Bridget Jones’s Baby: Bridget a 43 anni è la miglior Bridget di sempre
Bridget Jones’s Baby è il tanto atteso capitolo finale nella saga dell’eroina Bridget Jones. Ammettiamolo, dal 2001 in poi tutte ci siamo sentite Bridget, in un modo o nell’altro, e nessuno ha meglio rappresentato il post-femminismo e la donna contemporanea di Bridget e le sue vicissitudini, i suoi successi, la sua ambizione, i difetti, i tanti pregi, ma, soprattutto l’amore di sé.
Dal primo weekend di uscita nel Regno Unito il film ha guadagnato un grande successo, e rispetto, di critica e pubblico e, tralasciando spoiler e ovvietà, vogliamo spiegarvi il perché.
Bridget Jones: All by myself? E perchè no?
Bridget è diventata produttrice televisiva nella City affiancata da nuove colleghe come l’esuberante trentenne Miranda. Mentre i suoi amici storici hanno messo su famiglia, senza abbandonare qualche vecchia abitudine, Bridget e Mark Darcy si sono con il tempo allontanati e lasciati. Bridget è però più serena che mai e decisa a godersi la vita, nonostante le preoccupazioni della madre per i mancati nipoti. Ma tra nuovi incontri e vecchie fiamme Bridget si ritroverà presto ad affrontare una situazione inaspettata.
Bridget è invecchiata, la ritroviamo a 43 nel suo appartamento a fianco di Borough Market, ma già dalla scena iniziale notiamo un cambiamento fondamentale: Bridget non ha rinnegato se stessa e proprio per questo la sua età diventa punto di forza e riflessione sulla femminilità.
È invecchiato anche il nostro Mister Darcy, un personaggio a cui Colin Firth è sempre riuscito a donare tantissime sfumature caratteriali. Al cast storico vediamo invece aggiungersi Patrick Dempsey nel ruolo di Jack, Emma Thompson e Sarah Solemani nei panni, rispettivamente, della ginecologa e della collega che tutti vorrebbero avere.
Bridget Jones’s Baby: l’evoluzione della commedia romantica
Il film si allontana dall’ultimo libro di Helen Fielding, presentando una riscrittura completa e una sceneggiatura costruita su gag e risate che riesce a non stancare mai lo spettatore. In Bridget Jones’s Baby un ruolo fondamentale lo gioca lo humour inglese che presenta le diverse sfaccettature dell’essere British dall’esuberanza e la battuta sempre pronta di Bridget e dei suoi genitori alla riservatezza di Mark.
Nel 2001 Bridget rientrava ancora nella categoria della protagonista della commedia romantica di fine anni ’90 e primi 2000. Bridget nel 2016 segna l’evoluzione del genere portando alla luce temi chiave della società contemporanea tra cui le madri single e la libertà di scelta. Bridget è proprio questo, un esempio delle possibilità dell’essere donna e di scelte non condizionate dalla società. Ogni personaggio è vero e dona un senso di realtà ad un genere troppo spesso imprigionato nell’irrealtà dell’ideale romantico.
Bridget Jones’s Baby: Bridget e Londra
Bridget Jones’s Baby è, infine, una lettera d’amore per Londra. Il film racchiude a pieno le tendenze (spesso e volentieri ridicole) di una città in continuo cambiamento, lo spinning con un personal trainer dj, la cultura hipster e l’ossessione con tutto ciò che è ‘cool’.
Eppure, nonostante la sua città sia cambiata radicalmente, Bridget conserva un’integrità ammirevole, nelle stradine di Borough e London Bridge, nelle viste panoramiche dall’ufficio e nel ristorante italiano di fiducia, Bridget e Londra restano la storia d’amore più bella di sempre.
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