Red Sparrow è un nuovo film di spionaggio con un cast notevole composto da Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Jeremy Irons e Charlotte Rampling, al cinema in questi giorni.
Red Sparrow: la sinossi
Dominika (Jennifer Lawrence) è la ballerina di punta del Bol’šhoj, un impegno professionale che le permette di vivere dignitosamente in una Russia ostile e poco assistenziale con una madre molto malata che necessita di cure mediche costanti. In seguito ad un brutto infortunio che le compromette la carriera, indipendentemente dalla sua volontà si ritroverà costretta a servire il suo paese nei servizi segreti russi come una red sparrow, una specialista di manipolazione erotico-psicologica.
Red Sparrow: le nostre impressioni
Red Sparrow, un film in grado di valicare i confini delle già bassissime aspettative. Al limite del caricaturale e del ridicolo, in un contesto storico pseudo contemporaneo non particolarmente definito (notare la somiglianza di Matthias Schoenaerts con Putin…!), viene raccontato il cliché dei cliché: la guerra fredda tra Russia e Stati Uniti continua. E ancora una volta il punto della storia è la presenza di una talpa, a questo giro nei servizi segreti russi. Se il soggetto è in partenza ben poco originale, nemmeno un cast di attori talentuosi e di successo è sufficiente a dar forza ad una sceneggiatura che zoppica più di Jennifer Lawrence con la gamba spezzata. Le uniche espressioni dei personaggi più piatti e sterili delle steppe innevate russe emergono solo sotto tortura, letteralmente.
Ma di certo non sono da biasimare gli interpreti se Red Sparrow brilla in tutti i suoi difetti. Oltre ad essere un lungometraggio terribilmente piatto, lungo e noioso, in esso possiamo rivedere una bruttissima copia di 007: Dalla Russia con amore in cui si distinguono grossomodo tre elementi narrativi maldestramente accostati. La prima parte ha tutte le sembianze di soft porno in un contesto sovietico algido e trucido, in cui viene mostrato come la scuola per diventare sparrows sia in realtà un collegio per prostitute patriottiche specializzate nella manipolazione psicologica. La seconda parte (ma anche in parte la prima) è una fotocopia sbavata e sfuocata della storia di Uomini che odiano le donne, ma che non aspira nemmeno vagamente a quell’approfondimento della perversione mentale presente nel modello originario. Infine, nella lunghissima ultima parte la trama si infittisce con squallidissimi doppi giochi in cui (guarda a caso!) gli americani hanno la meglio pur essendo quattro gatti mal organizzati e incapaci di passare all’azione o ad una strategia decente.
Il risultato finale è che Red Sparrow, invece di essere un film organico e compatto, assomiglia di più ad uno sceneggiato televisivo confuso e mal gestito, con una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti e che brilla in una banalità sconvolgente e spassosa: sarebbe stato più divertente se la madre malata fosse stata a capo di tutto, ma forse stiamo chiedendo troppo. Spassosa anche perché le coordinate spazio-temporali si colgono solo vagamente attraverso dei quadretti-cartolina dei paesi in cui si trovano i personaggi: a Mosca tutti con i colbacchi pelosi, a Heathrow c’è sempre lo stesso aereo che decolla dietro al grosso taxi nero e via così. E poi la lentezza indecente in un film teoricamente d’azione rende ancor più insopportabile l’interazione tra i personaggi-macchiette, tra i quali non manca ovviamente il brutalissimo e sadico sicario sovietico ultra biondo e ultra cattivo.
Ricordo che in questi giorni si è molto discusso di Jennifer Lawrence, sul suo comportamento e su delicate problematiche di genere: è evidente che chi ha criticato l’outfit dell’attrice non ha nemmeno vagamente percepito il sessismo strutturale del film. Non mi riferisco solo alla Scuola delle Sparrow, ben inteso. Non bastano le parole ottimiste e conciliatorie del bell’americano (Joel Edgerton?! Mah…): se collaborerà con gli americani il personaggio di Jennifer Lawrence potrà finalmente essere una soggetto indipendente dal sistema ultra fallocentrico e repressivo in cui è cresciuta. Quindi è un film sul riscatto delle donne? Ci piacerebbe! Lei rimane sempre una marionetta, perché (ops, SPOILER, ma vi faccio un favore!) anche alla fine è il capo dei servizi segreti russi a indicarle la strada da compiere, invitandola caldamente ad intraprenderla svelandole di essere lui stesso la talpa che cercava. Il vero “colpo di scena” è dunque il fatto che, dopo essere rimasta che per tutto il film al servizio di un sistema in cui sono gli uomini a decidere le sorti di tutto e di tutti, alla fine sarà a servizio entrambi i fronti della guerra fredda. Quindi, scordatevi dell’esistenza del fantomatico soggetto femminile volitivo dietro al volto dell’attrice “forte” del momento: la sua monoespressività costante parla più di mille parole.
Infine: come mai per tutto il film si parla solo di donne-sparrow, quando nella classe sono presenti anche dei baldi e giovani sovietici che aspirano ad essere degli psico-gigolò? O forse tutti i membri dei servizi segreti sono degli sparrow in grado di usare il sesso per manipolare psicologicamente le loro vittime? Questo sarebbe stato un po’ trash, ma sicuramente più interessante.
Red Sparrow
valutazione globale - 4
4
scritto e recitato male, noioso e sessista
Red Sparrow: un giudizio in sintesi
Red Sparrow è un film mal recitato, scritto ancora peggio, confuso e piatto, con un sessismo di fondo che si nasconde fastidiosamente dietro alla storia di una falsa rivalsa femminile, gratuitamente violento e terribilmente stereotipato. Nulla si salva, né la trama, né l’ideologia di fondo, né il montaggio, né la regia, né gli attori. Manca di ritmo, di azione, di spunti vagamente interessanti.
Da vedere se si ha davvero del tempo da perdere.
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Condivido. Un film da perdere.