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Le Chalet: recensione del pilot della serie horror francese di Netflix

Netflix ha rilasciato in Italia Le Chalet, mini-serie horror francese, composta da sei episodi e trasmessa per la prima volta in Francia a fine marzo.

Le Chalet – pilot: la sinossi

le chaletTutto ruota attorno a questo chalet di montagna, nel classico piccolo e semideserto villaggio delle Alpi francesi, nel quale il ritrovo di vecchi amici d’infanzia per il matrimonio di uno di loro, si trasforma in una lotta per la sopravvivenza in un ambiente isolato, mentre rivivono, e noi con loro vedendolo in lunghi flashback, la loro infanzia e i cupi segreti che nasconde e che stanno per riaffiorare.

Un killer misterioso si nasconde nella foresta e delle persone scompaiono. Cosa succede nel villaggio di Valmoline? E cosa è successo vent’anni prima?

Le Chalet – pilot: le nostre impressioni

I primi minuti di Le Chalet generano confusione in noi spettatori, perché la struttura della narrazione, che ci porta direttamente dentro l’interrogatorio di uno dei protagonisti di questa vicenda in un ambiente asettico e dove le domande senza risposta si intrecciano a silenzi e sguardi accusatori, subito si suddivide in tre filoni che ci fanno perdere i punti di riferimento.

le chaletLa storia, infatti, segue tre principali filoni temporali: quello accennato prima dell’interrogatorio, quello degli avvenimenti che saranno il fulcro dell’horror di sei mesi prima e quello dell’infanzia dei protagonisti, ambientata alla fine degli anni 90. Le luci, i colori, la grana della fotografia marcano il confine visivo tra questi filoni, che ci fanno balzare avanti e indietro e ci portano come spettatori a provare a mettere insieme i vari pezzi della storia, facce, luoghi e situazioni.

Questo effetto di confusione, saggiamente, piano piano si dissipa e riusciamo, nel corso del primo episodio, a mettere tutte le cose e le persone al proprio posto, ma rimaniamo così con diversi misteri che si dipanano nei vari momenti della storia, dei quali conosciamo furbamente parte di cosa accadrà, ma i piccoli spoiler contribuiscono a far salire la curiosità del come e del voler sapere anche il resto.

le chaletLe Chalet, in questo, si dimostra una serie TV furba e sicuramente ben costruita; sa dosare le informazioni, sa richiedere allo spettatore il giusto coinvolgimento, sa come inserire situazioni e personaggi nel momento giusto e usa molto metodo e maniera nel portare avanti la struttura. È furba anche perché attinge a piene mani alla “mitologia” di uno dei maestri mondiali dell’horror, quello Stephen King che ritroviamo in molte scelte e inquadrature, dalla divaricazione temporale che porta dai segreti d’infanzia ai drammi maturi che lo accomuna ad un IT o ad uno Stand by Me, coi bulli di paese e le amicizie vere, fino all’isolamento della casa di montagna che richiama quello Shining che rivediamo anche in molte inquadrature aeree della strada che si dipana nei boschi o dal sangue che esce tra le tavole di legno in illusioni visive o alla più palese scena della moglie che sbircia il lavoro mai iniziato del marito scrittore sulla macchina da scrivere.

le chaletE tutto questo con una spruzzata di tipico francese: quei paesaggi alpini, quei villaggi decadenti e malinconici, quel senso di attrazione, fascino e seduzione che si nasconde sempre sottotraccia.

Ma fa anche paura? Presto per dirlo. In questo episodio pilota ci sono degli accenni, delle immagini, a volte forse un po’ troppo kitsch, che sembrano essere l’antipasto di quello che verrà, che dovrà essere gestito bene, così come dovrà essere gestita con sapienza l’alternanza tra le varie linee temporali, ma la tavola sembra apparecchiata bene per il prosieguo, c’è da vedere se il cibo sarà di qualità soddisfacente.

Le Chalet - pilot

Valutazione globale - 7

7

tanto King in salsa francese

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Le Chalet – pilot: un giudizio in sintesi

le chaletUna mini serie in sei episodi che presenta, all’inizio, tanti caratteri classici del tipico horror Kingiano, mischiati in modo piacevole e impreziositi da uno spruzzo di narrazione francese, che riescono a gestire bene, e in modo furbo, lo sviluppo di una storia la cui narrazione si svilupperà in diverse linee temporali che saranno causa una dell’altra.

Segreti, isolamento, violenza e il terrore che si annida nei boschi e in uno chalet lontano da tutto e da tutti sono i tanti ingredienti di questa ricetta che sembra molto piacevole da vedere e curata sia dal punto di vista tecnico sia da quello recitativo con attori che sono molto naturali nei panni di personaggi che sono scritti in modo non del tutto banale.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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