Qual’è la prima impressione che dà il primo episodio di Z The Beginning of Everything, nuova serie di Hulu, con Christina Ricci, sulla vita di Zelda Fitzgerald? Innanzitutto iniziamo a dire che, più che del pilot in se, questa è la recensione dei primi due episodi, visto che la durata ridotta (27 minuti ad episodio) non dà certo la possibilità di farsi una grande idea dopo il primo, anzi, si rimane un po’ con una certa insoddisfazione di fondo.
Z The Beginning of Everything, ma se iniziasse sarebbe meglio
Non passa nemmeno col secondo episodio quella sensazione comunque. Z The Beginning of Everything è un biopic, quindi credo vogliano cercare di rimanere più fedeli alla storia, ma in questo inizio non c’è nulla di così affascinante. Certo la storia di Zelda è nota e sappiamo che sarà burrascosa e vissuta sulla cresta dell’onda, ma per ora lo spettatore passa il tempo a vedere se qualcosa succede e basta. I primi corteggiamenti tra Zelda e Francis Scott lasciano un retrogusto di romanticismo d’un altra epoca, con un pizzico di “ribellione” che non ci sta mai male, ma che a dirla tutta sta bene al personaggio, però non c’è altro.
C’è poco anche di quello, perché sembra tutto un già visto, che è frutto certamente del fatto di conoscere i personaggi e le loro evoluzioni, ma questo lo sa anche chi la scrive la storia, sa che il pubblico conosce già gli avvenimenti e quindi, gli scrittori, dovrebbero sforzarsi di trovare qualcosa che crei l’interesse, che non può essere di sicuro “ce la farà Francis Scott a diventare uno scrittore?” “Sopravviverà alla guerra e sposerà Zelda?”. Ecco, c’è bisogno di qualcosa di più e quel qualcosa, ad ora, non c’è.
Christina Ricci ci prova, ma non sfonda lo schermo
Io posso anche apprezzare molto lo sforzo che ha fatto la Ricci per recitare con una parlata così smaccatamente del Sud, per entrare alla perfezione nel personaggio, ma non trasmette molte altre emozioni, ci sono un po’ di faccette birichine che vogliono far capire che Zelda è birichina e un po’ di facce tristi per far capire che Zelda è triste, ma oltre queste due emozioni non si va, in un sistema di recitazione binario.
Colpa sua o colpa della sceneggiatura? Propenderei per la seconda, perché se le battute argute non sono assolutamente argute, se i dialoghi profondi non sono profondi, se i personaggi vengono dipinti in modo troppo bidimensionale, alla fine non è che ci si possa fare molto.
Ma Z The Beginning of Everything è tutto da buttare?
No, decisamente no. Non è certo una serie che resterà nella storia e non lascerà molto alla fine della visione, ma ha il buon pregio di essere guardabile soprattutto grazie alla leggiadria e leggerezza con cui affronta l’evolversi degli eventi. Si resta lì a guardare il fiume scorrere placido ma sempre in movimento; così come non emoziona, neppure annoia.
I costumi sono molto curati e non potrebbe essere diversamente in una serie su Zelda, icona glam dei Roaring Twenty’s, anni molto più affascinanti della serie stessa.
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Z The Beginning of Everything
Valutazione globale
non colpisce