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Rachel Brosnahan in La fantastica signora Maisel

La fantastica signora Maisel: la recensione della seconda stagione

Finalmente disponibile dal 5 Dicembre su Amazon Prime la seconda stagione di La fantastica signora Maisel (The Marvelous Ms. Maisel), scritta e diretta da Amy Sherman-Palladino.

La fantastica signora Maisel: la trama

Rachel Brosnahan in La fantastica signora MaiselNon più dietro a un bancone dei rinomati magazzini Altman, ma centralinista di secondo piano, Midge racconta l’evolversi della carriera di comica. A un anno esatto, celebrato durante lo Yom Kippur, ancora una volta le famiglie Waissman e Maisel sono riunite intorno a una tavola…per assistere a un nuovo dramma! Già nelle prime puntate la trama si arricchisce di nuove location. Alla ricerca della madre Rose in crisi, l’intera famiglia si trasferisce per un breve periodo a Parigi. Al ritorno viene approfondita la carriera di Abe (Tony Shalhoub), nei Laboratori Bell, e di Rose (Marin Hinkle), intenta a seguire corsi d’arte alla Columbia University. Al sopraggiungere dell’estate, le famiglie e i personaggi si trasferiscono alle Catskill Mountains in un resort estivo per facoltosi ebrei. Qui le dinamiche riaccendono vecchi dissapori e tanto sarcasmo, tutti spunti utili a Mrs. Maisel per fare della comicità. Arriva anche una nuova fiamma per Midge: Benjamin (Zachary Levi) è uno scapolo molto papabile, che si innamorerà del suo umorismo sfrontato e delle sue aspirazioni. Anche il fratello Noah (Will Brill) e la cognata Astrid (Justine Lupe) entrano in scena: i loro tentativi di avere un figlio, così come l’oscura carriera di Noah, arricchiscono il dramma di rapidi dialoghi familiari, alimentando la curiosità – e l’affetto – verso la famiglia Weissman.

La fantastica signora Maisel: le nostre impressioni

La seconda stagione de La fantastica signora Maisel ricorre ad un originale escamotage per riprendere la narrazione da dove si era interrotta, fornendo un breve excursus al nuovo pubblico. Come in una confessione, Midge si trova a riassumere gli ultimi mesi trascorsi da quando il suo ex marito ha scoperto la sua segreta carriera di comica nei night club fino a uscire allo scoperto e stravolgere di nuovole vite di tutti. Ogni serie un colpo di scena! Sempre impeccabili i costumi e le scenografie anni ’50.

Rachel Brosnahan in La fantastica signora MaiselDal canto loro, la comica Midge e la sua manager Suzie (Alex Borstein) danno vita a dialoghi veloci, alle volte sboccati, ma sempre molto taglienti. Meno momenti di comicità sul palco, cedono il posto a situazioni comiche della quotidianità della signora Maisel. Vengono approfondite le caratterizzazioni di tutti i personaggi – vecchi e nuovi – che popolano la serie. Le conseguenze delle scelte di Midge ne amplificano le dinamiche, dando ulteriori spunti di comicità.

Le puntate da sessanta minuti, accorpate a due o tre, iniziano e concludono delle mini vicende molto ben costruite. Una seconda serie molto completa, dunque, che propone al pubblico un dramedy davvero per tutti i gustiLa signora Maisel ha già ottenuto tre nomination ai Golden Globe, tra cui quello per la migliore serie commedia o musicale. Già confermata le terza serie: Amy Sherman-Palladino e suo marito, il produttore Daniel Palladino, si auspicano di replicare i successi di Una Mamma Per Amica.

valutazione globale - 8

8

Dissacrante emancipazione femminile borghese nell'America degli anni '50

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La fantastica signora Maisel: giudizio in sintesi

La fantastica signora MaiselNella seconda stagione di La fantastica signora Maisel spiccano gli impeccabili costumi delle attrici, nonché un’attenzione maniacale ai dettagli scenografici ed alle location, superbamente ricostruite all’interno di una serie patinata: riconoscibili le location di Dirty Dancing, i laboratori segreti della CIA dei tempi di Nixon, ed i diners anni ’50, così come i set delle prime trasmissioni televisive e le lotte di genere delle studentesse di Monnalisa Smile, Pregevoli le trame, fitte di richiami cinematografici che sicuramente faranno di questa una serie un grande successo.  L’emancipazione della casalinga borghese dell’America degli anni Cinquanta, seppure in chiave comica, dona alla serie un tratto deciso e pungente. Sempre molto appropriate le canzoni che accompagnano o segnano la conclusione di un evento. Insomma, un tuffo nel passato cinematografico, tanta comicità e bella musica.

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