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The Cloverfield Paradox

The Cloverfield Paradox: la recensione del nuovo film targato Netflix

The Cloverfield Paradox ha debuttato sugli schermi Netflix il 4 febbraio, anticipato da un trailer proiettato durante uno degli eventi più caldi del panorama americano, ovvero il Super Bowl LLI. Il terzo capitolo del franchise Cloverfield, curato dalla casa di produzione fondata da J.J. Abrams Bad Robot e diretto da Julius Onah, ha stupito tutti. Dopo una scarnissima, se non inesistente, campagna pubblicitaria, The Cloverfield Paradox si presenta come il prequel dei due capitoli precedenti, Cloverfield e 10 Cloverfield Lane, una commistione di atmosfere alla Life – Non oltrepassare il limite e scene malamente citate dal grande classico del genere sci-fi Alien.

The Cloverfield Paradox: sinossi

The Cloverfield ParadoxLa trama di The Cloverfield Paradox vede come protagonisti un gruppo di astronauti le cui conoscenze spaziano dall’ingegneria alla fisica, che condividono una missione, ovvero testare una nuova possibile fonte di energia per sopperire alla mancanza di essa sulla Terra. Sulla stazione Helios si tenta di catalizzare, attraverso un gigantesco acceleratore di particelle, un enorme quantità di energia proveniente dai meandri dello spazio. Sul nostro pianeta morente si creano due fazioni, ovvero coloro che vedono nell’esperimento una speranza di vita, mentre molti altri vedono in esso solo catastrofe e l’apertura di varchi interdimensionali che potrebbero far passare chissà chi o cosa. L’opzione che si realizza è ovviamente la più catastrofica, e l’equipaggio della navicella si trova catapultato in una dimensione parallela, facendo si che la materia si mescoli e si confonda. In contemporanea, sulla Terra sembra regnare il caos più totale.

The Cloverfield Paradox: le nostre impressioni

The Cloverfield ParadoxSe ci fermassimo alla visione della prima parte di The Cloverfield Paradox, sembrerebbe essere un degno erede, o meglio, predecessore degli altri due capitoli del franchise Cloverfieldlo sviluppo della trama sembra interessante, ed è intervallato da incisi scientifici, che chiarificano alcuni punti oscuri e prettamente tecnici su cui si basa la storia. Una forte suspense permea la visione, e i momenti in cui si salta sulla sedia di certo non mancano: tra il senso di smarrimento che l’oscurità silenziosa dello spazio comunica, e l’alone di sospetto che aleggia intorno ai membri dell’equipaggio, i presupposti per un’altra ora buona di tensione ci sono. Come ciliegina sulla torta troviamo il famoso “paradosso”, che si manifesta nel momento in cui un bosone di Higgs generato dall’acceleratore di particelle si rompe, confondendo le varie dimensioni. Da questo momento in poi, tutto diventa confusionario: ogni membro dell’equipaggio pensa di aver l’idea vincente, per questo motivo si susseguono una serie di azioni sconclusionate che non portano, di fatto, a niente, se non ad acuire gli asti che serpeggiano fra loro.

L’idea di base, ovvero quella di voler annullare il logico e comune svolgimento temporale col fine di creare un senso di straniamento, è palese, soprattutto per rendere più labili i confini tra i tre film, in apparenza molto diversi fra loro. Insomma, una serie di buone intenzioni ma che, purtroppo, non trovano uno sviluppo coerente: tutto si mescola in un susseguirsi di idee abbozzate, non contestualizzate, facendo sì che The Cloverfield Paradox diventi un film ai limiti del surreale. Un film come The Cloverfield Paradox, i cui presupposti necessitano una struttura narrativa ben precisa e definita, cade purtroppo in un qualunquismo di significati, da cui traspare l’idea secondo la quale basta una manciata di nozioni scientifiche per creare un film sci-fi valido.

Valutazione globale - 5.5

5.5

Un film spezzato in due

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The Cloverfield Paradox: un giudizio in sintesi

The Cloverfield ParadoxThe Cloverfield Paradox sembra un film la cui realizzazione è stata lasciata a metà, o meglio, in cui la forza narrativa e l’impegno della regia e della produzione si è esaurito nella prima parte. Anche la recitazione cala d’intensità, diventando meno coinvolgente e molto confusionaria. Insomma, per quanto The Cloverfield Paradox scorra in maniera più o meno altalenante fino alla fine e la direzione della saga sia chiara, manca quel tocco in più, quella coerenza di fondo che lo renderebbe un grande prodotto.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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