IO, CATERINA di Francesca Riario Sforza
«Se scrivessi la mia biografia, stupirei il mondo»
Caterina Sforza
Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, Caterina ha dato prova del suo carattere già a dieci anni, quando si è proposta per diventare la moglie di Girolamo Riario, in sostituzione della cugina undicenne, giudicata troppo giovane per consumare il matrimonio. Dotata di una cultura vastissima, si è distinta in discipline considerate appannaggio esclusivo degli uomini, come l’alchimia, la chimica e le arti belliche. Dopo la morte del marito, ha governato da sola Imola e Forlì, guidando persino l’esercito in battaglia. Durante l’assedio della rocca di Ravaldino, non si è lasciata mettere con le spalle al muro da chi le aveva intimato di arrendersi, minacciandola di ucciderle i figli; al contrario, Caterina ha risposto sollevando la gonna e urlando: «Fatelo, tanto qui ho lo stampo!» Nella sua breve vita, Caterina ha fatto di tutto, tranne scrivere una biografia.
Seicento anni dopo, è una sua discendente, Francesca Riario Sforza, a celebrare la straordinarietà della sua antenata in un romanzo che ci restituisce l’immagine di una donna in anticipo sui tempi, che non si è rassegnata al ruolo di moglie e madre, ma ha lottato per farsi strada in un mondo dominato dagli uomini. Una donna forte, indipendente e incredibilmente moderna.
Francesca Riario Sforza
Nata a Firenze, Francesca Riario Sforza ha proseguito gli studi tra Napoli e Roma, laureandosi in Sociologia delle Comunicazioni di Massa. Dal 1996 al 2001 è stata autrice di programmi televisivi per il gruppo Mediaset ed ha collaborato con la RAI. Dal 2000, si occupa di sceneggiature televisive e cinematografiche in qualità di sceneggiatrice e editor: è una script doctor. Insegna struttura narrativa cinematografica e seriale.
L’autrice, discendente diretta di Caterina Sforza,
ha avuto accesso ad archivi mai studiati prima
Caterina raccontata dalla sua discendente
«Questa splendida avventura è iniziata qualche anno fa, quando leggendo romanzi, seguendo straordinarie serie televisive e vedendo film mi sono resa conto della reale importanza e della voglia di conoscenza, in un periodo di crisi e di cambiamento sociale, delle nostre radici.
È chiaro che avere Caterina Sforza (e due dei suoi tre mariti: Girolamo Riario e Giacomo Feo, del secondo me ne sarei resa conto durante le ricerche) come antenata mi ha dato una forte spinta ad intraprendere questo viaggio nel Rinascimento, che mi ha sommerso con la straordinaria portata ed importanza di personaggi, storie e luoghi che ho incontrato iniziando a scorrere una dopo l’altra migliaia di righe di cronache, viaggiando per città, entrando in archivi e biblioteche.
Ho letteralmente girato per anni con un bagaglio, fisico, di libri ed appunti. Ho vissuto per tre anni con appeso al muro un pannello di quattro metri per due appuntandovi meticolosamente date e luoghi insieme agli elementi umani, giustamente, omessi dai libri di Storia (i miei vicini che potevano vederlo attraverso le finestre avranno pensato stessi cercando di preparare il colpo del secolo).
Questo libro ha il calore delle intenzioni e dei sentimenti di ogni protagonista nel momento in cui lasciava delle testimonianze scritte. Ho trovato il testamento originale di Caterina e non c’è stata emozione più grande del vedere dove questa donna, a cui sono stati assegnate le nomee più disparate, nel dettare le sue ultime volontà a poche ore dalla morte abbia avuto ripensamenti e dove non abbia avuto nessuna esitazione. Ha avuto otto figli, ha conquistato Castel Sant’Angelo impedendo l’elezione del prossimo Papa, ha combattuto per i suoi diritti, ha conosciuto quelli che oggi chiamiamo i grandi della terra, perché lei stessa a solo dieci anni con una promessa di matrimonio ne entrò a far parte.»
Fonte: Ufficio stampa Casa Editrice Nord
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