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Hard Sun: la recensione del pilot del thriller BBC di Neil Cross

Neil Cross (Luther) torna in BBC con Hard Sun, un thriller teso con uno scenario tuttosommato realistico ma con una forte componente fantascientifica, che si sviluppa sullo sfondo nel quale i protagonisti si muovono in questa storia violenta e tesa.

Hard Sun, pilot: sinossi

hard sunIl capo ispettore Charlie Hicks (Jim Strugges, Feed the Beast, La migliore offerta) è un poliziotto con dei segreti, che agisce sul limite della legalità e della moralità, sia nella vita privata che in quella pubblica. Gli viene affiancata l’ispettrice Elaine Renko (Agyness Deyn, The White King), una donna che ha subito pochi mesi prima una pesante aggressione e il cui affiancamento fa sorgere più di qualche dubbio al suo partner. Il primo caso di cui si occupano li fa sbattere contro una verità inquietante, un countdown terribile e li mette nel mirino delle più feroci agenzie segrete governative.

Hard Sun, pilot: le nostre impressioni

Hard Sun è una miniserie in sei episodi che parte subito lancia in resta, immergendosi in tutta la sua cupezza, in contrasto con l’abbagliante luminosità del sole, e facendoci assaporare immediatamente tutta la violenza di cui è capace, facendo una chiara dichiarazione iniziale, in riferimento alla crudezza dello show. Non possiamo aspettarci sconti.

hard sunHard Sun, sia per la svolta fantascientifica calata in una realtà ordinaria, sia per la dose di violenza e per il generico approdo verso teorie del complotto, si pone come figlia di quella meravigliosa esperienza che è stata Utopia, anche se qui non troviamo tutto il potere visivo dello show di Dennis Kelly, ma ritroviamo le coordinate “geografiche” secondo le quali il tutto era stato sviluppato.

Ritroviamo inoltre il carattere di labilità morale e la cruda realtà che Cross aveva già fatto vedere al mondo con Luther, serie che aveva reso la giusta fama ad Idris Elba.

Qui, nonostante i nobili padre (Luther) e madre (Utopia), la serie, almeno limitandosi al pilot, non riesce a seguire gli illustri genitori, né sul piano dell’innovazione artistica, né su quello della capacità attoriale, perché Strugges e la Deyn non sono Elba, anche se dobbiamo sottolineare l’interpretazione di lei come, al momento, molto più profonda e forte, rispetto a quella del partner.

Ma, nonostante questa sconfitta nel paragone, l’introduzione della serie ha parecchi punti a favore, innanzitutto per il ritmo imposto allo spettacolo, frenetico e in continuo crescendo, che avvince lo spettatore e lo incolla alla poltrona, ma anche per una certa attrazione e repulsione verso l’immagine trasmessa che ci mette nelle giuste condizioni di disagio.

hard sunIl disagio è fondamentale per questo spettacolo, perché riesce a renderci partecipi della situazione senza via d’uscita, del mondo senza un domani che i protagonisti vivono, dell’improvvisa sparizione di ogni valore morale e di ogni paletto sociale. Tutto poi ci porta a pensare, in una situazione del genere, dove sia il giusto e dove lo sbagliato, fin dove si spingano le pulsioni egoistiche e fino a che punto si possano giustificare comportamenti dettati dalla protezione della società tramite l’ignoranza.

Esiste un grande pericolo, però: dove condurrà la storia questo antefatto? È lecito temere che una volta giocata la carta della rivelazione iniziale il tutto possa perdersi in una mera caccia all’uomo condita da cospirazionismo o ci possiamo attendere qualche altra svolta sostanziale? Questi sono i dubbi che solo i prossimi episodi potranno fugare.

Hard Sun - pilot

Valutazione Globale - 7

7

affascinante ma rischia di appiattirsi

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Hard Sun, pilot: un giudizio in sintesi

Hard Sun è uno show crudo, potente e che crea disagio nello spettatore. Però è anche uno show che nella comparazione con i suoi predecessori, Utopia e Luther, risulta un mero epigono, non riuscendo a ricrearne la bellezza visiva né la potenza recitativa.

hard sunTolto questo elefante dal salotto, comunque, resta uno show con una premessa interessante e uno sviluppo ben curato, nonostante ci siano parecchi rischi di diventare troppo monocorde una volta che la rivelazione fondamentale viene spiattellata nel primo episodio (ma non poteva essere fatto in altro modo).

La mano di Cross, in ogni caso, si vede, così come quella durezza tipica inglese e alcune sottotrame promettono dei possibili sviluppi (anche se minori) interessanti.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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