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Sherlock: recensione della quarta stagione della serie BBC

Dobbiamo purtroppo ammetterlo, questa quarta stagione di Sherlock è stata una parziale delusione. Una stagione che era stata lanciata da un battage che annunciava grandi avvenimenti e sconvolgimenti e che invece è stata buona solo per alcuni momenti e situazioni, specialmente nel rapporto tra Sherlock e Watson, mentre la trama in generale è apparsa sinceramente un po’ troppo piatta rispetto alle vette a cui ci aveva abituato questo show.

Sherlock, quello che funziona

sherlock 4Partiamo dalle cose buone: il rapporto tra Sherlock e Watson. I due vivono forse il momento più drammatico della loro coesistenza, per via di quanto succede alla fine del primo episodio. Il lutto per John è immenso e la reazione verso il suo partner investigativo è capibile, più che per l’addossargli la colpa, per un umanissimo cercare la valvola di sfogo per tutto il proprio dolore indirizzando la rabbia verso la persona più vicina.

Contribuisce molto la prova superba di Freeman, secondo me vero mattatore e figura di rilievo di questi episodi, anche più dello stesso Cumberbatch. La sua rabbia e la sua disperazione sono vividi, così come i momenti in cui si isola dal mondo costruendosi nella sua mente (come un richiamo al Palazzo Mentale) la figura amata con cui dialoga e in cui cerca sollievo. sherlock 4Alla fine il processo di elaborazione del lutto, per la rabbia e per il conforto, viene gestito dagli altri due vertici di questo singolare triangolo relazionale e il tutto è elaborato con molta cura e passione, senonché viene risolto con una troppo facile e prevedibile mossa.

Infatti l’esagerata prevedibilità è la cosa che un po’ smorza la riuscita dell’altra parte positiva di questa triade di episodi, ossia il villain Culverton Smith, interpretato da Toby Jones che riesce a dare una spiccata tridimensionalità al personaggio e conferire, grazie soprattutto alla sua mimica, il giusto tono orrifico. Però, come si diceva prima, la prevedibilità della risoluzione del caso lascia decisamente insoddisfatti.

Sherlock, quello che è rivedibile

L’abbiamo già nominata ed è purtroppo una caratteristica che disturba parecchio in questa stagione: la prevedibilità. Molti dei passaggi di trama, come le risoluzioni dei casi sono prevedibili, pensiamo al secondo episodio dove era abbastanza scontato cosa stesse succedendo e in altri casi un po’ rabberciati, come il finale del terzo episodio che sembra decisamente troppo rapido e forzato. sherlock 4Il mettere spesso in pericolo di vita Sherlock o Watson non aiuta perché non è una minaccia credibile e, soprattutto, se di questo rischio fai il nodo, se non unico, centrale, la tensione evapora e a volte nemmeno si forma.

Se avevamo detto, inoltre, che Culverton Smith era un villain piacevole, la spuntata dal nulla sorella di Sherlock invece è troppo macchiettistica ed eccessivamente teatrale, così come lo sono i vari passaggi di questo cervellotico ma noioso gioco a cui sottopone i fratelli e il buon assistente. Tanti giochini e tanti minicasi sparsi, anche negli altri episodi, che fanno solamente intravedere un elenco e spesso vengono usati per dimostrare quanto l’investigatore di Backer Street sia bravo (ma questo lo sapevamo già), però talmente “fast food” che non si fa in tempo nemmeno ad assimilarli che si è già voltata pagina.

Il tanto reclamizzato riapparire di Moriarty poi, viene derubricato a dei semplici video in cui il miglior villain apparso in questa serie viene utilizzato come una stralunata app da conto alla rovescia, con sbeffeggianti e un po’ troppo fanciulleschi richiami al tempo che scorre.

Sherlock e il ritorno misterioso

sherlock 4Prima dell’avvio di questa stagione, Cumberbatch aveva dichiarato che non sapeva se Sherlock sarebbe tornato e che dopo gli avvenimenti che avremmo visto (e a cui ora abbiamo assistito) sarebbe stato difficile riprendere la serie, quantomeno nel breve termine. Ecco, mi sento di dire che l’unico motivo valido che rende difficile il ritornare a girarla nel breve termine, purtroppo, è la carenza di idee all’altezza di quanto avevamo visto, e a quanto ci aveva abituato, questa serie nelle passate stagioni.

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Sherlock - quarta stagione

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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