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Noi siamo la marea

Noi siamo la marea: recensione del poetico film di Sebastian Hilger

Arriva in Italia Noi siamo la marea, con due anni di ritardo sulla sua produzione (e pure sulla presentazione al Festival di Torino del 2016). Un film di nicchia ma che, se riuscirete, vi consigliamo di andare a vedere al cinema. Gli elogi sono arrivati anche dallo stesso pubblico della manifestazione torinese di due anni fa che lo elesse suo film preferito.

Noi siamo la marea: la sinossi

Noi siamo la marea

La storia racconta di un paese dal quale una mattina, di circa quindici anni prima, l’oceano è scomparso. Da allora, quel vuoto non ha fatto che sollevare domande e preoccupazioni. La causa del fenomeno rimane sconosciuta. Il giovane fisico Micha è uno dei molti scienziati che, con una nuova teoria in mente, stanno cercando di studiare il fenomeno.

L’arrivo di Micha in Paese, il suo girare e lo scoprire passo passo molti punti oscuri che ne celano sempre altri di nuovi ci accompagnano in questo crepuscolare viaggio al limite del surreale e dell’onoirico.

Noi siamo la marea: le nostre impressioni

Quello che sicuramente funziona in Noi siamo la marea sono innanzitutto l’immagine, la fotografia. La resa di questa terra senza mare, o meglio, dalla quale il mare è scomparso, è quasi lunare, un panorama largo e affascinante, con luci soffuse o al buio, con toni grigi che descrivono l’assenza e dai venti freddi che dipingono la mancanza di speranza. Il tutto ha una dimensione poetica che rispecchia le intenzioni filosofiche del racconto.

Noi siamo la mareaInfatti, questa terra dalla quale sono scomparsi non solo il mare ma anche i bambini,  e questa ricerca delle cause, portano a molte considerazioni che si possono sia inserire in un classico racconto di coming-to-age, sia rispecchiano un tema che è molto caro al regista, quello dello spaesamento generazionale, questa mancanza di scopi e di identità che lasciano la vita come un mare senz’acqua.

Anche le interpretazioni di Max Mauff (visto in Sense8) e Lana Cooper rimarcano quest’ultimo tema, con il loro muoversi a volte concreto a volte zoppicante alla ricerca di una risposta, ma in realtà alla ricerca di un motivo per cui valga la pena andare avanti, fare sforzi.

Altre parti però funzionano meno: le riflessioni e le metafore non sono portate avanti con sufficiente convinzione e i temi e i personaggi secondari introdotti sono tanti, così che alla fine, si percepisce un certo spaesamento e una mancanza di chiarezza nelle conclusioni a cui vuole arrivare il creatore di questo film.

La mia impressione è che abbia voluto dire tante cose e mettere tanti temi nel racconto, ma rischiando ogni tanto, così facendo, di togliere continuità e coerenza alla narrazione complessiva e non portando a casa completamente il risultato che si era prefisso.

Noi siamo la marea

Valutazione globale - 7.5

7.5

poetico

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Noi siamo la marea: un giudizio in sintesi

Noi siamo la mareaNoi siamo la marea è un film molto particolare, perché nonostante un evidente basso budget riesce con la forza dell’immagine e l’interesse dei temi, trattati in modo metaforico, a presentarsi come un buon prodotto. Noi siamo la marea chiaramente non è esente da difetti che fanno si che sia un buon film, poetico a tratti, ma comunque un film a cui sembra mancare qualcosa.

In sostanza comunque è un film che merita, soprattutto a livello visivo, di una visione, sempre che sia possibile, su grande schermo.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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