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Il Cacciatore

Il Cacciatore: la recensione dei primi due episodi della seconda stagione

Il 19 febbraio sarà il giorno del ritorno su Raidue de Il Cacciatore con Francesco Montanari nei panni del PM Saverio Barone.

Il Cacciatore 2: la trama

Palermo, 1996. Il pool antimafia diretto dal Pm Saverio Barone (Francesco Montanari) ha ingaggiato una corsa contro il tempo per salvare il piccolo Giuseppe Di Matteo. Si tratta del figlio di un pentito, tenuto in ostaggio da due anni dal nuovo capo di Cosa Nostra, il feroce Giovanni Brusca (Edoardo Pesce). Questi è succeduto a Leoluca Bagarella, arrestato da Barone e i suoi uomini proprio alla fine della prima stagione. Questa nuova missione distruggerà le sicurezze di Barone che, per la prima volta, conoscerà il dolore del fallimento personale.

Il Cacciatore 2: le nostre impressioni sui primi due episodi

Montanari ne Il Cacciatore 2

Due anni dopo il grandissimo successo della prima stagione , torna Il Cacciatore, riprendendo lo svolgimento esattamente dove si era interrotto. Si prosegue la trasposizione del romanzo Il cacciatore di mafiosi scritto dal PM Alfonso Sabella, dove racconta la propria esperienza di magistrato in prima linea contro Cosa Nostra e non solo. Si tratta di uno dei massimi oppositori della mafia dopo gli assassinii di Falcone e Borsellino e, con quest’opera, si pone l’obiettivo di raccontare una storia dove non ci si possa identificare appieno con i criminali. L’intento è, infatti ricordare di quando lo Stato vinse e, per conseguire ciò efficacemente, occorre che anche gli antagonisti abbiano un certo spessore.

Il Cacciatore 2

C’è, quindi, grande onestà del raccontare i mafiosi, costruendo personaggi sì negativi ma dotati di complessi conflitti interiori. In particolare, è ben accordato il legame tra i due fratelli Brusca, dove la mitezza di Enzo si scontra con la ferocia cieca di Giovanni. Da un lato c’è il brutale e machiavellico Giovanni (Edoardo Pesce, che inquieta come l’Al Capone di De Niro) e dall’altra il sensibile Enzo (Alessio Praticò), corpo alieno dentro Cosa Nostra. Sono gli ultimi esponenti di una mafia visibile e riconoscibile, prima che si avviasse la politica di “immersione” che l’ha resa quasi invisibile e attiva a livello molecolare nel tessuto sociale.

Montanari riprende i panni di Barone, un uomo attraversato da furioso eroismo e cieca ambizione (la sua prova nella prima stagione gli valse il Premio per la miglior interpretazione a Canneseries 2019). Dal desiderio insopprimibile di autoaffermazione passa al conflitto interiore generato dal più terribile fallimento della sua vita. A farne le spese sarà la moglie Giada (Miriam Dalmazio), sempre più in difficoltà a comunicare e a relazionarsi in modo efficace con il marito.

Il Cacciatore 2

Valutazione globale - 7

7

Un ottimo inizio per una serie crime che si conferma tra i massimi appuntamenti della televisione del servizio pubblico

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Il Cacciatore 2: un giudizio in sintesi

Questa serie crime prodotta da Cross Productions e la tedesca Beta Film in collaborazione con Rai Fiction, si inserisce nell’opera di investimento qualitativo in atto sulle produzioni Rai. In un mercato audiovisivo sempre più competitivo è indispensabile allinearsi alla best practice dell’offerta internazionale. La prima stagione aveva stupito per la qualità di scrittura e regia, di livelli purtroppo sconosciuti a molte produzioni affini. Pur trattando vicende molto frequentate relative alla lotta alla mafia negli anni ’90, si registrava un’intensità e credibilità da produzione di alto profilo. Alla regia si conferma Davide Marengo, mentre come autori sono accreditati Marcello Izzo, Silvia Ebreul, Fabio Paladini, Maria Grazia Cassalia, Matteo Bondioli e Alfonso Sabella . Il risultato è curato e mantenuto a ritmi altissimi, rendendo del tutto appassionante la caccia senza tregua a uno dei criminali più spietati mai apparsi in Italia. La Sicilia si conferma terra imperscrutabile, dove si scontrano personaggi crepuscolari e distruttivi. Notevole, in tal senso, l’omaggio al cupo onirismo di Sicilian Ghost Story di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, film cruciale sul caso Giuseppe Di Matteo.

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