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Girls: Lena Dunham e Jenni Konner sul finale di stagione e sul nome del bambino di Hannah

Crescere è complicato, eppure le donne di Girls, i produttori esecutivi Lena Dunham e Jenni Konner non hanno mai assunto un punto di vista troppo elaborato per quanto riguarda i destini dei protagonisti principali dello show.

Difatti Lena Dunham ha confessato in una recente intervista che ha come l’impressione che niente di speciale sia accaduto al suo personaggio di Hannah, così come non sembra essere avvenuto molto nelle vite di Shoshanna (Zosia Mamet), Marnie (Allison Williams) e Jessa (Jemima Kirke).

“Non si è mai voluto, in Girls, far sì che ogni storia avesse un finale totalmente soddisfacente e comprensibile”, rivela la Dunham. “Non è mai stato il nostro dono e non è mai stato quello a cui puntavamo, perciò direi che è giusto che non sia il nostro ‘lascito’. Ricordo un’intervista in cui Jenni ha risposto in uno dei modi più divertenti di sempre. Le era stato chiesto come aveva reagito alle critiche secondo la quale Girls mancava di una trama, al che Jenni ha risposto dicendo, “Non è questa la nostra forza”. Ho pensato che questa fosse una delle cose più forti e coraggiose da dire, soprattutto se si è un creatore di serie TV, ‘beh, no la trama non è il nostro forte’. La mia partner è sostanzialmente David Lynch”.

Il finale di Girls

Nonostante la voce di Hannah sia sempre stata identificata con quella della Dunham, pare evidente che questa abbia sempre tenuto in considerazione la voce dei suoi collaboratori, soprattutto quella della Konner, che ha diretto l’ultimo episodio della serie, “Latching”.

girlsLa storia finale della serie è una narrativa a scala ridotta, considerando l’ampio cast coinvolto: l’episodio difatti si focalizza solo su Hannah, Marnie e Loreen (Becky Ann Baker), la madre della protagonista, che cerca di gestire la notizia della maternità della figlia.

“Sapevamo che Jenni avrebbe diretto l’episodio, creando un qualcosa di speciale, molto intimo e con dei personaggi che già conoscevamo e amavamo”, dice la Dunham. “Questo ha un senso nella vita di Hannah, e ciò ha dato a noi la possibilità di avere uno spazio unico per mettere in atto le dinamiche emozionali”.

Per quanto riguarda la regia dell’ultimo episodio la Dunham dice che “Jenny ha avuto da subito le idee chiare su come portare avanti la regia, partendo dal privarlo di ogni copertura visivamente, usando solo un suono diegetico, senza inserire i titoli di testa e di coda, dandogli uno spazio che di solito non si trova in un’ora e mezza di televisione”.

I riferimenti di Girls

Essendo la Dunham una film nerd, ha sempre avuto in mente un riferimento cinematografico per la narrativa dell’episodio finale, dai toni specifici ed oscuri: “ Mi ricorda il film diretto da Barbara Loden, Wanda, una casalinga sola che scappa e si mette a vagare per due ore in uno scenario desolato. E’ la versione meditativa e straniera di Girls, solo che si parla della versione di Girls, perciò non è esattamente quella”, afferma la Dunham.

GirlsA conferma della stima che prova per quella che sembra essere da sempre stata la sua collaboratrice più fidata, Lena Dunham ha dichiarato durante una delle sue ultime interviste che ha avuto l’impressione, durante le riprese di “Latching”, che ci fosse sempre stata la Konner alla regia e in più ha affermato che: “Abbiamo avuto modo di lavorare con registi incredibili, ma sembra quasi che ogni volta che si presentava un momento profondamente emozionante, lei fosse lì. Lei era lì in ginocchio a parlare con gli attori nella maniera più dolce e gentile che una persona possa fare. Quindi nel momento in cui si è trovata alla regia, tutti si sono chiesti ‘Non è andata così per cinque anni?’. E’ stata una cosa emozionante da vedere, è stato come immergere un bambino nell’acqua e scoprire che in qualche modo aveva imparato a nuotare da solo. E’ stata la cosa più forte di sempre.” La Dunham afferma senza ombra di dubbio che forse il suo più grande rimpianto è quello di essere stata diretta dalla Konner per solo due episodi.

L-obiettivo di Girls

Arrivate alla fine delle riprese di Girls, sia Konner che Dunham sentono di aver raggiunto il loro obiettivo, ovvero quello di approcciare delle storie rappresentandole da tutte le angolazioni possibili, per questo motivo sentono di aver concluso questo percorso senza rimpianti.

girlsPer concludere: di tutte le strane decisioni prese da Hannah durante tutta la messa in onda di Girls, una delle ultime sembra essere la più intrigante: perché ha chiamato il suo bambino ‘Grover’?

La risposta è resa ancor più complessa dal fatto che nell’episodio 7, Bounce, è Paul-Louie (Riz Ahmed), a suggerirlo a Hannah.  Ma la Dunham indica anche un altro episodio come genesi del nome: “ Un giorno sono arrivata in ufficio e ho detto ‘Penso che il nome del bambino debba essere Grover’, e tutti hanno risposto ‘Okay, sembra abbastanza stupido considerando come Hannah vorrebbe chiamare il proprio figlio’”.

Secondo la Dunahm, la scelta di questo nome sembra essere la più adatta al personaggio di Hannah: “ Sentivo che lei avrebbe voluto dargli un nome che non fosse molto tradizionale, ma allo stesso tempo che non fosse un nome carino come quello dei figli delle celebrità”. Aggiunge inoltre che sembra essere un nome nato dalla fantasia di un bambino che, una volta adulto e giunto a dover prendere una decisione, non cambi idea poiché nessuno lo fa riflettere a riguardo. Ciò sembra ancor più adatto alla situazione visto che Hannah affronta la maternità da sola.

“L’idea che il nome del bambino fosse partita da Paul-Louie è un qualcosa che Jenni è riuscita a rimodellare brillantemente”, aggiunge la Dunham. “Stavamo girando la scena e Jenni ha detto ‘Perché non lo chiamiamo così? Lui  ha sempre pensato che Grover fosse un bel nome per il bambino’. ‘ Non è così intellettuale, per questo suonava bene. Sembra il nome di un tipo tranquillo che accetta di buon grado il fatto di avere un nome che potrebbe essere venuto fuori da ‘Sesame Street’, l’ho trovato divertente”.

“Molto divertente”, conferma la Konner.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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