Il Festival di Cannes si avvicina, e sale spasmodicamente l’attesa per la lista dei circa venti film che entreranno a far parte della Selezione Ufficiale. Con la sua ampia gamma di registi, da quelli più noti alle stelle emergenti, quello con la Croisette è uno degli appuntamenti cinematografici più attesi dell’anno. Il direttore artistico del Festival di Cannes Thierry Fremaux e la sua squadra, come consuetudine, attenderanno l’ultimo minuto prima di diramare la lista ufficiale. Ecco, allora, in rigoroso ordine alfabetico, una lista di pellicole che vorremmo riscuotessero il meritato successo nella prestigiosa rassegna francese.
- Everybody knows – Tra i favoriti c’è Asghar Farhadi, con un thriller psicologico girato in lingua spagnola e con protagonisti Javier Bardem e Penélope Cruz. Un marito ed una moglie decidono di trasferirsi nella loro città natale nei pressi di Madrid, ma durante il viaggio oscuri segreti verranno a galla a minacciare la loro quiete. Farhadi torna ad indagare uno dei campi nel quale è un indiscusso maestro: il conflitto coniugale.
- Fahrenheit 451 – Il progetto del regista iraniano Ramin Bahrani, che adatta l’omonimo romanzo di Ray Bradbury, si mostra ambizioso ed attuale, specie in un periodo storico nel quale il tema del controllo orwelliano è tanto sentito. Il film debutterà direttamente in televisione sul canale via cavo della tv americana HBO.
- The fever – La regista brasiliana Maya Da-Rin continua a guadagnare popolarità nei vari circuiti festivalieri mondiali. Ambientato nella città industriale di Manaus, circondata dalla foresta amazzonica, il film racconta la storia di una guardia di mezz’età che si appresta ad affrontare la partenza della figlia per gli studi. La sua solitudine sarà amplificata dalla foresta, e da alcuni misteriosi avvistamenti di un mostro che gli era apparso in sogno.
- Girls of the sun – Dopo il successo di Bang Gang (A modern love story), la francese Eva Husson debutta a Cannes declinando una storia interamente al femminile. La protagonista, Golshifteh Farahani, guida un battaglione femminile curdo. Mentre le combattenti si apprestano ad attaccare la stessa città dove lei era stata presa prigioniera tempo prima dagli estremisti, ella si legherà ad una giornalista di guerra (Emmanuelle Bercot).
- High life – Habitué di Cannes, la parigina Claire Denis propone una pellicola destinata a suscitare clamore. Robert Pattinson e Juliette Binoche sono i membri di un equipaggio spaziale che, passando attraverso un buco nero, sperano di trovare la salvezza. La pellicola, che presenta un’intrigante sottotrama incentrata sugli esperimenti sessuali, è stata così descritta da Pattinson: «decisamente folle!».
- The house that Jack built – Il “cattivo ragazzo” di Cannes, Lars von Trier, potrebbe far ritorno a sette anni dalla discussa conferenza stampa in occasione della presentazione di Melancholia, quando, a causa di alcune infelici frasi ritenute offensive verso il popolo ebraico, venne dichiarato “persona non grata”. In quella che, ad oggi, è la sua opera più raccapricciante, Matt Dillon interpreta un pericoloso serial killer. Ad impreziosire il cast Uma Thurman e Riley Keough.
- If Beale Street could talk – Dopo l’enorme successo di Moonlight, Barry Jenkins è chiamato al non facile compito della riconferma. Il regista statunitense torna ad adattare un illustre successo della letteratura nera: If Beale Street could talk, di James Baldwin. La pellicola narra la vicenda di una donna incinta, il fidanzato della quale viene ingiustamente imprigionato con l’accusa di violenza sessuale da parte di un poliziotto razzista. Nel cast: Colman Domingo, Regina King, Diego Luna, Pedro Pascal e Dave Franco.
- Lazzaro felice – La giovane Alice Rohrwacher ha ultimato un’opera alla quale lavora da anni, interamente girata nelle zone rurali del centro Italia come nel precedente Le meraviglie. Stavolta la storia parla di un «mezzo santo» che viaggia nel tempo, vivendo ai margini della civiltà. Un’opera innovativa, dunque, dotata di un tono fantastico, per una regista che continua a confermare il proprio enorme talento.
- The picture book – L’ormai ottuagenario (e solitario) Jean-Luc Godard, padre della Nouvelle Vague, propone una sorta di seguito dell’opera Adieu au langage, alla quale lavora da molti anni. In molti parlano dell’ennesimo film sperimentale, contrassegnato da una narrazione sempre più astratta: caratteristiche che, del resto, hanno segnato tutta la produzione godardiana a partire dal 1960, e che potrebbero di nuovo far storcere il naso ai cinefili di tutto il mondo.
Appuntamento tra qualche giorno per la terza parte dell’articolo sui film che potrebbero essere proiettati al prossimo Festival di Cannes.
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Fonte: Indiewire