Il Laureato di Mike Nichols, adattamento dell’omonimo romanzo di Charles Webb (The Graduate: a Novel of Today’s Youth, Unlike Any You have Read), usciva nei cinema il 22 dicembre 1967, divenendo subito un cult movie. A confermarne il successo le sue 7 nomination agli Oscar. Il Laureato è diventato un classico del cinema, che ne ha inaugurato una nuova stagione, che sarebbe durata per tutto il decennio successivo.
Il regista statunitense Nichols inizia la sua carriera nell’ Actor Studio, dove debutta nei teatri di Broadway. Il suo ingresso nel mondo del cinema avviene solo nel 1966 con il pluripremiato lungometraggio, Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s Afraid of Virginia Woolf?).
Il Laureato lancia il successo di Dustin Hoffman
Il Laureato ha inoltre lanciato il grande successo di Dustin Hoffman, il quale stenta a credere che siano già trascorsi 50 anni dall’uscita di questa pietra miliare della storia del cinema americano. “Sono perplesso perché ho solo 47 anni!” ha ironicamente scherzato, a ottanta anni, la leggenda di Hollywood, nel corso di una recente intervista radiofonica rilasciata all’interno del programma Playback, dove l’attore si trovava per promuovere il suo ultimo film, The Meyerowitz Stories (New and Selected).
Hoffman ha ricordato come non ci fossero grandi aspettative intorno al successo de Il Laureato. “Se la mia memoria non mi inganna, non ci aspettavamo che il film avesse un così grande consenso di pubblico” – ha sottolineato l’attore – “La prima volta che vidi Il Laureato mi trovavo a New York ed ero disoccupato. In sala non sapevo dire quanto il pubblico stesse apprezzando o meno il film. Ma quando arrivò il momento finale della scena in chiesa, qualcosa cambiò e subito dopo gli spettatori iniziarono ad alzarsi e a fare il tifo per il mio personaggio e io pensai: “Oh mio Dio!”
Hoffman, attore di teatro preosschè sconosciuto nella New York degli anni ‘60, si trova improvvisamente trasformato in una star di Hollywood che i fan riconoscono per strada. “Ero stato il cameriere ai tavoli di molte di queste persone fino all’anno precedente”, ha scherzato ancora l’attore.
Proprio all’uscita de Il Laureato, Hoffman ricorda di aver notato una donna dall’andatura claudicante che lo fermò e gli chiese se fosse proprio lui l’attore del film. “Risposi di sì” – prosegue Hoffman – “lei allora mi indicò il suo bastone e mi disse: “La tua vita non sarà più la stessa”. Solo dopo Hoffman scoprì che quella donna era in realtà Radie Harris, famosa giornalista ed editorialista.
Il Laureato rinnova il cinema americano della fine degli anni ’60
The Graduate ha inaugurato una nuova sensibilità narrativa nel cinema americano, spostando i suoi confini oltre la tradizione estetica di Hollywood. Il successo, oltre che nella scelta del cast, risiede proprio in una regia innovativa, espressione di una peculiare visione artistica del regista Nichols, la quale include anche una serie di provini estesi a tutte le figure professionali del film e non solo al regista e al cast, come si è soliti fare.
“Mike era stimato come regista e per questo otteneva qualsiasi cosa chiedesse.” – prosegue Hoffman. “In normali circostanze, con un classico studio di regia, le riprese sarebbero durate circa 50 giorni. Non era difficile: c’erano gli attori, 4 pareti e solo un paio di scene da girare fuori dagli studi. Ma non fu così con il Laureato, le cui riprese si protrassero per ben 100 giorni. Nichols fece fare i provini anche all’addetto al suono, al direttore della fotografia e alle altre figure che lavorarono al film. Noi stessi provavamo come se fossimo sul palco di un teatro. Nicholas lavorava a stretto contatto con Sam O’Steen e Bob Surtees, i direttori della fotografia. Di solito questo non accade mai. Ma con il Laureato si fece un’eccezione”.
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Fonte: Variety