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La quietud

Il segreto di una famiglia: la recensione del nuovo film di Trapero

In Italia, si sa, i titoli sono una manifestazione di diverso tipo di “intelligenza” e quindi ci siamo trovati con il nuovo lavoro del regista di El Clan, film molto intenso, recupeartelo se non l’avete visto, che da un poetico La Quietud, nome evocativo della tenuta di famiglia, è passato ad un più prosaico Il segreto di una famiglia, che ricorda non poco velatamente le telenovelas di Rete 4.

Il segreto di una famiglia: la sinossi

La quietudIl film presentato alla mostra di Venezia, ci racconta la storia di Eugenia (Bérénice Bejo) che torna alla finca di famiglia, in Argentina, a seguito dell’ictus capitato all’anziano padre e si ritrova immersa nella quotidianità dei rapporti con la madre (una superba Graciela Borges) e con la sorella Mia (Martina Gusman).

La presenza del marito di Eugenia (Vincent) e di Esteban, un amico di famiglia, faranno riemergere tensioni, complicità, segreti e tragedie, con un sottofondo di un rapporto familiare complesso e intenso tra le tre donne, forti, determinate e con delle debolezze e delle fragilità inespresse che alla lunga non potranno che venire a galla.

Il segreto di una famiglia: le nostre impressioni

Il segreto di una famiglia, è un film che nasconde in uno scenario di quiete un’inquietudine profonda, è un film che colpisce, lo fa con durezza nei momenti in cui meno te lo aspetti, è un film che osa, che sposta l’asticella dei rapporti umani fino ad un limite della sopportabilità o fino ad un apice di condivisione e amore. La quietudLa pellicola naviga tra la versione iperbolica dei rapporti umani, portandoci all’estremo per poterne vedere la natura profonda: della frustrazione, della debolezza, del sentimento, e del dolore; è un film che si immerge e ci immerge così a fondo in una storia che è così vicina e così aliena, da farci sentire ogni singolo colpo quando arriva, da lasciarci i segni, le cicatrici. Tutta la costruzione de Il segreto di una famigliaci porta costantemente su delle montagne russe emotive, passando da momenti di divertimento e convivialità a situazioni in cui la carica erotica e passionale la fanno da padrone, piombando improvvisamente dentro a dolori e segreti profondi e saltando dalla dimensione intima a quella più “storica” in un Paese, come l’Argentina, dalla memoria complicata e non condivisa, un Paese che ha cicatrici come le ha questa famiglia. La quietudNon a tutti è piaciuto, tra la critica veneziana, Mostra a cui era stato presentato, visto che alcuni lo hanno accusto di un’eccessiva patina e di una componente storica e sociale molto limitata, e quest’ultimo punto è difficilmente attaccabile. Se l’intenzione del regista fosse stata quella di dare preminenza alla narrazione storica e sociale, credo che sarebbe un risultato merdiocre, ma a mio parere, non è la storia familiare in funzione del contesto, ma è il contesto a servire quasi da deus ex machina per portate a determinate svolte la narrazione, mentre il fuoco è sulla famiglia e sui rapporti umani e, in questo, ho trovato il tutto ben costruito.

Il segreto di una famiglia

Valutazione globale - 8

8

una storia intensa, emozionante, dura

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Il segreto di una famiglia: giudizio in sintesi

La costruzione di un racconto come Il segreto di una famiglia, passa per le mani sapienti di un regista di grande livello come Trapero e dalla recitazione di un ottimo cast, sia nelle figure delle sorelle (Bejo e Gusman), sia grazie ad una strepitosa Graciela Borges, un attrice argentina iconica, che ci ritorna una madre di un’intensità strabordante che riesce a farci passare, noi pubblico in balia di questa corrente, attraverso sentimenti così contrastanti nei suoi confronti, dal disprezzo, alla compassione, alla pietà.

La quietudMa la famiglia resta sempre il centro del racconto di Trapero, come ne El Clan, sia come concetto intimo, sia come visione metaforica della società, una famiglia dove convivono amore, odio, tensione, distanze e tradimenti, una famiglia sudamericana, fatta di passione, fatalismo e speranza. Uno sguardo intimo e uno sguardo all’esterno che combaciano e coincidono in una pellicola che va sicuramente vista.

Una curiosità è la somiglianza tra le due attrici che interpretano le sorelle: questa incredibile somiglianza è stata una caratteristica importante nella scelta del cast, visto che Trapero aveva in mente questo film su due sorelle, e l’effetto sullo schermo è incredibile, tanto da, grazie ad alcune scene poco illuminate, portare lo spettatore a sforzarsi per capire quale delle due fosse in scena.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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