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Love: recensione della terza stagione della serie Netflix

Love, serie Netflix con Paul Rust e Gillian Jacobs, giunge al capolinea con la terza e ultima stagione.

Love, terza stagione: la sinossi

LoveLove è la storia di Gus e Mickey alle prese con la nascita della loro relazione. Gus è timido e goffo. Mickey è una ragazza scatenata dipendente da sesso e alcool. Le vite di entrambi prendono una direzione inattesa quando, dopo essersi incontrati per caso, iniziano a frequentarsi, affrontando insieme le euforie e le umiliazioni dell’intimità, della dedizione, dell’amore e delle altre cose che speravano di evitare.

Love, terza stagione: le nostre impressioni

All you need is Love cantavano i Beatles più di cinquant’anni fa. E i protagonisti di Love, di amore ne hanno tanto, tanto bisogno.

LoveAvevamo lasciato Gus e Mickey alla loro seconda ‘fase’ di relazione, quella più cruciale per un rapporto di coppia, dove i due, dopo la conoscenza iniziale, si mettono in gioco e fanno i conti con le loro vite private che giocoforza entrano nella relazione. La terza ‘fase’, invece, vede il duo dei protagonisti chiedersi “E adesso che direzione prendiamo?”. Ci sono molte scene in quest’ultima stagione di Love che danno bene l’idea di quanto Gus e Mickey si sforzino nell’adempiere alle regole non scritte di una relazione. Ne è un esempio la scena in cui Gus si trova con gli amici sul pullman che visita i set dove sono stati girati i film horror. Quando riceve all’improvviso la telefonata di una Mickey moribonda, Gus inizialmente si chiede se è davvero il caso di tornare a casa per assisterla. Poi ci pensa, e nella maniera più goffa possibile (il Gatorade blu!) torna da lei prestandole tutte le attenzione del caso. E nel momento più down per entrambi, quando ormai il virus ha contagiato anche Gus, i due si dicono un “ti amo”.

Mickey è il personaggio che nel corso delle tre stagioni è maturato di più. Lo si intuisce quando, in un momento di sconforto, ordina un bicchiere di vodka per poi rifiutarlo immediatamente. Il passato di Mickey è definitivamente alle spalle. Per lei è arrivato il momento di non nascondere più le sue frustrazioni nelle dipendenze. Merito soprattutto della sua relazione con Gus. Lui, al contrario, non è che sia più di tanto cambiato rispetto alla prima stagione. La sua costante imbranataggine è proprio una delle caratteristiche che a Mickey fa battere di più il cuore. Sarebbe troppo semplicistico dire che i due si completino a vicenda, ma queste tre stagioni di Love gli autori ci hanno fatto capire quanto la diversità non sia affatto un ostacolo insormontabile per una serena vita di coppia.

LoveLa terza stagione di Love, forse meno cinica delle altre, è anche la più corale delle tre con un buon minutaggio affidato ai personaggi di contorno. Bertie, uno dei migliori personaggi della serie, è alle prese con i dubbi sulla sua relazione con Randy. La coinquilina di Mickey si interroga sul momento che sta vivendo e se si reputa soddisfatta di come la sua vita è svoltata da quando ha lasciato l’Australia per approdare a Los Angeles. La risposta se la dà concedendosi una scappatella con un amico di Gus e Randy il giorno del suo compleanno.

Nel corso delle tre stagioni Love è riuscita in maniera quasi perfetta a trovare il giusto equilibrio nella scrittura degli episodi. Non c’è mai stato un momento in cui la storia pendesse più dalla parte di Gus rispetto a Mickey e viceversa. Un equilibrio che va riscontrato anche nelle tonalità che il trio di autori (Apatow, Rust e Arfin) ha saputo dare dosando al meglio gli elementi comici con quelli più drammatici, mantenendo pur sempre quella leggerezza e spensieratezza che è la caratteristica che fa di Love una serie unica nel genere rom-com.

Love

Valutazione globale - 7.5

7.5

Sincera

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Love, terza stagione: giudizio in sintesi

LoveCosa ci mancherà di Love? Tante cose. Prima di tutto ci mancheranno Gus e Mickey, che ormai erano diventati due di famiglia. Ci mancheranno i loro litigi, i loro screzi, le loro situazioni imbarazzanti. Ci mancherà il loro amore genuino e pulito. Una amore senza filtri, nel bene e nel male. E’ ovvio che ci mancherà anche Whichita, il dottor. Greg, Bertie, le colonne sonore inventate da Gus, gli atteggiamenti da diva di Arya. Ci mancherà una delle serie più piacevoli e veritiere di Netflix.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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