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American Horror Story: rivelato il tema della sesta stagione

Finalmente la verità sul tema della sesta stagione di American Horror Story viene a galla. Dopo mesi di speculazioni e false piste, con la premiere di mercoledì, il tema è stato svelato e, oltre al tema, anche la forma è particolarmente contorta.

“Curiosamente” e fantasiosamente intitolato “Capitolo 1” il primo episodio della nuova stagione si è svelato essere un un finto documentario, con delle interviste personali e la rievocazione della storia raccontata in queste interviste e riprodotta da attori che drammatizzano il racconto.

Praticamente mentre vediamo delle persone raccontare in un intervista la loro storia, sullo schermo vediamo anche dei filmati nei quali questa storia viene “visivamente” mostrata da altri attori che interpretano quelli che raccontano. Se questo non basta a ingenerare confusione, troviamo anche, ad esempio, Sarah Paulson essere colei che interpreta la protagonista nel finto documentario, mentre nel “racconto visivo” è uno dei personaggi preferiti dei fan, Lily Rabe, a reinterpretare la stessa Paulson.

Questa specie di documentario aveva anche un titolo: My Roanoke Nightmare.

Cosa succede nella premiere di American Horror Story

american horror storyL’episodio si concentra su una coppia, la cui altra metà è interpretata da Cuba Gooding Jr. (reinterpretato visivamente da André Holland, che si è trasferita nel Nord Carolina, dopo aver subito un esperienza traumatica, conclusa con la perdita del bambino del personaggio interpretato da Paulson/Rabe.

“Fin dal primo momento ho percepito il pericolo qui” dice la Rabe nella drammatizzazione visiva, parlando della casa appena acquistata dalla coppia.

Apparentemente questo Roanoke Nightmare durerà per tutta la stagione.

Le finte anticipazioni di American Horror Story

FX è riuscita decisamente bene nel mantenere il segreto su questa stagione e, per farlo, ha usato un trucco particolare. Nei mesi che hanno preceduto la premiere, lo staff marketing ha prodotto svariati trailer e teaser, molti più di quelli che normalmente sono stati usati in passato, e soprattutto ognuno con un genere diverso, ambientato in luoghi diversi. Solo uno di questi era quello reale. Decisamente un marketing “divertente”.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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