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Mamma mia

Mamma mia! Ci risiamo: la recensione del film di Ol Parker

Mamma mia! Ci risiamo è il prequel/sequel del film Mamma mia!, uscito nel 2008, e come il film originale ripropone in chiave musical la musica del più celebre gruppo musicale svedese, gli ABBA.

Mamma mia! Ci risiamo: la sinossi

Mamma miaDonna è morta, l’onere di mandare avanti l’albergo è quindi passato alla figlia Sophie, che sta organizzando una riapertura in grande stile. È l’occasione giusta, per i vecchi protagonisti, per ricordare come hanno incontrato Donna e come lei sia arrivata sull’isola e abbia preso in gestione l’hotel. Purtroppo prima della grande inaugurazione un grande temporale minaccia di far saltare tutto ma l’arrivo inaspettato di alcuni personaggi renderà in realtà la serata magica.

Mamma mia! Ci risiamo: le nostre impressioni

Mamma mia“Squadra che vince non si cambia”, si dice. In realtà se apparentemente la squadra è rimasta la stessa del successo di dieci anni fa, molte cose a livello tecnico e artistico sono cambiate. Sfortunatamente per il pubblico, la qualità è rimasta la stessa: mediocre. Il nuovo regista, Ol Parker, non riesce quasi mai ad imprimere ritmo e credibilità alla pellicola che risulta sempre falsa e artificiale e le scene narrative risultano spesso fastidiose e noiose. Per rimediare, si rifugia nella baia sicura della musica degli ABBA che funziona quasi sempre a meraviglia. I primi “numeri” in pieno stile musical sono splendidi (When I kissed the teacher e Waterloo su tutti), mentre i successivi si appiattiscono sullo stile che già aveva caratterizzato il primo film. L’atmosfera è in generale più triste e l’intreccio della storia tra passato e presente non aiuta a risollevare i film da un’atmosfera spesso troppo mesta.

Avendo già ampiamente saccheggiato il repertorio delle hit degli ABBA con il primo film si ha l’impressione che in questo secondo capitolo si siano tirati fuori dalla cantina alcuni fondi di magazzino per rimpolpare un po’ una scaletta che altrimenti sarebbe stata o troppo scarna o identica all’originale.

Nella mediocrità e nel piattume generale di una storia che avanza a strappi e con protagonisti non sempre convinti le canzoni sono comunque un’ancora di salvezza anche per lo spettatore che può utilizzare le melodie più conosciute per evadere dalla storia.

Mamma miaFortunatamente, non tutti i numeri sono uguali e se dopo Waterloo c’è un generale appiattimento verso il basso, il film si risolleva con un pre-finale pirotecnico (letteralmente) e con Cher che canta Fernando dando nuova vita alla storica canzone e con un finale che, pur non essendo trascinante, fa uscire dalla sala con il buonumore.

Un discorso a parte lo merita il cast all-star che funziona a corrente alternata e non tutti danno prestazioni di alto livello. Lily James, di fatto protagonista, funziona solo quando canta, ma non quando le è richiesto di recitare. Amanda Seyfried e gli altri componenti del “vecchio cast” funzionano meglio ma sembra sempre stiano facendo una rimpatriata tra amici che un film mainstream.

Mamma mia! Ci risiamo

valutazione globale - 5

5

un film mediocre e sciatto

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Mamma mia! Ci risiamo: giudizio in sintesi

Mamma miaMamma mia! Ci risiamo è un film che non si allontana dallo stile del suo predecessore: ha una qualità mediocre e si risolleva solo quando la musica degli ABBA (opportunamente riarrangiata per l’occasione) riempie la sala. Esattamente come il primo è un film per tutta la famiglia che non si discosta mai dai binari della prevedibilità. In poche parole è un film sciatto e mediocre, buono più per un pomeriggio davanti al divano che ad una serata in sala.

 

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About Mirko Ballone

Classe 1986, mi interesso a tutto quanto ruoti intorno alla comunicazione ed al raccontar storie. Mi appassiono giovanissimo alla fotografia e da lì alla settima arte il passo è breve. Rimango folgorato da Hitchcock, Kubrick, la Nuovelle Vague e dai grandi del cinema italiano; da allora non riesco più a fare a meno di sognare davanti ad un grande schermo. I viaggi, il cinema, le serie tv, i buoni libri e la buona tavola occupano la maggior parte della mia giornata, nei ritagli di tempo cerco di vivere.

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