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Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali: la recensione

Con Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali Tim Burton racconta la storia di un gruppo di ragazzi spostati culturalmente, spazialmente e temporalmente a causa di uno stigma: essere completamente fuori dal normale. Non si tratta di follia, ma di poteri e qualità che li rendono, appunto, speciali. La riflessione che si trova a monte è estremamente interessante e stimolante, ma la traduzione pratica e cinematografica di Tim Burton si limita soltanto ad essere una piacevole storia in cui il regista ha potuto dare libero sfogo alla sua eccentrica fantasia, forse tenuta troppo a bada nel suo ultimo Big Eyes.

Miss Peregrine: una piacevole favola di fantasia

Jacob Portman è un ragazzo maldestro e non a proprio nei rapporti sociali con i suoi coetanei. Dopo pochi minuti di presentazione del personaggio e già entriamo nel bel mezzo della storia. Andando a trovare suo nonno, ritenuto affetto da demenza senile, Jacob trova la casa sottosopra nonché il nonno in fin di vita, che gli rivela di non avergli parlato di una cosa importante. Sul più bello, esala l’ultimo respiro. miss peregrine

Qualcosa di misterioso sembra ritornare dal passato, qualcosa non torna. Jacob comincia a soffrire di allucinazioni e attacchi di panico, quindi, seguendo il consiglio della psicologa, si reca con suo padre nell’isola di cui tanto gli aveva parlato il nonno. È là che si troverebbe quella casa per bambini speciali di cui il nonno gli aveva fatto vedere persino le foto. Ed è laggiù che ha il piacere di incontrare la famosa Miss Peregrine, la governante della casa per ragazzi speciali, dove ancora si trovano i ragazzi che gli aveva descritto il nonno. Ma quel luogo quasi fatato è minacciato da dei personaggi oscuri e misteriosi…

Ma che rapporti aveva il nonno con questo luogo remoto e sconosciuto? Cosa gli aveva nascosto per tanto tempo? Cosa è realmente successo?

Miss Peregrine: un semplice divertissement

miss peregrinePer quanto Tim Burton realizzi sempre dei film estremamente gradevoli, questo suo ultimo lavoro, ahimè, non è affatto all’altezza dei precedenti. Lontano è il Tim Burton che realizzava dei gioiellini cinematografici come Edward mani di forbice, Big Fish o Beetlejuice e un po’ devo ammettere che ci manca…

La storia procede linearmente, troppo linearmente, senza colpi di scena imprevedibili, senza troppo approfondimento dei personaggi, senza costruire un universo complesso come è palpabile anche nei suoi film più recenti. Tutti i personaggi rimangono quelli che si conoscono nel trailer, con qualche piccolo dettaglio in più, ma che non stupisce più del tanto.

Si potrebbe dire che si tratta di un film principalmente paratattico, in cui le informazionimiss peregrine e le azioni si aggiungono e susseguono l’una all’altra senza un’evoluzione particolarmente coinvolgente, che cerca sì di tenere l’attenzione sempre un po’ attiva, ma ottenendo paradossalmente l’effetto opposto. Il fatto è che, come accade nei film destinati ad un pubblico un po’ più ampio, Miss Peregrine finisce per diventare piuttosto monotono. Lo svolgimento della narrazione è regolare e prevedibile come ogni gesto e azione cronometrati metodicamente dal personaggio carismatico di Eva Green, la quale sembra essere uscita poco prima dal set di Penny Dreadful.

Ho come l’impressione che Miss Peregrine rimanga un gioco simpatico di un regista di qualità ma non sufficientemente sviluppato, solo con una grandissima quantità di effetti visivi che rendono le immagini effettivamente impeccabili. Vero, la storia scorre rapidamente, per fortuna senza tempi morti, ma senza costruire nulla di più approfondito.

miss peregrineInteressante è la trovata del loop temporale in cui i ragazzi si trovano per poter vivere serenamente nella loro bella casa, con un giardino splendido e decorato da cespugli a forma di animali che tanto ricorda il giardino del castello in cui si nascondeva Edward. Eppure anche questo aspetto è stato un po’ trascurato. Quest’ultimo e così anche l’emarginazione e la peculiarità dei personaggi protagonisti o persino la nera malvagità dei cattivi (tra i quali compare Samuel L. Jackson) sono tutti elementi che potevano essere approfonditi in modo psicologicamente interessante, senza cadere nel banale, come Tim Burton è in grado di fare.

Miss Peregrine rimane dunque, purtroppo, un divertissement sia per lui sia per il suo pubblico auspicabilmente giovane, nonostante il regista sia in grado di lavorare in modo originale sulle personalità eccentriche, che sono il cuore e il motore del suo cinema.

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MIss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali

Sceneggiatura
Regia e Grafica
Recitazione

un po' monotono

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