Venerdì 26 ottobre, in pieno clima pre-Halloween, è approdata su Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina, un ciclo di 10 episodi che si configura come reboot della serie tutt’altro che chilling (come vengono definite le vicende della giovane strega nel titolo originale), risalente a ormai qualche anno fa. Basata sugli omonimi fumetti della Archie Comics, storia gemella a quella di Riverdale, Le terrificanti avventure di Sabrina è stata ideata dalla stessa mente, ovvero quella di Roberto Aguirre-Sacasa, di cui si riconosce la firma nelle atmosfere a tratti lugubri e nella scelta cromatica peculiare, oltre ai forti colpi di scena. Serie che ha saputo giostrare con saggezza il materiale a disposizione e unendolo a contenuti nuovi e inquietanti, Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie piacevole, che funziona e che si lascia guardare volentieri.
Le terrificanti avventure di Sabrina: la trama

Le terrificanti avventure di Sabrina: le nostre impressioni
Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie che unisce più aspetti in modo mirato: un po’ teen drama, un po’ coming-of-age, un po’ horror, gratuitamente e inquietantemente horror. Del materiale risalente alla serie anni Novanta, Le terrificanti avventure di Sabrina coglie solo lo scheletro: anche qui abbiamo come protagonista una giovane ragazza alle prese con tutti i problemi tipici dell’adolescenza, uniti ad un temperamento piuttosto ribelle, due zie amorevoli che adorano la nipote, e un gatto, Salem, solo che qui è privo della sagacia che lo caratterizzata nell’originale ed è un famiglio, un goblin pronto a difendere in ogni modo la strega o il mago a cui si affida.

Tuttavia, se lo scontro fra un mondo fatto di notte e di luce è centrale nella narrazione di Le terrificanti avventure di Sabrina, le location sono principalmente dark, molto creepy, seguendo quell’estetica che si ritrova come fil rouge anche in Riverdale. Colori spettrali, la nebbia pressoché sempre presente, i boschi infiniti e ricchi di miti e leggende, le miniere infernali, inquadrature ampie seguite da close up rendono l’ambientazione sia un ottimo sottofondo alla narrazione sia un protagonista di per sé, così simile e unito ai protagonisti da assumere caratteristiche quasi antropomorfe.
Grande merito in questo Le terrificanti avventure di Sabrina va dato alla rappresentazione dei personaggi, tra cui spiccano senza ombra di dubbio gli adulti. Certo, Kiernan Shipka sembra davvero nata per interpretare Sabrina, con quel visino dolce e il naso all’insù e il caschetto biondo, incorniciato da un cerchietto nero e il cappottino rosso. Ma la caratterizzazione data alle zie è di gran lunga superiore. Zelda e Hilda, rappresentate come antitetiche ma accomunate dall’infinito amore per la nipote Sabrina, sono due donne che nella loro antinomia hanno espresso al meglio quel sentimento di protezione e forza che serviva in un contesto dove gli adolescenti (magici o meno) sembrano avere rilievo. Le vicende legate ad esse sono spesso risultate più intriganti di quelle legate all’universo umano tanto amato da Sabrina, e hanno mosso più l’empatia dello spettatore, con i loro continui scontri e l’amore che le lega, ricordando, forse, a chiunque abbia un fratello e una sorella quanto può essere difficile avere un rapporto fraterno.

Le terrificanti avventure di Sabrina: un giudizio in sintesi

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