Menzione speciale – L’altra Grace – Miniserie (Netflix)
L’altra Grace è uno show con un ritmo compassato, che usa una narrazione fatta di ricordi raccontati durante sedute che potremmo definire psichiatriche e che quindi smorza l’azione per concentrarsi maggiormente sul messaggio e sui contenuti che vengono raccontati, quindi non è assolutamente uno spettacolo “di intrattenimento” ma una lunga riflessione. Il formato corto della serie, solamente sei episodi, comunque, fa si che la concentrazione possa rimanere elevata quanto necessario. Gli attori sono veramente bravi, specialmente una Sarah Gadon, capace di passare attraverso diverse personalità e sfaccettature, dalla debolezza al gelo, così come la regia e il montaggio della serie sono estremamente curati e capaci di dettare un ritmo spezzettato ma avvolgente. Un’esperienza da fare.
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Menzione speciale – The Crown – Seconda stagione (Netflix)
Una nuova stagione eccellente per questo prodotto che si sta affermando come uno dei più noti e premiati di Netflix (anche se i premi, si sa, sono spesso marketing). Una stagione che si rivela ancora più intima della prima, con una spiccata attenzione al rapporto tra Elisabetta e Filippo, reso alla perfezione da due attori come Smith e la Foy. Una continuità eccellente, che presenta picchi di pathos in alcuni episodi più che in altri, ma che fa un ottimo lavoro nell’”incatenare” lo spettatore al divano, riservando una storyline molto glamour, ma nobilitata da due attori come la Kirby e Goode, con al centro la Principessa Margaret.
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Menzione speciale – Atypical – Prima stagione (Netflix)
Atypical è una serie Netflix, il cui giovane protagonista Sam è affetto da autismo. Un giorno Sam decide di trovarsi una fidanzata, cosa che spaventa la madre (Jennifer Jason Leigh) da sempre premurosa nei confronti del figlio. Atypical affronta con toni i leggeri di un teen drama il problema dell’autismo, quel “disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale che provoca ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi”
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Menzione speciale – Narcos – Terza stagione (Netflix)
Passati i primi due episodi che trasmettono un effetto un po’ straniante – come se ci trovassimo di fronte ad un’altra serie – la terza stagione di Narcos ci mette poco ad ingranare la marcia. Una delle note positive che hanno fatto ulteriormente alzare il livello di questa serie è la sua totale imprevedibilità, vuoi perché la storia del Cartello di Cali è meno famosa di quella di Escobar, vuoi perché gli autori hanno imbastito una serie di episodi capaci di tenere il telespettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo.
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Menzione speciale – Suburra – Prima stagione (Netflix)
Suburra, dopo un preoccupante inizio, riesce ad appassionare guadagnando tutto sommato un giudizio più che positivo. Si fosse concentrata solo sulle vicende di Spadino, Amedeo e Lele sarebbe stata davvero un’ottima serie mentre con gli evidenti difetti che si porta dietro, sottolineati nella recensione, non raggiunge l’epicità di un Gomorra, il paragone più affine per Suburra, ma svolge comunque un buon lavoro. La chiusura dell’ultimo episodio lascia aperto il campo ad un’ipotetica seconda stagione (non ancora annunciata, ma quasi certa) dove si dovrà giocoforza fare tesoro degli errori commessi per non ritrovarsi in quei vicoli ciechi dove più volte Suburra è andata ad infilarsi.
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