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Una scena di Widows

Widows – Eredità criminale: la recensione dell’ultimo film di Steve McQueen

A distanza di oltre 4 anni da 12 anni schiavo che gli valse l’Oscar come Miglior Film, Steve McQueen torna al cinema con il thriller Widows – Eredità criminale con Viola Davis, Liam Neeson e Colin Farrell.

Widows – Eredità criminale: la sinossi

Una scena di WidowsNel corso di una rapina Harry Rawlins (Liam Neeson) e la sua banda di criminali finiscono ridotti in cenere a causa dell’esplosione del furgone dove si trovavano. Rawlins doveva due milioni di dollari a Jamal Manning (Brina Tyree Henry), un politico corrotto in corsa per essere eletto al 18° distretto di Chicago. Sarà la moglie del defunto Rawlins, Veronica (Viola Davis), ad imbastire un piano per recuperare i soldi dovuti a Manning. Per farlo, si avvarrà dell’aiuto delle altre vedove che hanno perso come lei il proprio marito nel colpo andato male.

Widows – Eredità criminale: le nostre impressioni

widowsWidows – Eredità criminale segna il ritorno di Steve McQueen in sala dopo il trionfo agli Oscar con 12 anni schiavo ormai 4 anni e mezzo fa. Il film sulla schiavitù del XIX secolo negli Stati Uniti ha rappresentato per la carriera dell’artista londinese una svolta – passatemi il termine un po’ semplicistico – commerciale nella sua cinematografia fin lì contraddistina da due preziose gemme, Hunger e Shame, che erano film tutto sommato intimi e personali. Ma sia ben chiaro che alcune tematiche che McQueen proponeva nei primi due film e nel quale crede ancora di dover dire molto a riguardo si ritrovano ampiamente anche nel suo nuovo lavoro. Widows – Eredità criminale è un film che, al pari di uno Shame, affronta a viso aperto la complessità dei tempi in cui viviamo e tutte le contraddizioni che la società moderna si porta con sé.

Il nuovo McQueen si presenta come un thriller in salsa femminile perché le donne protagoniste – qui tutte ottimamente interpretate a partire dalla capofila Viola Davis – sono il motore a cui gira intorno una storia fatta di ricatti e riscatti, di sentimenti e di odio, di intolleranza e di rimessione. Le vedove del film non hanno il tempo per elaborare il lutto della scomparsa dei loro mariti, neanche quello per piangere. Ci sono da recuparere, subito, due milioni di dollari, altrimenti le cose per Veronica si metteranno male.

E’ giusto che siano le mogli a pagare le colpe dei propri mariti? Mogli che, fino a quel momento, sono sempre state un passo e mezzo dietro alla figura maschile. Perché lo fanno, quindi? Perché si mettono in moto, senza poi così tante esitazioni, per portare a termine il colpo lasciato a metà dai loro uomini? C’è chi lo fa per riscatto personale, chi per assciurarsi un futuro tranquillo e chi per i propri figli. Emancipazione e autoaffermazione, con un pensiero agli anni di lì a venire.

Ma in Widows – Eredità criminale c’è anche una protagonista in più oltre al gruppo di agguerrite vedove ed è la città di Chicago, una delle più violente e pericolose degli Stati Uniti odierni. La Chicago ritratta da Steve McQueen è una città dalle profonde differenze sociali, di classe e soprattutto di razza che portano alla continua alimentazione di tensioni mai del tutto sopite nel corso degli anni. La Chicago degli Obama – la storia è ambientata nelle ultime settimane di campagna elettorale del 2008 – è anche una città corrotta fino al midollo, qui rappresentata da un candidato distrettuale (Colin Farrell) avido di soldi e di potere, caratteristiche tramandate interamente dal padre (un grande Robert Duvall), che però non vede nel figlio ciò che lui desiderava.

Una scena di WidowsIn Widows – Eredità criminale, Steve McQueen amplifica il grido delle minonaranze lasciate ai margini delle società, che siano le donne, i neri o i poveri stritolati dagli interessi del capatilismo. Lo fa costruendo un film che è un ibrido tra un thriller urbano e un action e che ad un certo punto prende anche la piega del revenge movie.

Chi conosce il suo cinema sa quanto McQueen sia particolarmente attento all’estetica formale delle sue opere (forse solo Tom Ford è più “estremo” di lui in questo) e anche qui conferma quanto già fatto vedere in precedenza. Ma l’estetica da sola non basta a fare un buon film e infatti Widows – Eredità criminale si avvale di una sceneggiatura solida e compatta, scritta a quattro mani dal regista londinese insieme alla Gillian Flynn del L’amore bugiardo e altri successi letterari.

Widows - Eredità criminale

Valutazione globale - 7.5

7.5

Un thriller urbano solido e robusto

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Widows – Eredità criminale: giudizio in sintesi

Liam Neeson e Viola Davis in WidowsCon Widows – Eredità criminale Steve McQueen torna al cinema con un film dalle tante sfaccettature, di genere e tematiche. Il thriller urbano si mescola all’action, e talvolta alla violenza, sullo sfondo di una città, Chicago, che ogni anno negli Stati Uniti è tra le prime per omicidi e rapine. Il colpo messo a segno dalle vedove è un colpo che vale più come riscatto personale e come emancipazione dalla figura maschile che come colpo in sé. Tutte le protagoniste del film si liberano dalle catene che le tenevano legate all’ombra dei propri uomini e scendono sul campo in cerca di un’affermazione personale. Una sceneggiatura robusta e solida, unita all’eleganza delle inquadrature di Steve McQueen, fanno di Widows – Eredità criminale uno dei film più “in forma” del 2018.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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