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Illang: uomini e lupi copertina, Kang Dong-won

Illang: Uomini e lupi. Recensione del film coreano targato Netflix

È disponibile su Netflix dal 19 ottobre Illang – Uomini e lupi, ultimo film del regista coreano Kim ji-woon.

Illang – uomini e lupi: sinossi    Illang: Uomini e lupi, Kang Dong-won

Nel 2029, i governi della Corea del Nord e della Corea del Sud hanno annunciato un piano quinquennale per la riunificazione dei due stati, ma le principali potenze mondiali ne hanno paralizzato l’economia con pesanti sanzioni, e provocato caos e criminalità. Si forma così un gruppo terroristico armato, denominato “La setta”, che combatte contro l’unificazione delle due Coree, al quale il governo contrappone una divisione di polizia, l’Unità Speciale. Tuttavia, il servizio di intelligence di Pubblica Sicurezza, vedendo sminuito il proprio potere, organizza un complotto per eliminare l’Unità Speciale. In mezzo a questa faida, nasce la cosiddetta Brigata dei Lupi, una frangia militare formatasi dall’Unità Speciale, al cui interno combattono uomini muniti di armature indistruttibili.

Illang – uomini e lupi. Le nostre impressioni    

Kim ji-woon crea il remake in live action del celebre anime giapponese Jin-Roh: Uomini e lupi, di Hiroyuki Okiura, tratto a sua volta dalla serie Kerberos Saga di Mamoru Oshii, traslando l’ambientazione dal Giappone alla Corea.

Se il materiale di base su cui ha lavorato il regista è di indubbia qualità, purtroppo non si può dire lo stesso del risultato finale. Illang rispetta tutti i contenuti originari dell’anime, ma li mette in scena in modo farraginoso e senza il respiro poetico della storia, e senza soprattutto la giusta profondità che i personaggi avevano nell’originale.

Illang: Uomini e lupi, Kang Dong-won, Han Hyo-JooI protagonisti si perdono fra le ostinate e lunghissime scene d’azione, e gli intrighi di potere vengono narrati in maniera più complicata del necessario, mozzando il fiato alla narrazione, confondendo lo spettatore per ben 2 ore 19 minuti di film.

Kang Dong-won interpreta Joong-Kyeong, un membro della Brigata dei Lupi tormentato dai sensi di colpa per aver visto una ragazza della Setta farsi esplodere davanti a lui senza averla potuta salvare. Quelle che nell’organizzazione vengono denominate Cappuccetto Rosso.

La storia sviluppa il suo intreccio nel momento in cui il protagonista incontrerà Yoon-Hee (Han Hyo-Joo), sorella della ragazza morta. I due instaurano un rapporto che oscilla tra l’amore e l’inganno (lei è sotto ricatto dei membri della Pubblica sicurezza, che vogliono distruggere l’Unità speciale usando Joong come esca. Anche lui, dal canto suo, sta facendo il doppio gioco, per conto della Brigata).

Il legame tra i due protagonisti in realtà, non prende mai veramente quota, i personaggi rimangono piatti e privi di sfumature psicologiche, imbrigliati nel miscuglio di tematiche e colpi di scena forzati (e prevedibili) che Ji-woon ha voluto raccontare.

Stessa cosa si può dire sull’allegoria di Cappuccetto Rosso che permea tutto il film, nella versione macabra e drammatica dei Fratelli Grimm. La metafora del lupo che mangia la bambina, vorrebbe fornire uno specchio del quadro sociale e politico in cui la violenza la fa da padrone, ma risulta un inserimento forzato, lasciato al caso, senza un vero valore poetico, che si smarrisce anch’esso nella confusione degli eventi, fallendo miseramente il tentativo di suscitare una forte reazione emotiva nello spettatore.

Illang: Uomini e lupi. Giudizio in sintesi Illang 3

Kim Ji-woon in passato ha regalato al suo pubblico pellicole di grande spessore, come Bittersweet Life (2005), o il perturbante I saw the devil (2010). Stavolta, addentrandosi nel territorio dello sci-fi, non riesce a riproporre quelle profondità tematiche che compongono il suo cinema, accompagnate da sequenze emotivamente graffianti. E perde alla distanza il confronto con l’anime originale.

L’eleganza formale delle inquadrature e della messa in scena, tuttavia, rimangono i suoi indiscussi marchi di fabbrica, e rappresentano a nostro giudizio, gli unici fattori che salvano Illang: uomini e lupi dal risultare un totale passaggio a vuoto nella sua apprezzabile carriera di regista.

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