Home / Recensioni / Santa Clarita Diet: recensione del pilot della serie con Drew Barrymore
santa clarita diet

Santa Clarita Diet: recensione del pilot della serie con Drew Barrymore

Santa Clarita Diet è la nuova serie Netflix che vira sul tono dell dark comedy e vanta un cast di tutto rispetto come Drew Barrymore e Timothy Oliphant e racconta di una coppia di agenti immobiliari del classico paesino della provincia americana, tutto lustrini e bellezza patinata, in cui improvvisamente la moglie muore e diventa uno zombie un po’ sui generi.

Santa Clarita Diet e gli zombie comici

Devo fare una doverosa premessa: non ho mai amato troppo la variante delle storie zombesche che virano sulla commedia, pur essendo un amante del genere e avendo visto un po’ di tutto sia al cinema che in televisione, a partire dalla pietra miliare de L’alba dei morti viventi, fino a The Walking Dead, passando per Dead Set e In the flesh, solo per fare alcuni nomi e completando con diversi libri “di genere” come Worl War Z o Apocallisse Z, per fare i primi esempi che mi vengono in mente. santa clarita dietMa quando con gli zombie si ride il mio livello di perplessità si alza e ho voluto vedere se Netflix mi avrebbe convinto del contrario: purtroppo no.

Certo, riconosco che la serie, almeno in questo suo pilot, è fatta discretamente bene, anche se ci sono dei momenti tendenzialmente splatter (o gore se preferite) che un po’ stonano con il resto dello spettacolo, a livello visivo soprattutto, ma possiamo immaginare che si sia voluto tentare di creare un contrasto tale da creare nello spettatore una certa ambivalenza verso quello che vedeva e una forte dicotomia col mondo patinato ma trovo che ci siano altri problemi che man mano che lo spettacolo avanza diventano evidenti.

Santa Clarita Diet e l’eccessiva semplificazione

Il primo problema che mi viene da evidenziare è la completa assenza di profondità e caratterizzazione dei personaggi. Togliendo il fatto che il personaggio interpretato dalla Barrymore sia un non morto, il che è l’unica cosa che caratterizza la serie da una comedy di provincia qualsiasi, tutto il resto è scontato e monodimensionale: il quartierino di provincia patinato, i vicini di casa un po’ sopra le righe e con dei livelli di contrasto banali e forzati, un capo al lavoro isterico e maleducato, un venditore nuovo arrivato arrogante e presuntuoso, una ragazzina che annoiata e un ragazzino vicino di casa un po’ (molto a dire il vero) nerd. Non siamo in un drama quindi ci sta che i personaggi non abbiano forti contrasti interiori ma una totale assenza di caratterizzazione oltre al “prendiamo dei personaggi X dal catalogo dei personaggi standard” sarebbe stato anche apprezzabile.

drew barrymoreAnche la stessa metafora dell’universo zombie come esemplificazione di una società estremamente spinta dal capitalismo a sviluppare dinamiche dove “uomo mangia uomo” è brutalmente elementare e spiattellata in modo semplicistico nell’ambientazione e con la collocazione dei personaggi in un modo iper-competitivo. Basti pensare all’elegante finezza di Romero che piazza gli zombie in un centro commerciale agli albori della narrazione filmica di genere, per capire quanto invece qui tutto abbia subito una reductio ad simplicitatem, giusto per rendere ogni cosa evidente e immediatamente capibile.

Alla fine del primo giro in giostra con Santa Clarita Diet, possiamo vedere che sicuramente c’è della carne sul fuoco, e la serie può essere un divertente passatempo, ma quella carne, come piace al personaggio interpretato dalla Barrymore, sfortunatamente è per lo più cruda.

Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook

Santa Clarita Diet - pilot

Valutazione globale

Carne cruda

User Rating: Be the first one !

About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *