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We are the Tide: recensione del poetico film di Sebastian Hilger a TFF34

we are the tideTitolo: We are the tide (Wir sind die flut)
Regia: Sebastian Hilger
Paese: Germania
Cast: Max Mauff, Lana Cooper
Durata: 84′

 


We are the Tide è un film molto particolare, perché nonostante un evidente basso budget riesce con la forza dell’immagine e l’interesse dei temi, trattati in modo metaforico, a presentarsi come un buon prodotto. We are the tide chiaramente non è esente da difetti che fanno si che sia un buon film, poetico a tratti, ma comunque un film a cui sembra mancare qualcosa.

La storia racconta di un paese dal quale una mattina, di circa quindici anni prima, l’oceano è scomparso. Da allora, quel vuoto non ha fatto che sollevare domande e preoccupazioni. La causa del fenomeno rimane sconosciuta. Il giovane fisico Micha è uno dei molti scienziati che, con una nuova teoria in mente, stanno cercando di studiare il fenomeno.

We are the tide, cosa funziona

L’immagine, la fotografia, anzitutto. La resa di questa terra senza mare, o meglio, dalla quale il mare è scomparso, è quasi lunare, un panorama largo e affascinante, con luci soffuse o al buio, con toni grigi che descrivono l’assenza e dai venti freddi che dipingono la mancanza di speranza. Il tutto ha una dimensione poetica che rispecchia le intenzioni filosofiche del racconto.

we are the tideInfatti, questa terra dalla quale sono scomparsi no solo il mare ma anche i bambini,  e questa ricerca delle cause, portano a molte considerazioni che si possono sia inserire in un classico racconto di coming-to-age, sia rispecchiano un tema che mi è sembrato caro a questo Festival, soprattutto nella sezione in concorso, che è quello dello spaesamento generazionale, questa mancanza di scopi e di identità che lasciano la vita come un mare senz’acqua.

Anche le interpretazioni di Max Mauff (visto in Sense8) e Lana Cooper rimarcano quest’ultimo tema, con il loro muoversi a volte concreto a volte zoppicante alla ricerca di una risposta, ma in realtà alla ricerca di un motivo per cui valga la pena andare avanti, fare sforzi.

We are the tide, cosa non funziona

Alla fine però i temi e le metafore non sono portate avanti con sufficiente convinzione e i temi e i personaggi secondari introdotti sono tanti, così che alla fine, si percepisce un certo spaesamento e una mancanza di chiarezza nelle conclusioni a cui vuole arrivare il creatore di questo We are the tide.

La mia impressione è che abbia voluto dire tante cose e mettere tanti temi nel racconto, ma rischiando ogni tanto, così facendo, di togliere continuità e coerenza alla narrazione complessiva e non portando a casa completamente il risultato che si era prefisso.

In sostanza comunque è un film che merita, soprattutto a livello visivo, di una visione, sempre che sia possibile, su grande schermo.

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We are the Tide

Sceneggiatura
Regia e fotografia
Recitazione

poetico

User Rating: 3.6 ( 1 votes)

About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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