del personaggio dell’Uomo Ragno e del suo background tale da aver creato uno dei film Marvel più riusciti, legato a doppio filo con tutto l’universo Marvel precedente.

Spider-man: Far From Home

Una nota va dedicata all’eroe-poi-antieroe di questo Spider-Man: Far From Home, Quentin Beck/ Mysterio, interpretato da Jake Gyllenhaal. Il profilo di questo personaggio è alquanto peculiare: genio incompreso alla corte delle Stark Industries, mai veramente apprezzato dal suo capo, Beck ha covato dentro di sé un odio profondo, un velenoso risentimento che ha contagiato molti altri. Ed è così che ci troviamo dinanzi a un villain che non è alieno, che non è dotato di poteri sovrannaturali, ma che ha usato a suo favore la tecnologie e le fatiche svolte per Stark, diventando quello che sarebbe potuto essere appunto quest’ultimo se mai avesse deciso di usare per il male le sue invenzioni. È difficile in alcuni momenti non provare empatia per questo personaggio, poiché chi di noi non si è mai sentito così, poco apprezzato, bistrattato, emarginato? Per questo motivo quel mantello a cui Quentin si è tanto aggrappato per ottenere il consenso, il giusto riconoscimento al suo lavoro pesa come un macigno e fa venire un nodo alla gola degli spettatori.

Spider-Man: Far From Home

valutazione globale - 8

8

Una degna chiusa alla terza fase del MCU

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Spider-Man: Far From Home: un giudizio in sintesi

Con questo Spider-Man: Far From Home si chiude la Terza Fase del MCU, aprendo nuovi scenari e nuovi snodi narrativi. I toni della narrazione si dividono tra quelli tipici del teen movie nella prima parte per poi passare a quelli più eroici da cinecomic nella seconda, con sfondo la lotta interiore di Peter fra responsabilità e spensieratezza. Un cast ben gestito, una scenggiatura davvero ben fatta rendono questo film un prodotto fruibile e interessante.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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