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Ozak, Jason Bateman e Laura Linney

Ozark: recensione della seconda stagione della serie tv Netflix

Il 31 agosto è sbarcata su Netflix la seconda stagione di Ozark, la serie originale che narra le vicende della famiglia Byrde, in un arco narrativo di dieci episodi da 60 minuti.

Ozark: sinossi

Marty Byrde, Jason Bateman OzarkMarty Byrde (Jason Bateman) è un contabile di Chicago che “pulisce” denaro sporco per un potente cartello messicano. Dopo aver scampato la morte, porta con sé la sua famiglia lungo le sponde del lago di Ozark, in un villaggio turistico nel Missouri apparentemente tranquillo. Qui i Byrde porteranno avanti i loro loschi giri d’affari per continuare a riciclare i soldi dei messicani, ma la malavita locale e un agente dell’FBI sotto copertura (Jason Butler Hurner) ostacolano i loro piani.

Ozark: le nostre impressioni

La seconda stagione di Ozark si riallaccia alla prima senza salti temporali, e gravita attorno al macro-obiettivo che scandisce l’andamento e le vicende dei dieci episodi: la costruzione del Casinò. Anche in questa occasione Marty e sua moglie Wendy (Laura Linney) si ritrovano fra l’incudine e il martello: da una parte i messicani, rappresentati dalla gelida e spietata avvocatessa Helen Pierce (Janet McTeer), dall’altra i coniugi Jacob e Darlene Snell (Peter Mullan e Lisa Emery), spacciatori locali di eroina con cui Marty ha dovuto scendere a compromessi e includere nell’affare.

Ozark, Snell Peter Mullan, Lisa Emery, A nostro avviso stavolta è Wendy Byrde il personaggio che emerge alla distanza. Inizia col rispolverare le sue doti da lobbista per convincere i politici locali ad approvare il progetto di costruzione del Casinò, adescando l’imprenditore Charlie Wilkes (Darren Goldstein) come tramite dell’operazione. Poi, saprà andare oltre le mezze misure spesso imposte dal marito, sporcandosi le mani più del necessario, sviluppando quella mentalità da gangster che verrà apprezzata persino ai piani alti dell’organizzazione criminale. Se il personaggio di Wendy evolve in questa direzione, di contro Marty sembra andare più in affanno, nel momento in cui la posta in gioco lievita sempre di più, ed anche lui è costretto a compiere azioni atroci e inusuali per un “semplice contabile”.

Sullo sfondo della coppia, hanno grande rilievo le storie personali degli altri personaggi che costellano la serie. I figli dei Byrde, Jonah (Skylar Gaertner) e Charlotte (Sofia Hublitz), consapevoli e partecipi delle azioni criminali dei genitori, oscillano sempre di più fra un’adolescenza perduta troppo presto e una maturità impostagli dall’alto. Significativo in questo senso il momento in cui Charlotte rivendica la sua emancipazione, gesto di ribellione e rifiuto verso una vita che non le appartiene.

Come dimenticare Ruth Langmore (Julia Garner), forse uno dei personaggi più riusciti di tutta la serie. Diventata collaboratrice stretta di Marty nella gestione dei suoi affari, anche lei è un’adolescente maturata troppo presto, anche lei ha commesso delle azioni terribili, pur di proteggere e garantire un futuro a suo cugino Wyatt Ruth Langmore. Ozark, Julia Garner(Charlie Tahan) unico “astro nascente” di una famiglia maledetta…

Rutt lotta infatti proprio contro la sua stessa famiglia, specialmente contro il padre Cade, appena uscito di prigione e ossessionato dal rubare a tutti i costi i soldi di Marty.

Quelli di Ozark, sono personaggi tormentati, dal passato angoscioso e un senso di profonda solitudine nell’anima. Questo senso di solitudine si riscontra in un’altra dicotomia, il rapporto di collaborazione forzata tra Rachel (Jordana Spiro) e l’agente infiltrato Roy Petty, anche lui con la sua ossessione personale di inchiodare Marty, e con i mostri del passato che vessano il suo presente. Petty costringe Rachel a indossare un microfono per raccogliere prove sulla famiglia Byrde, in cambio di droga estorta ai pusher locali. Lei è una donna sola, innamorata di Marty, che ha trovato riparo nella tossicodipendenza, ed è quindi facilmente ricattabile.

Ozark offre dunque un quadro che non lascia posto né agli eroi né alla redenzione, ma solo a chi ha il peso sullo stomaco di sopravvivere, e la destrezza necessaria per rimanere a galla in uno scenario marcio e corrotto. Un insieme di stati d’animo tangibili anche grazie ad una scenografia cupa e una fotografia che predilige toni freddi e scuri.

Ozark - Seconda stagione

Valutazione globale

Cupo, intenso. Forse poco spregiudicato.

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Ozark: giudizio in sintesi

Ozark, Jason Bateman, Julia Garner, Marty Byrde, Ruth LangmoreBill Dubuque e Mark Williams confezionano l’ennesimo prodotto Netflix di qualità, continuando a raccontare una storia sicuramente ben costruita, ma forse in maniera fin troppo diligente. La seconda stagione effettua un percorso a nostro avviso inverso rispetto alla prima: si parte con una tensione drammatica più alta, che tende però, col passare delle puntate, se non ad appiattirsi, quantomeno a stabilizzarsi. Forse, un po’ di coraggio in più avrebbe permesso a questa serie un salto di qualità maggiore, anziché di mantenersi sugli standard della stagione precedente, comunque elevati.

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