Attenzione! Il seguente articolo contiene alcuni spoiler sugli sviluppi della trama di Black Mirror: Bandersnatch
Agli inizi del 2017, Netflix contattò i due autori di Black Mirror, Charlie Brooker e Annabel Jones, proponendogli un’idea alquanto insolita. Il servizio di streaming on demand voleva inserire nel suo catalogo dei contenuti interattivi per bambini, dando la possibilità ai giovanissimi telespettatori di scegliere come proseguire la storia attraverso una serie di domande a risposta multipla da selezionare con il telecomando.
Netflix alzò la posta in gioco proponendo a Brooker e a Jones di ideare anche un episodio di Black Mirror in cui è il telespettatore a decidere il destino del protagonista. Ma i due furono presi un po’ alla sprovvista, tanto che Brooker, intervistato non molto tempo fa da Variety, affermò di non avere ancora nessuna idea a riguardo.
Anche Annabel Jones si allineò a quanto espresso da Brooker, ma col passare delle settimane ai due, lavorando sulla nuova stagione di Black Mirror, venne in mente un episodio che si addiceva perfettamente con la proposta fattagli da Netflix: l’interazione.
Bandersnatch: un nuovo modo di raccontare una storia
Il risultato si chiama Black Mirror: Bandersnatch, il primo film Netflix completamente interattivo per un pubblico adulto, che ha debuttato sulla piattaforma venerdì 28 dicembre. Ambientato nel 1984, Bandersnatch è la storia di Stefan (Fionn Whitehead, visto in Dunkirk), un giovane nerd che propone ad una società di sviluppo di videogame di trasformare un libro fantascientifico a scelta multipla (il Bandersnatch del titolo) in un gioco per computer pioneristico che offre al giocatore la possibilità di scegliere come proseguire il gioco tramite la scelta di due opzioni.
Fin dall’inizio scopriamo che l’autore eccentrico del libro Bandersnatch diventò pazzo mentre stava scrivendo il romanzo a scelta multipla, arrivando persino ad uccidere la moglie. E Stefan, nello sviluppare il videogioco, dovrà anch’esso affrontare i demoni interiori per non perdere il suo equilibrio mentale.
Charlie Brooker ha affermato che nello scrivere il film interattivo ha empatizzato fin da subito con il protagonista:
Quello che stavamo cercando di fare era quello che Stefan stava cercando di fare. Ci sono stati molti momenti in cui sentivamo che ci stava facendo impazzire.
La responsabile Netflix dei contenuti innovativi, Carla Engelbrecht, si è detta sicura che “ci sono ancora molte cose che possiamo fare oltre alla televisione di tipo lineare.”
Con Bandersnatch Netflix ha sviluppato una nuova tecnologia: il Branch Manager
Lo strumento consente ai creativi di creare narrative complesse che includono loop o che indirizzano gli spettatori alla storia principale quando si allontanano troppo, dando loro la possibilità di fare una “finta”, qualcosa che Jones e Brooker hanno abilmente incorporato nella storia. Ad un certo punto, uno dei personaggi chiave dice addirittura a Stefan che ha scelto la strada sbagliata, portandolo a realizzare: “Dovrei riprovare!”
Bandersnatch ha cinque possibili finali. Gli spettatori che scelgono il percorso più veloce e decidono di evitare il delitto del padre, possono concludere la loro esperienza – perché di questo, alla fine, si tratta- in circa 40 minuti. Il tempo di visione medio è invece di circa 90 minuti.
Complessivamente, ci sono oltre un trilione di permutazioni uniche della storia. Tuttavia, questo include anche iterazioni relativamente semplici che non alterano necessariamente la storia stessa. Ad esempio, una delle prime decisioni è quella di aiutare Stefan a scegliere quale cereale mangiare al mattino o scegliere quale musicassette ascoltare sull’autobus.
Il team di contenuti interattivi Netflix capitanato dalla Engelbrecht ha ricevuto un grande aiuto da tutta l’azienda per creare la tecnologia per Bandersnatch.
Bandersnatch: quale ritmo dare alla narrazione?
Brooker e Jones giocano abilmente con le motivazioni delle storie ramificate, congedando ripetutamente il pubblico solo quando quest’ultimi pensano di aver capito tutto del meccanismo che si cela dietro le risposte a scelta multipla.
Il duo incorpora anche gli spettatori stessi nella storia e persino dà al marchio Netflix un cameo. Lungo la strada, gli spettatori cominceranno a chiedersi chi sia veramente il responsabile e se le loro scelte siano effettivamente importanti. Molto del senso del film si nasconde dietro ad una frase pronunciata da Colin Ritman (interpretato da Will Poulter), il geniale programmatore di videogiochi che diventa collaboratore e mentore di Stefan: “Come un percorso finisce non è importante”.
A Netflix, intanto, fanno sapere che sono allo studio dei piani per applicare l’interazione con il pubblico anche per commedie, film romantici e persino horror.
“Non pensiamo a tutto questo come a un gioco. Stiamo raccontando storie,” dicono infine Engelbrecht e Yellin. L’obiettivo di Netflix è di fare un passo avanti con lo storytelling, dando agli autori interessanti opzioni per raccontare storie in modo diverso.
La riflessione finale di Yellin è che “a Netflix crediamo di trovarci nel mezzo di un qualcosa che potrebbe davvero essere entusiasmante.” Come dargli torto?
Ma non è una puntata quella? Mi sembra di averla già vista… 🤨🤔