Il prestigioso Man Booker Prize for Fiction celebra il terzo anno di integrazione culturale dopo aver aperto il concorso a scrittori di tutte le nazionalità.
Gli autori candidati al premio del 2016 sono due inglesi, due americani e due canadesi con sei romanzi d’eccezione e di grande range narrativo.
Man Booker Prize 2016: Paul Beatty – The Sellout
Il narratore di The Sellout è nato e cresciuto nel ghetto di Dickens, California, ed utilizzato dal padre come oggetto di studi psicologici, basati sul concetto di razza. Dopo la morte del padre, in una sparatoria con la polizia, il narratore si ritroverà ad iniziare un’opera di vendetta e redenzione cercando di re-instaurare la schiavitù.
Man Booker Prize 2016: Deborah Levy – Hot Milk
Una madre in cerca di un miracolo medico e una figlia costretta in uno stato di paralisi mentale per seguire la madre, le sue neurosi, la sua ipocondria e la sua immobilità. Un’analisi sulla vita, le imposizioni e l’attesa, attraverso il fragile rapporto tra due donne.
Man Booker Prize 2016: Graeme Macrae Burnet – His Bloody Project
Il romanzo è ambientato nel 1869 e segue la vita di una piccola comunità in seguito ad un omicidio che sembra trovare il proprio colpevole in Roderick Macrae. Un racconto basato sul punto di vista, dalle opinioni dei cittadini, al resoconto dell’imputato stesso e a agli articoli di giornale, rivelando la natura di un’intera comunità.
Man Booker Prize 2016: Ottessa Moshfegh – Eileen
Eileen è un thriller narrato dalla più inaffidabile delle narratrici, Eileen Dunlop, consumata dal desiderio di evadere dal lavoro in un penitenziario per ragazzi. Nonostante la sua apparente facciata di rispettabilità, Eileen è molto più di ciò che mostra e un’amicizia con una nuova collega la trascinerà ad essere complice di un crimine terribile.
Man Booker Prize 2016: David Szalay – All That Man Is
All That Man Is racconta le storie di nove uomini attraverso l’Europa, storie che cercano di rispondere alla domanda: cosa significa essere un uomo qui e oggi? Una testimonianza iconica dell’Europa post-Brexit e della diversità dei suoi abitanti, di vite intere raccontate nella maestria di una pagina.
Man Booker Prize 2016: Madeleine Thien – Do Not Say We Have Nothing
Canada, 1991. Marie, 10 anni, e sua madre invitano un’ospite a casa loro, la cinese Ai-Ming, scappata dalla Cina dopo le proteste di Tiannamen Square. Ai-Ming racconterà la storia della sua famiglia attraverso la Cina rivoluzionaria e l’ascesa di Mao, una storia che vedrà protagonisti tre musicisti, il timido compositore Sparrow, il prodigioso violinista Zhuli e l’enigmatica pianista Kai.
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