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Eterna domenica

Eterna Domenica: recensione del dramma Netflix di Ramón Salazar

Una donna vaga nel bosco, seguendo le radici di un albero ancestrale, fino ad arrivare ad un pertugio nella roccia. Da qui comincia Eterna Domenica, il film diretto da Ramón Salazar, presentato a Berlino e distribuito da Netflix.

Eterna Domenica: sinossi

Eterna domenicaAnabel (Susi Sánchez) è una donna di mezza età dell’altissima società spagnola e sembra essere segnata da un pensiero affliggente. Dopo un incipit che ne tratteggia in poche scene lo stato di irrisolto, riceve la visita della figlia (Bárbara Lennie) che aveva abbandonato una trentina d’anni prima. Questa ha una proposta da farle: trascorrere con lei dieci giorni nella suo tugurio nei boschi paludosi dei Paesi Baschi per poi sparire per sempre dalla sua vita. La madre accetterà e si confronterà con il proprio passato, con una figlia marchiata dal dolore e dai dubbi esistenziali che solo un simile abbandono può generare. Occorrerà un gesto contrario egualmente doloroso da parte della madre per ristabilire l’equilibrio, un atto d’amore necessario per purgare la ferita inguaribile lasciata sull’anima della figlia nonché sulla propria.

Eterna Domenica: le nostre impressioni

Eterna domenicaIl quarto lungometraggio di Ramón Salazar è uno struggente dramma familiare infuso di naturalismo e suggestioni oniriche. Eterna Domenica, presentato all’ultimo Festival di Berlino, rappresenta una coproduzione spagnola con Netflix dalle assolute ambizioni autoriali, affidata ad un grande direttore di attrici come Salazar (che già ha aveva fatto notare le sue qualità nel dirigere personaggi femminili forti con Piedras del 2002 e 20 centimetros del 2005 e nel gestire la materia onirica in 10.000 noches en ninguna parte del 2013). Ne esce un duello di caratteri forti, dipinto con una gelida dominante cromatica di tinte verde palude (a metaforizzare il pantano in cui si è arenato il legame tra madre e figlia, per sempre segnato dalla indecifrabile decisione della madre).

L’ambientazione, quasi orrorifica, delle umide foreste basche attribuisce l’atmosfera ideale per testimoniare le condizioni del rapporto madre-figlia, e un ulteriore contributo in tal senso è offerto dalla costumista che segna il divario tra le due vestendo la madre con moderni abiti d’alta moda e la figlia con abiti usati e lisi. E’ un racconto intimo e asciutto, dove i giorni sono scanditi come diapositive, come se ciascuno incamerasse un singolo momento di vita familiare, tra tenerezza e rimpianti.

La prova delle due protagoniste è superba, ognuna riesce a realizzare un personaggio credibile pieno di ferite e plasmato da anni di sofferenza (il titolo originale in tal senso, La enfermedad del domingo, meglio racchiude lo spirito patologico del film).

Eterna Domenica

Valutazione globale - 7

7

Un dramma familiare dall’impianto onirico sugli effetti collaterali delle nostre scelte di vita

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Eterna Domenica: un giudizio in sintesi

Eterna domenicaEterna Domenica è un pregevolissimo e originale dramma familiare, che incarna la capacità acquisita da Netflix di coprodurre in Europa rispettando codici narrativi e stilistici di riferimento. Inoltre il prodotto è di ottimo livello sia per la regia che per le prove attoriali eccellenti, il che lo rende del tutto consigliabile ai palati più fini e, se apprezzato, deve essere necessariamente accompagnato dalla visione del corto introduttivo El Domingo (https://www.youtube.com/watch?v=ATpACBLAPaM&t=520s), sempre diretto da Salazar. Inoltre, un simile lavoro alimenta i dubbi sulle scelte artistiche del Festival di Cannes, dato che un film di tale qualità autoriale ad oggi non sarebbe idoneo per accedere alla kermesse in quanto non destinato alla distribuzione in sala.

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About Giulio Mantia

Sono un immoderato consumatore di film improvvisatosi recensore amatoriale. Cerco di scrivere di cinema nei limiti delle mie conoscenze ed evitando di farla fuori dal vaso. Accetto volentieri critiche, osservazioni e confutazioni. Il mio film preferito è senza dubbio Dal Tramonto all'Alba di Rodriguez/Tarantino, un'allegra miscela di delirio e badassment che riesce sempre a rallegrarmi.

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