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Una scena di Locke & Key

Locke & Key, la recensione della serie Netflix

Finalmente gli appassionati potranno vedere la trasposizione di Locke & Key, fumetto firmato da Joel Hill e Gabriel Rodriguez.

Locke & Key: trama

Quando il padre della famiglia Locke viene assassinato in circostanze misteriose, i tre fratelli e la madre si trasferiscono a Key House, casa dei loro antenati, dove scoprono una serie di chiavi magiche che potrebbero essere collegate alla morte del padre. Mentre i figli studiano le chiavi e i loro poteri straordinari, si risveglia un misterioso demone che non si fermerà davanti a nulla pur di rubarle.

Locke & Key: le nostre impressioni

Una scena di Locke & Key

Finalmente Locke & Key. Finalmente perché è dal 2011 che viene portato avanti il tentativo di adattare a prodotto dell’audiovisivo – in questo caso una serie tv – il fumetto omonimo di Joe Hill (il figlio di Stephen King). Nel 2011 ci prova invano la Fox, che realizza un pilot senza però dare seguito alla serie. Nel 2018, solo due anni fa, è HULU (la piattaforma streaming americana) a effettuare un altro tentativo. Niente da fare neanche questa volta. Il progetto allora passa nelle mani di Netflix, che riesce a portare al termine l’operazione. A Carlton Cuse (Lost, Bates Motel) e Meredith Averill (Hill House) il compito di supervisionare da showrunner la prima stagione di Locke & Key che, al netto di qualche ingenuità in fase di scrittura, può dirsi riuscita.

Senza addentrarci più di tanto nella trama, che affascina e incuriosisce per via di queste misteriose chiavi che aprano porte su luoghi reali o frutto dell’immaginazione, si può tranquillamente sottolineare come Locke & Key sia una serie che gravita attorno a temi quali l’amore, la perdita di persone care, con la conseguente elaborazione del lutto, e sui legami che si instaurano all’interno di una famiglia e di una comunità.

Sono stati bravi gli autori e il team di Netflix a non trasformare Locke & Key nell’ennesimo prodotto stucchevole del filone young adult (leggere alla voce The Society). Chi scrive non ha letto il fumetto da cui è tratta ma, informandomi un po’ sul web, ho realizzato come la serie sia in qualche modo rimasta perlopiù fedele alla storia ideata da Joe Hill ma tenendo più leggero il tono, fino a farla diventare una serie accessibile a tutte le età.

Una scena di Locke & Key

Non vi aspettete grossi colpi di scena o scene ad alta tensione; ma qualche cliffangher sì. D’altronde quel Carlton Cuse è stato anche l’autore di Lost, che in fatto di finali sospesi ha solo da insegnare. Locke & Key, per la sua struttura, si potrebbe benissimo fruire anche al ritmo di un episodio a settimana, ma sappiamo che chi si appassionerà fin dal suo primo episodio troverà difficile divorare i restanti (sono 10, in totale).

Nonstante la serie, come già sottolineato, gioca con il mistero e il fantasy in maniera molto leggera – non per questo superficiale – ci sono anche tematiche più importanti e di spessore. La morte aleggia come uno spettro tra i corridoi e le mura della Keyouse. Ma aleggia soprattutto sui protagonisti della serie, i tre fratelli Tyler, Kinsey e il piccolo Bode che si trovano a dovere fare i conti con le proprie paure e i propri mostri, quelli dentro di loro e quelli che arrivano a fargli visita all’interno della Keyhouse.

Il finale della serie lascia non socchiusa, ma proprio spalancata una porta verso la seconda stagione. Se ci sarà, dipenderà dal successo di questi primi 10 episodi.

Locke & Keys

Valutazione globale - 6

6

Un teen drama fra il mistery e l'horror

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Locke & Key: giudizio in sintesi

Locke & Key è la serie perfetta per il pubblico di Netflix che cerca un prodotto leggero e godibile condito da elementi quali il mistero, il fantasy e un po’ di horror. Tre fratelli devono proteggere delle chiavi misteriose da un demone che se ne vuole appropriare. La loro missione va a scontrarsi con i problemi classici dell’adolescenza. Tra turbamenti sentimentali e la paura di crescere, Locke & Key mette in scena con i classici topos del teen drama l’eterna lotta tra le forze del bene e quelle del male.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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