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Falling Water: Recensione del pilot della serie con Lizzie Brocheré

USA Network con Falling Water, almeno per quanto riguarda questo pilot, continua nella sua trasformazione da canale che trasmetteva serie più brainless (nel senso che non serviva troppa attenzione per seguirle) ad un canale più maturo che spinge su una serialità più complessa e strutturata.

La serie infatti, calata in un’ambientazione che potremmo catalogare a metà tra il fantascentifico e l’onirico, sembra essere strutturata in un modalità che non segua il filone procedurale, e quindi il case of the week, ma l’apparenza sembra più orientata verso un racconto unitario e articolato, che si può dipanare attraverso l’intera stagione. Chiaramente questo è un episodio pilota e quindi bisogna aspettare ancora qualche puntata per tirare le somme, ma non si rivelano segni di possibile “serializzazione” della trama, mentre sembra che gli spunti siano tutti funzionali a comporre un grande mosaico di cui non si avvertono ancora i contorni.

Falling Water non spiega nulla

falling waterUno degli indizi e anche un grande pregio, al momento, della trama è questo essere calati nella realtà narrativa senza alcun paracadute. Falling Water nel primo episodio ci butta in mezzo ai fatti che accadono, senza introdurceli minimamente, limitandosi a farceli vedere, insinuando nello spettatore lo stesso spaesamento che provano i protagonisti della serie, con questo apprezzabile transfer narrativo.

Nemmeno dei protagonisti sappiamo molto, li vediamo caratterizzati da quello che fanno e in alcuni modi dai sogni che li perseguitano, ma entriamo nel loro lavoro e nel loro subconscio come se fossimo da lungo tempo partecipi della loro vita.

La parte onirica è fondante in questa serie, tenendo conto anche dello stesso plot, che si struttura sul seguire tre sconosciuti che hanno esperienze di sogno particolari e i cui sogni presentano connessioni che per loro sono particolari estranei e criptici, mentre per lo spettatore sono primi misteriosi tasselli di un mosaico di cui per ora si intuisce solo la presenza. Quando la parte onirica inizia a divenire sempre più reale, iniziamo, insieme a loro, a percepire che c’è qualcosa di più di quello che appare in superficie.

Il ritmo sostenuto di Falling Water

falling waterL’altra parte notevole in questo esordio è sicuramente il ritmo sincopato della narrazione che alterna momenti più pacati a situazioni più frenetiche con momenti di pura tensione e colpi di scena ben distribuiti. Si affollano i misteri, tutti senza risposta, ma la sensazione che tutto sia legato da un unico filo, almeno al momento, non li fa sembra troppi e cacofonici, proprio perché li vediamo non tutti singolarmente, ma come frammenti di un quadro più generale, nebuloso ma unico.

Certo, la serie ha anche ampie possibilità di svaccare in un attimo, perché se si dovesse perdere o aggrovigliare i molti fili che vanno a comporre questo mosaico, la caduta nel grottesco sarebbe immediata; così come la perdita del ritmo narrativo potrebbe causare gravi danni. Ma questi sono i rischi, che speriamo naturalmente siano brillantemente evitati dalla creatrice, Gale Ann Hurd (The Walking Dead), e dai due showrunner principali, Henry Bromell e Blake Masters, già co-scrittori di Brotherhood e Rubicon e con il primo che ha scritto anche diversi episodi di Homeland.

La parte tecnica e il cast

falling waterLa regia di Fresnadillo, già alla direzione di intruders, film del 2011 con Clive Owen e Carice van Houten, è molto luminosa e si basa su molti giochi di prospettiva e di luce che contribuiscono ad abbagliare lo spettatore, congiunti alla trama appena assaggiata.

L’interpretazione degli attori, per ora, invece è la cosa che mi ha convinto un po’ meno: se i non protagonisti mi sembrano molto affascinanti, sono i protagonisti a sembrare un po’ più timidi come approccio: non traspare dalla loro recitazione troppa partecipazione, sembra più un compito svolto senza infamia e senza lode per la sufficienza, ma nulla di più. La Brocheré (American Horror Story, Versailles, The Strain) non brilla per espressività, come nemmeno i suoi due compagni di avventure, David Ajala (Beowulf) e Will You Lee (Hawaii Five-0). Ma vedremo se anche questo è solo un difetto di prospettiva o no.

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Falling Water - Pilot

Sceneggiatura
Regia e fotografia
Recitazione

Oggetto misterioso

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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