Londra, 2016. Percorrendo Waterloo Bridge verso lo Strand si nota un’enorme riproduzione di una sedia da regista. La sedia porta il nome di Stanley Kubrick, i cui film continuano a porre domande e a celarne le risposte. Sembra che il regista vegli sui propri spettatori in attesa che Barry Lyndon (1975) ritorni sul grande schermo da venerdì 29 luglio.
Il Regno Unito celebra Stanley Kubrick
La mostra Daydreaming with Stanley Kubrick è stata appena inaugurata alla Somerset House di Londra. In 45 stanze lo spettatore ha la possibilità di assistere ad un omaggio all’influenza del regista su ogni aspetto della cultura popolare e sul lavoro di alcuni dei più importanti artisti contemporanei. Ogni artista ha, infatti, creato e donato un’opera d’arte appositamente ispirata al regista e al suo cinema.
Ma è forse la stanza numero 37 a racchiudere un messaggio chiave per comprendere l’influenza del regista.
La stanza contiene una macchina da presa dell’esatto modello utilizzato da Kubrick, una camera che non resta puro oggetto di visione, ma che, respirando, si trasforma in soggetto a dimostrare l’immortalità del cinema kubrickiano.
Kubrick – La natura umana
Il genio di Kubrick fu principalmente quello di trasformare un testo letterario in un’opera visiva e riflessiva sulla natura dell’uomo, in tutte le sue forme. Tra le sue opere possiamo trovare la vanità e il desiderio di ricchezza (Barry Lyndon), l’analisi della mente umana e dei suoi luoghi più oscuri (The Shining), l’immoralità e la lussuria (Eyes Wide Shut), il fascino dell’universo e le domande sulla nostra esistenza (2001: Odissea nello Spazio), il trauma della guerra e la crisi personale (Full Metal Jacket), la violenza e la ribellione al sistema (Arancia Meccanica), per citarne alcuni.
Barry Lyndon – I classici e il grande schermo
Il ritorno di Barry Lyndon nei cinema del Regno Unito è l’apice della celebrazione del regista, un’occasione per assistere ad un vero e proprio spettacolo della visione. Un film che, come affermato nella campagna pubblicitaria del British Film Institute, “Deve essere visto sul grande schermo.”
L’affermazione rinforza la qualità di un classico il cui valore universale non è stato intaccato dal passare degli anni e dai cambiamenti dell’industria e tecnologia cinematografiche.
Questa qualità è ciò che continua a meravigliare il pubblico di fronte al grande schermo, la possibilità di sperimentare la visione di un film come per la prima volta.
Barry Lyndon – Il ritratto di un’epoca
Barry Lyndon, adattato dall’omonimo romanzo di William Makepeace Thackeray (1844), racconta la storia dell’ascesa e conseguente rovina del giovane irlandese Redmond Barry.
Il film, con protagonisti Ryan O’Neal e Marisa Berenson, è da sempre riconosciuto come un capolavoro nel campo del design di produzione e per essere il connubio perfetto di tecnica cinematografica e mise-en-scene.
Alla ricerca costante di una sfida tecnica Kubrick fece di Barry Lyndon un vero e proprio esperimento di luce e fotografia. Infatti, la luce elettrica venne sostituita dal lume di candela donando alla fotografia del film un’insuperabile qualità pittorica. Perfino i personaggi si animano in un’immobilità degna dei migliori pittori dell’epoca.
Barry Lyndon – Il period drama
Nonostante diverse critiche e un mancato successo al botteghino statunitense, Barry Lyndon ebbe maggior successo in Europa e fu premiato con quattro Oscar come Migliore Direzione Artistica, Miglior Fotografia, Migliore Costume Design e Miglior Colonna Sonora, provandone la perfezione tecnica.
Pensando a ciò che precedette e seguì il film nel genere del period drama è difficile trovare un’opera capace di attribuire ad ogni immagine la sensazione del proprio tempo, unendo l’antico ed il moderno.
Con Barry Lyndon Kubrick dimostrò fino a dove il Cinema potesse spingersi come forma d’arte e sperimentazione tecnica.
Barry Lyndon deve essere visto sul grande schermo per ispirare il pubblico a guardare oltre le immagini, a desiderare di scoprire di più ogni volta che il sipario si apre e le luci si abbassano.
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