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Stranger Things: recensione della prima stagione della serie Netflix

Può una serie tv diventare nel giro di pochi giorni un cult? La risposta è sì se si parla di Stranger Things. Il marchio Netflix sta lì a garantire un prodotto di qualità che anche questa volta non ha deluso le aspettative. La serie in 8 episodi creata dai Duffer Brothers (Wayward Pines) è un chiaro omaggio al cinema di fantascienza americano degli anni ’80. Ma è sbagliato parlare solo e soltanto di omaggio o effetto nostalgia per certe pellicole appartenenti ad un’altra epoca storica. Alla lunga tutto ciò avrebbe stufato, facendo abbandonare la serie strada facendo. Invece Stranger Things rappresenta la miglior novità di questa prima metà dell’anno.

La trama

Stranger ThingsLa storia è ambientata in una piccola cittadina dell’Indiana, Hawkins, dove una sera scompare nel niente il piccolo Will Byers. Nello stesso tempo una ragazzina, chiamata Undici perché ha tatuato il numero su un braccio, appare ai tre amici di Will nel bosco portandosi con sé una fitta dose di misteri. Undici è dotata di poteri soprannaturali e sembra in grado di mettersi in contatto col ragazzino scomparso. Da lì in avanti si concateneranno una serie di eventi che porteranno la madre di Will, lo sceriffo di Hawkins e gli amici di Will a fare delle scoperte incredibili che sembrano ruotare tutte attorno al misterioso Dipartimento per l’Energia.

Una serie composta da tanti generi

Costruire una serie che si basa principalmente su tre ragazzini che cercano di risolvere dei misteri per ritrovare l’amico scomparso poteva apparire come un qualcosa di complesso e facilmente risibile. I Duffer Brothers, però, sono stati bravi a dosare i tanti generi che contraddistinguono la serie. C’è la parte horror rappresentata da un mostro che sembra provenire da un universo parallelo; il teen drama; il giallo e la commedia. L’intera serie, che si deve concepire come un film lungo quasi 8 ore, è anche un coming-of-age. I piccoli protagonisti affrontano tante prove che li renderanno più maturi e soprattutto ancora più uniti una volta finita questa straordinaria avventura.

Tante le citazioni e gli omaggi al cinema anni ’80

Riecheggiano all’interno della serie i tanti, tantissimi omaggi e ispirazioni provenienti dalla cinematografia americana degli anni 80. Ecco che così troviamo riferimenti a E.T. – L’extraterrestre (Undici nascosta in casa, la partita Dangerous & Dragons, le bici dai manubri elevati), Stand By Me (la corsa sfrenata in bici), Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, I Goonies e tanto Stephen King. La sigla, poi, è un chiaro omaggio al maestro John Carpenter. Bravi i Duffer Brothers ad ideare una storia che, sebbene non brilli per tutta questa originalità, poteva essere benissimo ambientata ai giorni nostri ma il mistero, con la forte complicità della tecnologia, avrebbe perso quell’alone di fascino che un’ambientazione simile gli garantisce. Non solo, anche i protagonisti, soprattutto quelli più giovani, non avrebbero avuto quell’innocenza e quell’ingenuità dato da quel periodo storico dove il massimo della tecnologia a portata di tutti era usare i walkie-talkie per comunicare.

Ottima performance di tutto il cast

Stranger ThingsUna capitolo a parte occorre riservarlo ai protagonisti della serie. Sui tre ragazzini e Unidici ci siamo già espressi positivamente (confesso di aver un debole di simpatia per Senzadenti). L’alchimia tra i quattro è ottima e la loro recitazione pure. Solo e soltanto applausi per quella che è stata una delle attrici principali degli anni ’90 e che nell’ultimo periodo era finita un po’ nel dimenticatoio: Winona Ryder. L’interpretazione sofferta, disperata, affranta che dà della madre di Willy è straordinaria. Un ritorno in pompa magna per un’attrice che avrebbe meritato molto di più. Ottimo anche David Harbour nei panni del capo della polizia di Hawkins. Un uomo che cerca di risalire dall’abisso dopo la perdita della figlia e che trova nella ricerca di Will un modo per scacciare i demoni del passato.

In attesa della seconda stagione

Stranger Things è una serie da seguire tutta d’un fiato, senza mai fermarsi. Difficilmente, nell’ultimo periodo, si è assistito a serie tv capaci di essere appassionanti fin da subito e di creare un attesa così veemente per l’episodio successivo. Ecco, Stranger Things è una di quelle serie. La seconda stagione ci sarà; le basi sono già state poste sul finale dell’ultimo episodio. Se l’atmosfera rimarrà intatta e se i Duffer Brothers saranno capaci di creare una prosecuzione della storia che non tradisca le aspettative, allora vorrà dire che Stranger Things avrà fatto nuovamente centro.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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