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Ghostbusters: recensione del reboot al femminile di Paul Feig

Correva il 1984 quando Ghostbusters uscì nelle sale cinematografiche fissandosi per sempre nella cultura popolare (chi non ha canticchiato la storica colonna sonora di Ray Parker Jr?).

Crescendo, Ghostbusters è stato il rifugio confortevole in cui ritrovare commedia, dramma, un pizzico di horror e un’iconicità incapace di stancare. La domanda, quindi, sorge spontanea, era necessario un remake con ghostbusters puramente donne? La mia risposta è si, oggi più che mai.

Il Bechdel Test e l’amicizia femminile al cinema

GhostbustersIl 2016 sembra segnare un’annata chiave per l’amicizia femminile al cinema con il venticinquesimo anniversario di Thelma e Louise ed un lento aumentare delle pellicole che passano il Bechdel Test.

Il test, creato da Allison Bechdel nel 1985, segue tre semplici regole: un film deve avere almeno due donne come personaggi e queste donne devono parlare tra loro di qualsiasi cosa che non sia un uomo.

Se si prendono in considerazione le tre regole del test Ghostbusters si rivela una geniale celebrazione e presa di possesso della donna sul grande schermo.

La critica, gli haters e l’establishment hollywoodiano

Ghostbusters torna, infatti, con un makeover tutto al femminile riportando Kristen Weig e Melissa McCarthy sul grande schermo, dopo il successo de Le amiche della sposa.

GhostbustersAlla brillante coppia si aggiungono Kate McKinnon, uno dei volti meglio conosciuti del Saturday Night Live, celebre per le imitazioni di Justin Bieber e Hilary Clinton, e Leslie Jones che aggiunge alla pellicola il feel di una vera newyorkese e si dimostra il personaggio più esilarante del team.

Nonostante un cast stellare il nuovo Ghostbusters è stato circondato da polemiche. Il trailer del film è addirittura diventato il video più odiato nella storia di Youtube. Ed è così che il remake di Paul Feig e Katie Dippold era già stato etichettato come un flop, un film senza identità, uno scarabocchio dell’originale.

O meglio, questo sembra essere il pensiero dell’establishment hollywoodiano che, come ha intelligentemente provocato la giornalista del The New York Times, Manohla Dargis, non accetta che le donne possano comandare ed essere disinteressatamente divertenti.

Le ghostbusters e il segretario

New York, 2016. La dottoressa Erin Gilbert (Kristen Wiig) ha dedicato la propria vita alla scienza ambendo ad una cattedra permanente alla Columbia University. Nonostante l’impegno per nascondere il proprio passato, e la passione per il paranormale, la sua vecchia amica e collega Abby Yates (Melissa McCarthy) non ha mai abbandonato la ricerca e non esita a ricordarglielo.

Le due ami-nemiche si rincontrano e un’invasione di fantasmi nel cuore di Manhattan le porta a riunirsi. Erin è una donna seria e contenuta, crede fermamente nei fatti e nella scienza. Abby è testarda, instancabile, ha una passione per il take-away cinese e ama il paranormale.

A loro si uniscono la brillante Jillian Holtzmann (Kate McKinnon), una scienziata rock assolutamente fuori dal comune, artefice di ogni gadget usato per la cattura dei fantasmi, e Patty Tolan (Leslie Jones) che contribuisce al gruppo con la sua perfetta conoscenza di New York.

La sorpresa più inaspettata è stata la performance comica di Chris Hemsworth, nel ruolo di un segretario di bella presenza, ma assolutamente maldestro e disorganizzato.

Una sceneggiatura democratica

GhostbustersFeig e Dippold hanno inoltre aggiunto, o meglio tolto, una componente fondamentale al franchise: l’assenza di una gerarchia tra le quattro protagoniste permettendo ad ognuna di sviluppare la propria identità nel corso del film.

Ghostbusters diventa, quindi, una fondamentale celebrazione dell’amicizia femminile, difficilmente rappresentata al cinema.

Il ritorno alle risate

Infine, il film si distingue dall’originale evitando un confronto competitivo con esso.

Il Ghostbusters di Paul Feig si preoccupa semplicemente di rispondere alle critiche mettendo in scena quattro donne tremendamente divertenti e volutamente non drammatiche, una condizione privilegiata solitamente assegnata a personaggi maschili.

Ricco di piccole sorprese in memoria dell’originale e con una sceneggiatura veloce ed accattivante, Ghostbusters restituisce l’amore per l’intrattenimento, l’origine stessa del cinema, il desiderio di vedere un ritratto del mondo che ci faccia evadere dal mondo stesso.

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