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Sense8 episodio finale

Sense8: la recensione dell’episodio finale della serie Netflix

Dopo e grazie alle pressioni dei fan arriva il lungo episodio finale di Sense8, un lungo addio dedicato e scritto per i fan, che così almeno si saranno potuti accomiatare dallo show vedendo la conclusione della storia

Sense8 – episodio finale: la sinossi

Sense8 episodio finaleIl cluster è finalmente riunito, non solo a livello sensoriale, ma anche a livello fisico e ora hanno una missione, recuperare Wolfgang che è finito nella mani dei cattivi.

Ma la minaccia è ancora più grande e la guerra tra BPO e tutti i Sense8 nel mondo è ormai una guerra aperta che porterà alla distruzione inevitabile di una delle due parti, mentre i piani di Whispers e di Jonas corrono su binari paralleli che presto o tardi andranno a scontrarsi, tra Parigi, Londra e Napoli.

Sense8 – episodio finale: le nostre impressioni

Questo episodio finale di Sense8 è un po’ un regalo ai fan, un po’ un compromesso tra le tante cose che le sorelle Wachowski avrebbero voluto inserire nella trama se la serie fosse andata avanti e un po’ un tentativo di dare una chiusura che non lasciasse nulla in sospeso.

Sense8 episodio finaleLa grande mole di informazioni da gestire in questo lungo episodio di due ore e mezza si vede e si sente e sicuramente non è stato un lavoro facile per le Wachowski farci entrare tutto e mantenere una godibilità di fondo e una fluidità assolutamente necessarie per questo tipo di prodotto.

Il risultato è che alcune volte le informazioni vengono date un po’ di corsa o proprio saltate confidando nella buona memoria degli spettatori, altre volte invece alcune situazioni o personaggi vengono introdotti in modo molto superficiale, giusto per creare delle connessioni mancanti, ma non restano granché oltre la superficie (un esempio su tutti La Laguna). Risulta palese come nella testa delle creatrici ci fosse una mitologia della serie molto ampia e che purtroppo, visto il poco tempo rimasto, abbiano dovuto solo accennarla e non approfondirla, quindi alcune facilonerie si possono perdonare per questo motivo e perché, in fondo, la storia scorre bene, alternando momenti frenetici a momenti più intimi, azione, dramma e linea comica, con uno stile che è un marchio di fabbrica di questo show.

Sense8 episodio finale

Possiamo dire che è stato tutto declinato in modalità fanservice? Più o meno sì, possiamo affermarlo convintamente, ma come farne troppo una colpa a chi deve la possibilità di chiudere una storia solo e unicamente alla persistenza del suo pubblico? Alla fine nessuno dei buoni si fa male, nonostante i rischi, nonostante ci vadano vicino, ma tutti in conclusione hanno l’happy ending, pure le situazioni irrisolvibili diventano soluzioni a tre e tutti contenti. Tutti i personaggi esasperano i lati che il pubblico ama di loro, chi è badass diventa ancora più badass, chi è simpatico ancora più simpatico, e, di nuovo, tutti sono contenti alla fine.

Tutto sommato, è un buon episodio, una fine necessaria, anche se siamo lontani dai livelli della prima stagione che, ma questo era decisamente evidente, non sarebbero mai più stati toccati, anche perché la vicinanza fisica del cluster toglie un po’ della magia del loro contatto sensoriale e confonde.

Sense8 - episodio finale

Valutazione globale - 7

7

necessaria, fanservice, happy ending

User Rating: 3.4 ( 2 votes)

Sense8 – episodio finale: un giudizio in sintesi

Sense8 è stata una serie importante, per il messaggio primariamente, ma anche a livello narrativo, per la storia fresca e innovativa che ha raccontato e per l’ottimo livello tecnico, con usi sapienti di regia, musica, fotografia.

Sense8 episodio finaleLa prima stagione, come detto qui sopra, aveva raggiunto picchi inarrivabili per tutto quello che sarebbe venuto dopo, anche e soprattutto per la novità, ma come non ripensare a scene come quella di “What’s up” nel quarto episodio o quella di “Demons” nel sesto?

Qui siamo arrivati ad una conclusione, necessaria, ci ha fatto piacere vederla, è stata bella, anche se tanto, troppo compatta e in alcuni casi superficiale, ma ci piace tenerci stretta la magia della prima stagione nei nostri ricordi.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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